in Italia risulta ancora basso il livello di utilizzo delle nuove tecnologie all’interno delle aziende. Un problema che rischia di far perdere terreno alle nostre imprese e che rende necessari interventi volti a facilitare l’accesso a tali innovazioni e a migliorare la cultura imprenditoriale in tal senso. Ecco dunque il quadro della situazione e le prospettive future.
Aziende e tecnologie digitali: un rapporto che non decolla
L’uso della tecnologia all’interno delle aziende è un elemento fondamentale per garantire competitività ed efficienza, d’altronde senza l’introduzione negli anni passati di macchinari in grado di semplificare le attività produttive o dei computer per gestire la parte amministrativa il lavoro sarebbe rimasto ancorato a metodiche manuali più costose e complesse. Capiamo bene, dunque, quanto sia importante innovare l’attività d’impresa tenendo il passo con quelle che sono le evoluzioni del momento.
Quello che emerge dalle statistiche recenti in merito all’uso delle tecnologie digitali nelle aziende italiane, tuttavia, va in controtendenza rispetto a ciò che ci si attenderebbe in un periodo storico particolare come quello attuale: le nostre imprese, infatti, sembrano in difficoltà nei processi di digitalizzazione, con solo il 39% di queste a utilizzare regolarmente il cloud e addirittura il 18% ad aver adottato soluzioni di intelligenza artificiale.
I dati sono quelli forniti da Amazon Web Services ed evidenziano alcuni problemi di fondo del nostro sistema economico, ossia, da un lato, la difficoltà di accesso per le piccole e medie imprese alle tecnologie più avanzate e, dall’altro, una bassa propensione a investire in tal senso.
Digitalizzazione delle imprese italiane: quali prospettive
Tecnologie chiave centrali come il cloud, l’intelligenza artificiale e i big data, come visto, si attestano oggi su percentuali molto basse (rispettivamente 39%, 18% e 9%), il che significa che le imprese italiane non sfruttano a dovere le possibilità offerte dalla digitalizzazione in termini di maggiore produttività ed efficienza di tutti i reparti organizzativi. AWS stima, per esempio, che una corretta adozione di queste innovazioni, con un aumento di 10 punti delle attuali percentuali, potrebbe far salire il valore aggiunto lordo dello 0,6% (cioè un aumento 8,9 miliardi di euro).
In realtà gli imprenditori lo sanno bene – come dimostra l’83% delle aziende che considera essenziali le competenze digitali – tuttavia la percentuale di quelle che hanno realmente aumentato gli investimenti in tal senso è molto più bassa e supera a stento il 20%. Ma come mai questa disparità? In che direzione dovrebbero muoversi le imprese italiane per avvicinarsi agli obiettivi previsti dall’UE?
Non è semplice decifrare questa situazione e diversi sono gli elementi da prendere in considerazione. L’attuale contesto economico, infatti, sta fortemente rallentando gli investimenti sul digitale per via della necessità di sopperire ad altre tipologie di costi, come quelli energetici, in forte aumento. La paura, unita alla già bassa propensione al “rischio” in fatto di innovazione tecnologica, ha finito per bloccare soprattutto le PMI, che rappresentano la fetta più ampia del tessuto imprenditoriale italiano, creando la situazione descritta dai dati.
Per smuovere le acque, in un contesto di questo tipo, potrebbe essere determinante l’intervento delle istituzioni nazionali ed europee, che con politiche ad ampio raggio e appositi fondi e finanziamenti possono creare le basi per un cambiamento immediato.
Il digitale nelle imprese: su quali innovazioni investire
A questo punto viene da chiedersi in quale direzioni dovrebbero muoversi gli investimenti per assicurare i migliori risultati alle imprese. Per rispondere a questa domanda, può essere utile guardare a ciò che già è avvenuto in questi anni a livello globale, con il successo di iniziative che proprio sfruttando la digitalizzazione hanno creato nuove opportunità generando giri d’affari miliardari.
Le società che operano nell’intrattenimento online, per esempio, hanno saputo lavorare su più fronti andando non solo a creare nuove soluzioni per fornire i propri servizi e, dunque, per rivolgersi agli utenti, ma anche adottando valide strategie di marketing a supporto degli stessi. I casinò digitali rappresentano un esempio emblematico in tal senso, avendo messo a punto piattaforme ad hoc per portare il gioco su PC e dispositivi mobili, sistemi cloud e di streaming per la migliore gestione dei dati e interventi di cybersecurity avanzati.
A tutto ciò si sommano strategie per attrarre i clienti basate su incentivi come i bonus senza deposito, che consentendo ai nuovi utenti di testare il servizio prima di caricare denaro, riescono quotidianamente a generare fiducia e a portare clienti di qualità.
È chiaro che ogni settore ha le sue peculiarità, ma questi e altri esempi possono essere di grande aiuto per chi si affaccia oggi al digitale e vuole capire come investire al meglio il proprio denaro: l’idea di fondo deve essere infatti quella di integrare le nuove tecnologie per creare valore in ogni area organizzativa, il tutto tenendo conto del prodotto o del servizio immesso sul mercato.