La ricerca scientifica svolta all’interno dell’Istituto di Ricerca Pediatrica di Padova accorcia le distanze grazie alle nuove apparecchiature Cisco per le videoconferenze donate da SAIV Group alla Fondazione Città della Speranza.
La strumentazione messa a disposizione dalla società di Vicenza, specialista nel settore dell’Information and Communication Technology, consiste in due set di collegamento per videoconferenza e condivisione file da remoto (uno fisso e uno mobile) e una piattaforma di videocollaborazione Webex, per gestire un elevato numero di utenti contemporaneamente. Il tutto targato Cisco, nonché in una LIM, una lavagna interattiva multimediale, strumento che permette di scrivere, gestire immagini e animazioni, riprodurre video e suoni, consultare risorse e informazioni online.
Tale sofisticata dotazione permette da un lato, ai visitatori della ‘Torre’, di assistere ad esperimenti di laboratorio in tempo reale, stando nella sala convegni al piano terra in tutta sicurezza, dall’altro di organizzare, tramite collegamento con il sito internet di Città della Speranza, convegni, corsi o seminari con centri di ricerca che si trovano in altre zone d’Italia e all’estero. Tutti hanno il vantaggio di poter interagire con i ricercatori, senza limitarsi a guardare come in una diretta streaming.
“La donazione di SAIV consente all’Istituto non solo di elevare ulteriormente il proprio standard tecnologico, raccogliendo le sempre nuove sfide della ‘digital transformation’, ma anche di facilitare lo scambio di idee e informazioni. Grazie al collegamento costante tra centri di ricerca che collaborano tra loro, i nostri ricercatori possono ottimizzare i tempi di lavoro e abbattere i costi di trasferta, condividere e discutere conoscenze e risultati in maniera più veloce, nonché fornire e ricevere nozioni immediatamente spendibili – ha dichiarato Andrea Camporese, presidente dell’IRP –. La nuova apparecchiatura, inoltre, costituirà un supporto indispensabile per la didattica e la divulgazione scientifica: studenti e adulti che non possono accedere a taluni laboratori della ‘Torre’ per ragioni di sicurezza, avranno comunque la possibilità di vedere e conoscere cosa viene fatto all’interno e, soprattutto, di trovare risposta alle loro domande ponendole direttamente ai ricercatori”.