[section_title title=Ict Trade 2015: la disruption prima di tutto – Parte due]
E invece a livello di temi… quale sarà il filo conduttore della manifestazione?
Il tema è uno solo: quello della disruption, un argomento già caldo da un paio d’anni ma che a mio avviso stiamo interpretando in maniera non completa.
Disruptor è un operatore di mercato che usando delle tecniche, dei processi e delle applicazioni nuove e delle nuove e diverse metodologie di ingaggio sul mercato va a rompere quelle ormai tradizionali di operatori consolidati da tempo.
Può farci qualche esempio?
Sono stati disruptor gli sms a cura di Twitter e di Whatsapp, le librerie e le edicole hanno dei distruptor in Amazon anziché negli editori online, le agenzie di viaggio in Trip Advisior ecc., la vendita di utilitarie cittadine comincia ad avere come disruptor i bike sharing e i car sharing, i taxi hanno Uber, le società di noleggio di film hanno avuto come disruptor BitTorrent, la tv generalista Netflix.
Cosa emerge quindi dal quadro fin qui trattato?
Tutti questi dati ci fanno pensare a due elementi. Il primo è che l’azienda di Ict non deve solo limitarsi a gestire l’evoluzione del tradizionale, ma deve mettere in condizione l’azienda che vuole diventare disruptive di esserlo veramente. In alternativa l’azienda di Information Technology deve aiutare chi è sotto attacco di un disruptor a difendersi con efficacia. E’ quindi chiaro a questo punto che l’azienda di Ict ha bisogno di competenze diverse rispetto a quelle tipiche.
L’altra faccia della medaglia è questa: ma se esiste disruption nel business dei navigatori, nel business degli alberghi e così via… non è che magari dietro l’angolo c’è una disruption anche per il mondo dell’information Technology?
Le società di software, le società di servizi di informatica e gli stessi system integrator non stanno forse correndo il rischio che nasca un digital disruptor che sconvolga le regole del loro business? Questo è un tema sul quale vorremmo ragionare.
Un tema molto interessante. Ma quali sono le conseguenze di tutto ciò?
Una cosa è certa: tutti gli effetti di disruptive che abbiamo sotto gli occhi hanno come prima conseguenza quella di coinvolgere direttamente il cliente e il consumatore saltando completamente gli intermediari. Il secondo fenomeno è che i disruptor lavorano su un economia di scala tale da essere difficilmente battibili dal punto di vista del prezzo. Il terzo elemento tipico dei disruptor è, infine, che sono particolarmente vicini alle esigenze sentite o percepite dei clienti ai quali si rivolgono. Quindi non portandosi dietro una storia, una cultura, una tradizione, dei legacy, riescono ad essere più frizzanti, più competitivi, più aggressivi.
Allora calare questi tre temi sul mondo dell’Ict ci porta a pensare che nel giro di un paio d’anni il cliente potrà fruire di servizi di Information and Communication Technology in maniera completamente diversa da oggi. E non sto parlando soltanto di cloud, quanto anche di applicazioni, di mash-up applicativo, di nuove forme di outsourcing e soprattutto di concentrarsi nel far succedere delle cose piuttosto che nel gestire complessità.
Prima dicevamo che una delle peculiarità dell’Ict Trade è quella di discostarsi dalle fiere tradizionali per proporsi come un vero e proprio momento di networking dove parlare a quattr’occhi, interagire, fare sistema. Avete pensato a come dare impulso a queste attività?
Il modello tipico della nostra manifestazione comprende nel pomeriggio un mio intervento seguito da un momento di confronto tra i vendor per sentire come la pensano. La nostra speranza è che alcuni dei concetti che abbiamo espresso restino nella testa degli ospiti affinché possano poi discuterne tra di loro e con noi nel corso della giornata successiva. Questo è un modello che vorremmo confermare perché ci conosciamo tutti ma le occasioni per potersi confrontare vanno create e Ict Trade vuole essere una di queste occasioni. Quello dell’Ict Trade è un momento per confrontarsi in maniera propositiva quindi vanno contro lo spirito della manifestazione coloro che semplicemente si limitano a partecipare in maniera passiva.
E in termini di affluenza cosa vi aspettate?
Le solite 350 persone al convegno di apertura e un migliaio di persone nella seconda giornata.
Ict Trade significa anche tante iniziative parallele… Chi scenderà in campo quest’anno?
La mattina del 10, prima dell’apertura, è prevista una conferenza stampa di Asso.IT che presenta un’operazione che non ha precedenti in Italia: un documento condiviso da tutti i produttori di stampa sulle tecniche ottimali di valutazione dei sistemi di stampa. Il secondo giorno c’è invece un meeting di CDO Informatica che presenta un programma il cui motto è “conoscere per decidere, decidere come agire”: il tema del cambiamento è quindi molto importante. Comufficio organizza invece un incontro con gli operatori del Retail sui nuovi temi della fiscalità, del registratore di cassa, e del collegamento automatico con i sistemi centrali dell’amministrazione fiscale e tributaria. Hp incontrerà poi i suoi partner e Citrix racconterà la sua nuova offerta in ambito mobility. Insomma ci sono varie iniziative che si coniugano tutte con lo spirito del “parliamoci per capire se ci sono opportunità di business”.
Per leggere cosa dice Cuzari sulle prosettive del canale Ict e sul nuovo ruolo del distributore continua a leggere alla pagina seguente