A cura di Tom Bianculli, CTO, Zebra Technologies
“Nel 2030 la Silicon Valley diventerà la nuova regina dell’auto, spodestando le case automobilistiche storiche”. “Le fognature intelligenti aiuteranno a monitorare meglio la salute pubblica”. Queste sono solo alcune delle dichiarazioni e delle previsioni riportate all’Innovation Summit del The Economist, dove i CEO delle aziende Fortune 500, i responsabili politici e gli imprenditori, si sono riuniti per esplorare le opportunità e le sfide nella gestione della trasformazione del digitale.
Qual è la questione centrale? Come possiamo guidare l’innovazione nell’era digitale di oggi? Come ha dichiarato per il The Economist Vijay Vaitheeswaran, esperto di economia cinese “La verità è che “innovazione” è una delle parole più abusate”. L’innovazione, nel ventunesimo secolo, è la capacità di vedere e di offrire valore ai vostri stakeholder andando sempre più incontro alle esigenze degli utenti. L’avere visibilità è fondamentale, perché oggi abbiamo le potenzialità tecnologiche per ottenere dati sensibili da qualsiasi dispositivo, analizzarli per fornire intuizioni con le quali agire in tempo reale. La maggior parte dei manager, inoltre, ha convenuto che è la forza lavoro e non la tecnologia ad essere fondamentale per gestire efficacemente la trasformazione digitale sul posto di lavoro.
Questi sono i cinque miti sulla trasformazione digitale che sono stati sfatati al Summit:
Mito # 1: La tecnologia è il fattore chiave nella gestione della trasformazione digitale. Falso. Sono le persone. La tecnologia è fondamentale per facilitare il processo, ma il successo o il fallimento risiede nella forza lavoro. Nonostante io sia un CTO, credo che la tecnologia sia strumentale per accompagnare la forza lavoro nell’era digitale. Fornendo alla forza lavoro informazioni basate sui dati, le aziende possono sviluppare il capitale umano e reindirizzare le risorse su nuovi posti di lavoro ad alto valore aggiunto, riducendo gli errori, migliorando la produttività e aumentando la soddisfazione del lavoratore. Inoltre la tecnologia stessa può essere utilizzata per trattenere la forza lavoro in azienda, attraverso nuove modalità di coinvolgimento del personale. Alla fine dei giochi sta alle persone far accadere le cose, abbracciando il cambiamento e creando nuovi modi di lavorare e collaborare.
Mito # 2: Le aspettative dei clienti si differenziano in base al prodotto o al servizio. Non è così. Uber, ad esempio, modifica le nostre aspettative anche come acquirenti, pazienti o cittadini. Gli standard elevati imposti dai migliori fornitori di un singolo settore hanno alzato l’asticella in tutti gli altri. Per soddisfare queste aspettative, i brand si sforzeranno doppiamente per creare esperienze durature e coinvolgenti per i loro clienti. In linea con questa tendenza, un recente studio pubblicato da Zebra Technologies ha rivelato che quasi l’80% dei rivenditori, entro il 2021, sarà in grado di personalizzare l’esperienza all’interno del punto vendita per ciascun clienti, grazie alla capacità di sapere in tempo reale quando quel determinato clienti si trova in negozio.
Mito # 3: le innovazioni creative derivano da un’analisi approfondita e specifica del settore. Questo è parzialmente vero. I manager possono trovare intuizioni e ispirazioni in tutti i settori industriali. Prima di re-inventare la ruota, i dirigenti dovrebbero esaminare esempi e parametri di riferimento delle best practice disponibili a prescindere dal settore. “L’agricoltura è come il baseball. È ricca di dati. La sfida è in come trasformarli in informazioni utili”, ha dichiarato Hugh Grant, CEO di Monsanto. Questa è solo una delle tante sfide comuni in diversi settori.
Zebra assicura visibilità in tempo reale degli asset, delle persone e delle transazioni di un’azienda. Ad esempio, come fornitore ufficiale delle tecnologie di tracciamento dei giocatori del NFL, Zebra consente alle squadre di football di acquisire informazioni in tempo reale sull’azione che avviene sul campo. Immaginiamo quali possibilità possano aprirsi per un direttore delle operazioni industriali di un magazzino se iniziasse ad sfruttare questa stessa visibilità in tempo reale nelle operazioni di logistica.
Mito # 4: Le imprese dovrebbero concentrarsi sulle ristrutturazioni. In realtà, anche un miglioramento dell’1% nella catena di approvvigionamento può generare enormi risparmi di costi e offrire nuove opportunità. Ad esempio, oggi, il 30% del carico in un rimorchio è composto di aria. Eliminare le inefficienze nella densità di carico dei tir e sincronizzare la supply chain digitale può avere un impatto significativo sui risultati e sull’ambiente. Grazie all’utilizzo dei dati raccolti direttamente alle baie di carico, attraverso dispositivi mobili e utilizzando il software di analisi del carico di rimorchio, i magazzini e i gestori ottengono oggi una visibilità in tempo reale di ogni rimorchio per garantire che i loro carichi raggiungano il loro massimo potenziale.
Mito # 5: Ci sei dentro da solo. Assolutamente no. Né come una società che attraversa una trasformazione digitale, né come fornitore che consiglia le aziende nel loro percorso di trasformazione, né come dirigente che prende decisioni in termini di investimenti. Metodi, processi e impegni strategici che abbracciano l’open innovation e la collaborazione B2B sono il nuovo vantaggio competitivo. Come dichiarato da uno dei relatori dell’Economist: “Il ventunesimo secolo è un momento veramente infelice per essere un fanatico del controllo”. Non si tratta di gestire informazioni o segreti ma di condividere dati e sfruttare le informazioni combinate di partner e clienti.
La diffusione dell’Internet of Things e l’adozione della mentalità Everything-as-a-Service hanno dato origine a nuove possibilità basate sui dati. Oggi abbiamo le capacità di valutare il benessere di una città monitorando i residui biologici e chimici dei loro residenti. Allo stesso tempo, la trasformazione digitale sta sfidando lo status quo. La Silicon Valley sta diventando il centro dell’industria automobilistica. Chi avrebbe potuto pensarlo anche solo 10 anni fa? I vincitori di questa era digitale saranno quelli in grado di portare il loro valore sempre più vicino alla domanda e al consumo, integrando le loro strategie in quel contesto per affrontare le aspettative della loro forza lavoro e dei clienti e prendere decisioni guidate dai dati.