Una delle applicazioni più usate dagli utenti informatici è sicuramente il browser di navigazione, usato per poter navigare sui diversi siti internet che popolano la Rete. Spesso e volentieri, nel proprio utilizzo quotidiano, si utilizzano spesso i motori di ricerca. In base al proprio browser, inoltre, alcuni motori di ricerca potrebbero essere inclusi di default nella propria applicazione. Il primo che viene in mente è sicuramente Google Chrome, che permette la ricerca sul motore di ricerca proprietario digitando direttamente ciò che si vuole cercare nella barra degli indirizzi. A volte, però, potrebbe accadere qualcosa di inaspettato: magari, cercando proprio sul nostro Google Chrome qualcosa inserendolo nella barra degli indirizzi, ci ritroviamo, invece, su Bing (un altro motore di ricerca, per molti versi concorrente di Google). Nonostante si provi a modificare il motore di ricerca per rimuovere bing, direttamente dalle impostazioni del browser, nella sezione dei Motori di ricerca, al riavvio successivo del browser ci ritroviamo, di nuovo, ad avere Bing come motore di ricerca impostato di default. Perché accade ciò?
La causa di tutto questo è una sorta di virus informatico, il cosiddetto bing.com dirottatore. Questa tipologia di virus è, nella fattispecie, un malware, che per fortuna non si diffonde autonomamente negli altri dispositivi informatici collegati alla stessa rete. Più che essere una minaccia vera e propria, è una scocciatura: il suo scopo, infatti, è quello di cambiare le impostazioni del proprio browser e cambiare la pagina principale che si presenta all’avvio, e con essa il motore di ricerca associato. Oltre a far ciò, il bing.com dirottatore tende a far apparire diversi banner pubblicitari atti ad ingannare il navigatore di internet, portandolo a cliccarci sopra e quindi ad aprire altre pagine rispetto a quella voluta, e riesce inoltre a controllare il proprio indirizzo IP (l’indirizzo univoco associato alla propria connessione internet) e la propria cronologia di navigazione, per poter racimolare dei dati che poi possono essere venduti a terzi. Come è stato detto, questo particolare malware non riesce ad infettare autonomamente altri computer collegati alla stessa rete. Come ha fatto, quindi, ad entrare nel vostro dispositivo? Per quanto riguarda il dispositivo di casa Apple, molto probabilmente è riuscito ad entrare nel vostro computer a causa di qualcosa che avete scaricato: potrebbe essere arrivato tramite mail, con un allegato che sbadatamente avete scaricato senza sapere chi fosse il mittente, o potrebbe essere stato un file che, senza volerlo, avete copiato da un’unità di memoria mobile senza conoscerne il contenuto. Uno dei motivi principali, è, tuttavia, l’aver scaricato da internet un’applicazione non presente sullo store ufficiale del macOS, e quindi non controllata dai produttori ufficiali.
I passi da svolgere per rimuovere bing.com dirottatore
Per prima cosa, bisogna eliminare il programma che lo causa. Cercando fra tutte le applicazioni disponibili sul proprio dispositivo, bisogna trovare quella che non è stata installata passando per i canali ufficiali: quasi sicuramente sarà questa l’applicazione che ha portato al problema che avete in questo momento. È importante fare questo come prima cosa, perché altrimenti il malware continuerà a riprodursi ininterrottamente e non riusciremo mai a fermare la sua azione. Allo stesso tempo, bisogna accertarsi del fatto che il programma in questione non sia in esecuzione. Controllando, quindi, le attività attualmente in esecuzione, dobbiamo cercare un’applicazione di cui non riconosciamo il nome e interromperne l’esecuzione. Possiamo farlo tranquillamente sfruttando il Monitoraggio Attività incluso nel proprio Mac a partire dall’installazione del sistema operativo.
Una volta eliminato il programma che causa la riproduzione del bing.com dirottatore, bisogna fermarne l’esecuzione. Aprendo, quindi, le Impostazioni del proprio browser, dovremmo cercare la tabella relativa alla pagina di avvio e quindi l’impostazione relativa al Motore di ricerca selezionato, e da qui inserire nuovamente quello che vogliamo effettivamente utilizzare. Potrebbe anche essersi installata un’estensione a nostra insaputa sul browser, che permette al malware di reimpostare nuovamente bing.com come motore di ricerca di default. È buona norma, dunque, controllare che non ci siano degli add-on sospetti che non abbiamo installato e di cui non conosciamo la provenienza all’interno del nostro browser. Una volta ripulito anche questo programma, potremo stare tranquilli e continuare a navigare in tutta serenità senza aver paura che i nostri dati vengano rubati, o senza ritrovarsi spiacevoli (e a volte anche imbarazzanti) pubblicità spuntare dal nulla.