“IPKom si fregia di una clientela estremamente esigente”, esordisce Michele Piccini, Amministratore Delegato di IPKom, per illustrare i motivi che hanno spinto l’operatore VoIP a investire nella ricerca e sviluppo di una piattaforma SIP-based per le Unified Communications e per la gestione dei flussi di lavoro.
L’intento alla base di tale scelta era fornire agli utenti una piattaforma per la telefonia avanzata che garantisse la massima intuitività oltre che la fruizione di una flessibilità che solo le moderne tecnologie per le telecomunicazioni, secure by design e in linea con le normative italiane ed europee sulla tutela dei dati, possono garantire. Una clientela esigente punta sulla qualità ed affidabilità delle infrastrutture che adotta e le telecomunicazioni non fanno eccezione, al contrario.
Trattandosi di uno strumento imprescindibile nella quotidianità aziendale, tanto quanto la connettività Internet o la disponibilità della linea telefonica, temi che sono ormai un vero e proprio paradigma per il carrier VoIP, chi produce piattaforme UCC ha la responsabilità di garantire la costante disponibilità del servizio. “In IPKom abbiamo compreso rapidamente che l’unico modo per garantire tale continuità senza dipendere da terzi in caso di malfunzionamento, era fornire soluzioni da noi sviluppate e su cui abbiamo il pieno controllo, tanto quanto lo abbiamo sulle nostre linee VoIP”, spiega Piccini.
Il VoIP in Italia e le sfide del “fai-da-te”
Proporsi oltre che come carrier anche come vendor sul mercato del VoIP in Italia è una sfida. Sin dai suoi albori il mercato del VoIP in Italia è stato caratterizzato da uno sfrenato fai-da-te. Un approccio del tutto artigianale rivelatosi utilissimo in un primo tempo poiché foriero di risultati significativi, come quelli scaturiti dalla ricerca e sviluppo in ambito universitario con spin-off di notevole successo.
Oggi però il mero assemblaggio di componenti precompilate troppo eterogenee in “kit” che
a medio termine risultano troppo poco flessibili e scarsamente interoperabili senza interventi correttivi impegnativi, mina da un lato la fiducia degli utenti aziendali nelle nuove piattaforme UCC e riduce notevolmente il valore loro tributato, dando luogo all’errata percezione, tipica di mercati saturi, che l’unica chiave del successo in questo settore sia il prezzo.
“Eppure il mercato del VoIP in Italia è tutt’altro che saturo”, afferma Paola Carnevale, Channel Manager di IPKom. “Si contano sulla punta delle dita le aziende specializzate in soluzioni UCC basate su standard aperti, che offrono prodotti di qualità, studiati e sviluppati nei minimi particolari”.
Nell’era delle Unified Communications e Collaboration il ‘centralino’ ha lasciato il posto a strumenti che vanno ben oltre la telefonia elevandosi da mero sostituto degli impianti telefonici tradizionali a strumento aziendale a tutto tondo. L’IP-PBX è chiamato ad integrarsi nativamente con applicazioni per la gestione del workflow, del personale, soluzioni CRM e ERP, in taluni casi, con i giusti terminali, persino con i sistemi di automazione degli uffici e di monitoraggio ambientale.
Sul mercato del VoIP “di qualità” a cui si rivolge la clientela più esigente, la differenza non la fa il prezzo della soluzione, comunque molto ridotto rispetto agli impianti telefonici tradizionali, ma la sua capacità di essere funzionale per l’acquirente, di interfacciarsi nativamente con sistemi e applicazioni esistenti, di semplificare la quotidianità in azienda, di adattarsi in maniera flessibile alle più svariate esigenze e di essere affidabile al 100%.
“Tutte caratteristiche che la nostra clientela apprezza, poiché scaturite da una competenza maturata nei nostri vent’anni di storia come telco”, conclude Carnevale.