Dai privati che rinunciano alla linea fissa per passare al VoIP (Voice over IP) o al solo mobile, alle aziende che anch’esse spostano il numero tradizionale sul VoIP, al vecchio fax che sta scomparendo, la telefonia ha un nuovo futuro basato sulla Rete e sulla trasmissioni dei dati.
Ad affermarlo è uno Studio ULI – Utility Line Italia, tra i più antichi ISP (Internet Service Provider) italiani, fondato nel 1996 a Seveso nell’hinterland milanese.
Il costo del numero analogico è aumentato negli ultimi anni. Telecom Italia, che entro il 2024 dismetterà più della meta delle centrali di trasmissioni, onerose per costi energetici e immobiliari, spinge verso il VoIP. Orange, erede di France Télécom, mira a migrare totalmente sulla stessa tecnologia. Intanto le tariffe mobile sono sempre più convenienti per l’agguerrita concorrenza degli operatori (Tim, Vodafone, Wind Tre, Iliad) e affidabili.
Secondo il campione di circa 1.500 clienti di ULI, che ha approntano un servizio “taglia bolletta” che consente di eliminare il fisso e ricevere le chiamate al proprio mobile risparmiando fino al 60% della bolletta, gli utenti analogici sono diminuiti dall’80% nel 2010 al 45% del 2015 al 13% del 2018, all’opposto le utenze VoIP sono aumentate dal 10% (2018) al del 35% (2015) al 52% (2018). Crescono coloro che negli stessi anni rinunciano progressivamente al fisso: rispettivamente 10%, 20% il 35%.
A differenza dei privati che abbandonano il numero tradizionale, le aziende mantengono le numerazioni attive migrando il servizio dalla rete commutata pubblica – la RTG (Rete Telefonica Generale) – al VoIP. Due i fattori determinate: il risparmio dei costi che può arrivare al 60% per un privato e fino all’80% per un’azienda (col VoIP più si fanno telefonate, più si risparmia). Questa tecnologia implica altri vantaggi per un’azienda: la possibilità di poter fare/ricevere fino a 100 telefonate contemporaneamente e attivare facilmente servizi aggiuntivi come la segreteria telefonica via e-mail, l’ invio/recezione fax via e-mail, la registrazione e la deviazione selettiva delle chiamate. I dati ULI confermato tale indirizzo: le aziende con analogico calano dall’80% del 2010 al 58% del 2018 al 25% del 2018, mentre aumentano quelle che optano per il VoiP rispettivamente del 20% (2010), 42% (2015) e 75% (2018).
Il servizio fax, già quasi del tutto dismesso dai privati a vantaggio della e-mail, sta anch’esso registrando una decrescita nelle aziende. Ciò si spiega con la diffusione del servizio PEC che certifica la validità legale dei documenti, la praticità di eliminare l’apparecchio, il risparmio della carta e il rispetto dell’ambiente. Secondo lo studio di ULI l’utilizzo del fax analogico nelle aziende diminuisce dall’85% nel 2018 al 35% nel 2015 al 12% nel 2018. Al contrario il ricorso al via e-mail si accresce rispettivamente del 10%, al 45% e al 40%. Aumentano le aziende che hanno del tutto eliminato il fax: lo usavano il 5% del 2010, il 20% nel 2015, il 48% nel 2018.
“Prevediamo – spiega Vittorio Figini, amministratore di ULI – Utility line Italia – che nel 2020 tra i privati solo il 5% utilizzerà il fisso, il 45% passerà al VoIP e ben il 50% rinuncerà del tutto alla numerazione tradizionale. Tra le aziende ben il 95% impiegherà il VoIP. Circa il fax, l’8% manterrà quello analogico, il 62% vi rinuncerà del tutto, mentre il 30% opterà per la mail come servizio sostitutivo. Dobbiamo prepararci a un futuro in cui il telefono solo voce tenderà a sparire. Sara fondamentale l’ accesso in fibra per supportare i servizi IP. Andremo verso una decrescita di funzioni tradizionali a vantaggio di nuove tecnologie e di opzioni che consentiranno di comunicare congiuntamente via voce, video e dati in modo sempre più complesso e sistemico”.