Secondo Statista, il numero di abitazioni dotate di soluzioni smart home in Italia salirà quest’anno a 2,2 milioni. Ciò corrisponderebbe a un aumento di oltre il 27% rispetto all’anno precedente. Il mercato dell’automazione domestica si rivela quindi sempre più redditizio per i produttori.
Nel complesso, le aziende possono aspettarsi una crescita media annuale del fatturato del 13,6% fino al 2024. Se la previsione è corretta, il mercato italiano genererà quest’anno un giro d’affari di circa un miliardo di euro e il futuro appare ancora più roseo. Il tasso di penetrazione delle soluzioni smart home, che si prevede del 9,5% per il 2020, dovrebbe raddoppiare entro i prossimi quattro anni.
L’intelligenza artificiale determinerà la quota di mercato degli smart speaker
Grazie alla crescente popolarità degli altoparlanti intelligenti a livello globale si sta affermando la tendenza a controllare i dispositivi smart home tramite comandi vocali. Solo nel terzo trimestre dello scorso anno, Amazon ha venduto oltre 10 milioni di smart speaker in tutto il mondo, guadagnandosi una quota di mercato superiore al 36%. Tuttavia anche il settore degli altoparlanti intelligenti non offre garanzie di successo. Mentre Google Home di Google era quasi alla pari con Echo di Amazon nel 2018, l’azienda di Jeff Bezos ha venduto nel terzo trimestre 2019 il triplo degli altoparlanti intelligenti rispetto al concorrente di Mountain View.
Chi sarà tra i vincitori nel 2020 e chi invece incasserà una sconfitta dipenderà probabilmente dalla misura in cui gli assistenti vocali e la tecnologia sottostante si evolveranno. Attualmente infatti i terminali stessi non sono particolarmente intelligenti. Gli smart speaker dipendono da una connessione al cloud, dove i comandi vocali vengono analizzati tramite IA prima che il comando venga tramutato in un’azione o reazione sensata (o meno, in taluni casi). Quindi, in senso stretto, finora all’altoparlante è ascritta una mera funzione di smistamento.
“Per il 2020 ci aspettiamo una forte competizione tra i produttori in merito a chi tra loro sarà in grado di rendere i propri altoparlanti meno dipendenti dalla Nuvola”, afferma Ulrich Grote, Presidente della ULE Alliance. Google potrebbe avere carte migliori in questo ambito, dato che l’azienda ha già introdotto lo scorso autunno un nuovo altoparlante Google Nest Mini che integra per la prima volta un chip IA. “Ci possiamo quindi aspettare che almeno i comandi di base siano presto attuabili anche senza una connessione a Internet”.
I produttori confidano sempre più spesso in sistemi aperti
Anche nel 2020 si tenderà a preferire prodotti per la casa intelligente integrabili tra loro indipendentemente dal produttore. La maggior parte dei fornitori di tali dispositivi si è apparentemente resa conto di non poter più guadagnare quote di mercato obbligando la clientela ad avvalersi di soluzioni proprietarie. Ecco perché sempre più aziende stanno adattando i loro dispositivi alle funzioni di Alexa, Google Assistant & Co – o confidano negli standard aperti.
Il produttore di FRITZ!Box, AVM, ad esempio, intende lanciare nel corso del 2020 nuovi prodotti per la casa intelligente che utilizzano lo standard ULE.
Mostrato in anteprima a IFA 2019, il pulsante da parete FRITZ!DECT 440 offrirà diverse opzioni per la gestione di prese e lampadine intelligenti e può anche fungere da sensore di temperatura esterno. Con FRITZ!DECT 500 il produttore lancerà una lampadina LED intelligente a luce bianca o colorata. In questo modo il leader di mercato tedesco dispone di un portafoglio che copre le principali funzioni smart della zona giorno (alimentazione elettrica a comando, illuminazione, riscaldamento), ma non solo.
Supportando il protocollo HAN-FUN, evoluzione dello standard wireless ULE per la smart home, anche i sensori basati su ULE di Panasonic o Gigaset, come i contatti per porte e finestre e i rilevatori di movimento, possono essere integrati nella smart home FRITZ!. Una politica di interoperabilità adottata anche da grandi telco internazionali del calibro di Deutsche Telekom e Gruppo Orange, che hanno dotato i propri router del protocollo ULE per garantire ai propri utenti un accesso intuitivo alla domotica.
Un vantaggio dello standard radio ULE é che la gestione dei dispositivi per l’automazione tramite comandi vocali come lo scambio di informazioni tra i singoli dispositivi è possibile, in linea di principio, anche senza connessione Internet. Dopotutto, la ULE utilizza le frequenze DECT, protocollo noto per la telefonia cordless. Pertanto, lo standard è predestinato all’uso della voce nella Smart Home. Non da ultimo per le sue caratteristiche e con il lancio sul mercato dei nuovi prodotti AVM, oltre che Gigaset, è probabile che la diffusione dello standard ULE come protocollo radio standard per la smart home in Italia continui anche nel 2020.