“Progetto Cicogna” è un progetto finanziato dalla Regione Lombardia, basato su tecnologie indossabili e sulla trasmissione di dati relativi ai movimenti fetali per il monitoraggio remoto della madre e del feto nel periodo finale della gravidanza e in gravidanze a rischio.
Una fascia in materiale anallergico con sensori incorporati, facile da indossare sotto il normale abbigliamento quotidiano, e un’unità di trasmissione dei dati che si applica sulla fascia, sulla parte superiore della pancia, sono gli elementi costitutivi di questa nuova tecnologia che permette di monitorare costantemente la madre e il feto con vantaggi reciproci. “Cicogna” consente un percorso più sereno per la madre, che sa di essere regolarmente monitorata anche se distante dalla struttura sanitaria e dai suoi medici di fiducia, e permette di ottimizzare i costi e velocizzare le modalità di intervento in caso di necessità da parte della struttura sanitaria.
Rileva inoltre i movimenti del feto, unitamente ad altri parametri, e li trasmette utilizzando la tecnologia Bluetooth Low Energy, sicura e ampiamente utilizzata per l’invio di dati da dispositivi medici indossabili. È volto all’identificazione precoce, quando possibile, di natimortalità con conseguente riduzione di questi episodi negativi.
Anche la madre ha a disposizione parte di questa tecnologia tramite un’app non medicale che permette di capire se la fascia è indossata correttamente, se necessita di ricarica o di controllo.
L’utilizzo di “Progetto Cicogna” è inoltre in grado di apportare mutui benefici alle madri e alle strutture sanitarie che lo vorranno mettere a disposizione delle proprie gestanti.
Con “Progetto Cicogna” le strutture sanitarie saranno in grado di ottimizzare l’uso delle risorse e contenerne i costi; attivare le risorse sanitarie solo in caso di reale necessità (visite in ambulatorio o a domicilio, ricovero per parto o interventi preventivi) grazie ad un costante controllo remoto; intervenire tempestivamente in caso di problemi alla madre o al feto; identificare precocemente, quando possibile, il rischio di natimortalità con conseguente riduzione di questi episodi negativi; raccogliere e utilizzare i dati sui movimenti fetali per la ricerca volta alla riduzione degli eventi negativi nel periodo finale della gravidanza e in gravidanze a rischio.