Si è svolto l’11 luglio a Milano un evento organizzato da Fondazione Don Gnocchi e l’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia per parlare dell’alleanza tra le due organizzazioni dedicata allo sviluppo di soluzioni tecnologiche per la riabilitazione: un joint-lab con casa all’IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano.
Tra i progetti in programma e che verranno sviluppati ha uno speciale rilievo l’applicazione in ambito sanitario del robot R1 dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Il robot – sviluppato come “piattaforma robotica generica”, dotata di meccanica sofisticata, sensoristica e intelligenza artificiale – potrà essere ora “educato” a svolgere compiti in diversi ambiti. R1 è destinato a diventare un dispositivo tra i meno costosi e più versatili nel panorama internazionale, per poter entrare nelle case come robot assistivo-riabilitativo economicamente sostenibile e nelle palestre di riabilitazione come robot riabilitativo, per integrare i trattamenti più tradizionali.
Oltre al lavoro comune ed estremamente innovativo sull’utilizzo di R1 in riabilitazione e assistenza, il laboratorio congiunto vedrà attività di co-sviluppo, ottimizzazione e test clinici anche di altri dispositivi.
Tra questi, la MeCFES, una stimolazione neuromuscolare ideata dalla Fondazione Don Gnocchi e brevettata a livello mondiale, che migliora la riabilitazione di pazienti con esiti di ictus e rende più autonomi nelle attività quotidiane pazienti con lesioni spinali, raccogliendo, amplificando e riutilizzando in tempo reale l’impulso residuo e troppo debole inviato dal cervello ai muscoli.
E ancora, sensori avanzati, non invasivi e collegati tra loro nella logica dell’IoT (Internet of Things), per creare attorno al paziente – in ospedale o a casa – una rete di informazioni preziose per il rilevamento del suo stato o per il monitoraggio della risposta ai trattamenti terapeutici, 24 ore su 24. In particolare, i primi passi riguarderanno il progetto “CareLab”, un laboratorio high-tech ideato dalla Fondazione Don Gnocchi per la riabilitazione neuropsichiatrica di piccoli pazienti, ora operativo al Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano e destinato ad essere trasferito anche a domicilio.
E inoltre, robotica riabilitativa indossabile e fissa (come la piattaforma Hunova, ideata dall’IIT e già trasferita per la commercializzazione alla spin-off dell’IIT “Movendo”).
“La diffusione dei robot ci obbliga a riflettere – ha detto Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia -. Nel 2060 in Europa un terzo dei cittadini avrà più di 65 anni, contro l’attuale 18 per cento. In questo scenario, i robot saranno una tecnologia indispensabile e l’accordo che andiamo ad avviare con la Fondazione Don Gnocchi rientra proprio nella strategia di sviluppare tecnologie avanzate a sostegno dei percorsi riabilitativi”.
“Un elemento vincente nell’avvio di questa collaborazione – ha aggiunto Marco Campari, consigliere delegato della Fondazione Don Gnocchi – è la compresenza in Fondazione della componente clinica e di quella bioingegneristica: l’una ha chiari i bisogni del paziente, l’altra agisce da prezioso interfaccia con i ricercatori altamente specializzati dell’Istituto Italiano di Tecnologia, parlando con loro il medesimo linguaggio e facendosi interprete delle esigenze mediche. L’accordo odierno è il substrato su cui si innesteranno progetti specifici di sviluppo e traslazione in clinica di tecnologie specifiche. Il tutto per raggiungere il risultato più importante di questa sinergia tra due giganti diversi, che operano con un obiettivo comune: il miglioramento della qualità di vita dei pazienti”.