L’Azienda Ospedaliera di Verona è una realtà di riferimento per tutta la regione Veneto ed è riconosciuta quale Centro sanitario di livello nazionale di alta specializzazione per le attività che vengono svolte nei diversi settori della ricerca, dell’assistenza e della formazione. Ha due sedi: l’Ospedale Borgo Trento (OCM) e l’Ospedale Borgo Roma. Nell’azienda sono presenti 93 unità operative, sono circa 60.000 le persone ricoverate in un anno e 23.000 i day hospital annuali, e vengono effettuati annualmente più di 8 milioni di esami con 1 milione e 500 mila referti e 150 milioni di immagini.
“Una grande complessità dal punto di vista IT data dal numero di endpoint, quindi di postazioni lavoro (oltre 4.000) e dall’esistenza di oltre 130 applicazioni, di cui alcune legacy, tra di loro integrate e interdipendenti” afferma Paolo Zuliani, Coordinatore Infrastruttura IT Servizio Sistemi Informativi dell’AOUI Verona.
Evoluzione nello storage
Presso le sedi dell’AOUI Verona – una a nord e una a sud della città a una distanza di circa 10 km – sono presenti due data center collegati tra loro tramite fibra: una situazione che ha permesso business continuity e disaster recovery in house. “Siamo clienti NetApp e Sinergy da diversi anni e già da tempo abbiamo un’infrastruttura storage metrocluster (copia sincrona del dato in ottica business continuity): siamo partiti con un FAS3140, cui è seguito il FAS3250 per arrivare attualmente a una soluzione all flash AFF8080”, spiega Paolo Zuliani. “Nel 2010 avevamo già optato per una scelta allora ‘pioneristica’, adottando il protocollo NFS che ci garantisse grande elasticità: in modo molto semplice a caldo e senza alcuna interruzione di servizio, abbiamo una migliore gestione di spazi disco”.
Una doppia soluzione
L’AOUI attualmente dispone di una soluzione in metrocluster FAS3250 abbinata a quella all flash AFF8080 (2 nodi, uno per polo ospedaliero) con una capacità nominale di 10 TB. La tecnologia NetApp, che sfrutta gli IOPS superiori del sistema flash – ovvero la maggiore velocità di accesso ai dati – per fare compressione e deduplica dei dati in maniera trasparente e automatica, consente di dimezzare gli spazi per esempio sui database Oracle.
“Sull’AFF8080 abbiamo cominciato a spostare i database più critici (su host Fujistu PRIMEQUEST 2400E) e per quest’anno è già in previsione un ampliamento dello spazio. L’idea è quella di creare storage differenziati”, commenta Zuliani. “Uno – AFF8080 – ad alte performance in business continuity per i dati cruciali e di maggiore consultazione (es. cartelle cliniche, anagrafe) e un sistema, con prestazioni inferiori e non in business continuity, ma comunque ad alta affidabilità, per tutti gli altri dati. Si tratta soprattutto dell’archivio delle bioimmagini (mezzo miliardo di file e 150 TB di dati). Nell’arco del 2017 il FAS3250 andrà in dismissione e implementeremo uno storage NetApp FAS2650”.
Flessibilità e velocità
L’azienda opera nell’ambito della sanità e quindi le componenti legacy – proprietarie – sono tante: software diversi, versioni differenti a volte datate che devono integrarsi tra loro e con altre applicazioni. “Grazie a personalizzazioni su NetApp SnapMirror e SnapVault, attualmente la maggior parte dei nostri backup sfruttano queste tecnologie”, continua l’ingegnere. “Quando si fanno degli aggiornamenti su infrastrutture come la nostra, che sono online 24 ore al giorno sette giorni su sette, la possibilità di fare un backup in 10 minuti senza impattare sulla produzione è chiaramente un plus irrinunciabile. Il passaggio delle cartelle cliniche dal FAS 3250 al nuovo storage ci ha consentito di avere dei tempi di accesso significativamente inferiori che hanno comportato una user-experience dell’applicativo sensibilmente migliorata. Per il CUP non ci sono più rallentamenti e una maggiore qualità del servizio”.