In Italia è da poco nata l’Associazione di Categoria per l’Internet of Things, fondata da Giulio Coraggio e Alessandro Bassi: nell’intervista esclusiva su SuperMoney News i due fondatori parlano di quello che può essere il futuro di questa tecnologia nei prossimi anni e di come potrà cambiare le abitudini dei consumatori.
Recentemente un report di Ericsson sui trend del futuro, conferma e amplia la tesi di IoTItaly, sostenendo che l’intelligenza artificiale dell’IoT potrebbe iniziare a pianificare la nostra vita senza servirsi del supporto degli smartphone e delle loro applicazioni.
Internet of Things addio agli smartphone
Una ricerca dei consumatori Ericsson contattati da Consumerlab, ha rilevato che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale consentirà interazioni con gli oggetti senza l’ausilio degli smartphone nei prossimi 5 anni: la metà del campione intervistato in 40 Paesi sostiene che l’Internet of Things potrà fare a meno dei device mobili, perché in molte situazioni, quando si guida, quando si lavora, uno schermo non è affatto comodo. Rebecka Cedering Ångström, che ha condotto la ricerca per Ericsson, sostiene che il futuro sta nei wearable devices che consentirebbero di trasmettere le informazioni direttamente dal nostro corpo; altre tecnologie permetterebbero di ricevere le informazioni dalle pareti di casa, dal cruscotto dell’auto e così via, semplicemente con la voce, il tatto o un movimento dell’iride.
Il fatto che gli utenti sembrino disponibili ad abbandonare uno schermo, cosa sconcertante al giorno d’oggi, apre le porte a un’ulteriore rivoluzione tecnologica, probabilmente definitiva: il 44% degli intervistati ha affermato che un dispositivo dotato di intelligenza artificiale potrebbe addirittura sostituire gli insegnanti e il 29% dice di sentirsi più a suo agio a condividere la propria condizione di salute con un oggetto dell’Internet of Things, piuttosto che con un medico reale.
I social network influenzeranno l’Internet of Things
Nel panorama dell’Internet of Things una forte influenza sulle nostre vite e sui nostri consumi la avranno sicuramente i social network: uno degli esperimenti più recenti e più appropriati per confermare questa teoria è il Safety Check di Facebok attivato dopo gli attacchi terroristici di Parigi, che ha permesso di controllare il buono stato di salute degli utenti residenti nella capitale francese.
La sicurezza informatica: il maggior problema del futuro
Con tutte queste rivoluzioni tecnologiche il problema più grande sarà quello della sicurezza informatica: la metà degli intervistati sostiene che almeno un dispositivo o un servizio in uso sarà colpito da attacchi informatici nei prossimi 3 anni.
La soluzione potrebbe essere quella di imporre maggiori richieste di identificazione che garantiscano un controllo maggiore: per fare questo la sicurezza informatica deve slegarsi dal “monopolio” degli antivirus e della gestione da parte delle multinazionali, e iniziare a essere di interesse prioritario dell’utente che non rischierebbe di perdere solo le foto di Facebook, banalizzando, ma anche soldi e dati sensibili.