Come in molti ormai sanno, a seguito della delibera 348/18/CONS dell’Agcom, dal 31 dicembre 2018 privati e aziende non sono più obbligati a utilizzare il modem o il router proposti dagli operatori (ISP – Internet Service Provider).
Ciò asseconda il principio della neutralità della Rete e porta vantaggi tecnici ed economici a tutti gli utenti, che potranno risparmiare sul costo del dispositivo e usufruire dei vantaggi del VoIP.
A sostenerlo è uno studio di ULI – Utility Line Italia in collaborazione con l’Associazione italiana Internet provider (AIIP).
Secondo lo storico ISP italiano, fondato a Seveso nel 1995, la delibera dell’Agcom adegua le norme italiane alla direttiva europea sulla neutralità della Rete prevedendo misure attuative per la corretta applicazione dell’articolo 3 del Regolamento (UE) n. 2015/2120 che stabilisce misure riguardanti l’accesso a una rete aperta, con specifico riferimento alla libertà di scelta delle apparecchiature terminali.
Si tratta di un piccolo terremoto se è vero che diversi operatori, tra cui Tim, Vodafone, Fastweb, Wind Tre hanno fanno ricorso al Tar e sono in attesa di un esito fissato il prossimo 23 ottobre, mentre è stata respinta l’istanza di sospensione della entrata in vigore della delibera dell’Autorità fino a tale data.
Secondo lo studio, uno degli aspetti problematici del non adeguamento alla direttiva comunitaria è quello del VoIP (Voice over IP), con diversi operatori che impongono l’uso del “loro” apparato al cliente che vuole fruire della telefonia tramite IP, inserendo ad esempio diverse limitazioni come il vincolo della connettività e l’impossibilità di installare centralini PBX. Le numerazioni telefoniche dei grandi ISP sono, nella maggior parte dei casi, rilasciate sotto forma di linee tradizionali (analogiche) pur utilizzando tecnologia VoIP. In questo caso il servizio di telefonia non potrà mai essere utilizzato in modo indipendente dalla connettività.
Sotto l’aspetto contrattuale molte compagnie vendono un loro apparecchio al cliente avendo così gioco facile nel proporre upgrade di contratto o spesso inseriscono il router a pagamento. Con un modem di proprietà il cliente ha a suo carico solamente il costo del dispositivo e non canoni di comodato d’uso.
Con la nuova normativa, gli operatori possono continuare a proporre un proprio apparato ma devono rendere esplicito il costo del solo terminale differenziandolo da quello di installazione, configurazione e manutenzione. Inoltre, lasciando liberi i clienti di scegliersi il router, sono obbligati a rilasciare anche le configurazioni dei propri numeri di telefonia.
Come spiegato in una nota ufficiale da Andrea Massa, IT Support Manager di ULI: «Il vantaggio tecnico principale è che il cliente può finalmente acquistare un modem mirato per le proprie esigenze, gli appassionati di domotica potranno scegliere modelli con il controllo integrato dei dispositivi; il cliente potrà utilizzare meccanismi di Quality of Service per gestire le priorità del traffico sia per la telefonia che per il gaming. Il VoIP libero permette sia di utilizzare il proprio numero di telefono su altri dispositivi come telefoni IP, centralini PBX e smartphone ma anche di utilizzare sulla stessa connettività numerazioni VoIP di gestori differenti. Proprio per questi motivi, ULI, fin dalle prime connessioni internet, ha sempre lasciato liberi i propri clienti di acquistare liberamente il proprio apparato comunicando loro tutti i parametri di accesso e guidandoli alla configurazione».
Serve qualche precauzione
Per Vittorio Figini, amministratore di ULI: «Dal momento che il modem non vien più fornito dall’operatore è necessario ricordare che i provider internet (escludendo un problema legato alla rete) non si faranno carico di eventuali problematiche che dovessero sorgere con il dispositivo. In caso di guasto di questo sarà dunque necessario rivolgersi al produttore. Un altro aspetto importante da tenere in considerazione è la sicurezza: con un modem in comodato d’uso la sicurezza del dispositivo (aggiornamento firmware) viene eseguito direttamente dal provider, con il modem libero questa sarà di competenza del cliente finale. Sono proprio questi due aspetti che hanno sempre spinto i nostro clienti a utilizzare il modem dai noi fornito».
La parola alle Associazioni
Per Giovanni Zorzoni, direttore generale di Mynet e membro dell’Associazione italiana Internet provider (AIIP): «Il diritto di scegliere liberamente le apparecchiature terminali (modem/router) con le quali collegarsi a Internet non risulta ancora pienamente riconosciuto dai grandi operatori italiani. Ribadisco che non esiste una reale impossibilità tecnica di erogare servizi VoIP su modem liberamente scelti dall’utente. La creazione di sistemi chiusi, di soluzioni strettamente proprietarie, la spinta verso l’oligopolio/monopolio non minacciano solo il pluralismo del mercato delle TLC da un punto di vista economico, ma rappresentano un modello di sviluppo digitale distopico e pericoloso per le nostre società democratiche. Come Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) partecipiamo da oltre un anno alla Free Modem Alliance, operante anche di fronte alla giustizia amministrativa, nella difesa dei diritti di scelta dei cittadini. Sono convinto che, nei prossimi mesi, assisteremo al suo graduale ma comunque inesorabile accoglimento di tale istanza anche da parte dei grandi operatori».