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    Intelligenza Artificiale: fare chiarezza per arricchire il Canale

    By Redazione Top Trade11/01/20196 Mins Read
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    La parola chiave anche per i Partner è Intelligenza Artificiale ed è necessario sfatarne i miti per poter creare valore

    Matthieu Brignone, Head of EMEA Channel and Alliances di Pure Storage

    A cura di Matthieu Brignone, Head of EMEA Channel and Alliances, Pure Storage

    I dati catalizzano la crescita e l’innovazione delle aziende, e hanno la capacità di trasformare il modo in cui esse operano e come supportano i clienti. In effetti, i dati sono un aspetto talmente importante delle “operations” che quattro leader su cinque in tutta l’area EMEA hanno dichiarato che il loro lavoro sarebbe impossibile senza di essi. Ciò è quanto emerge da un recente studio commissionato da Pure Storage al MIT Tech Review Insights.

    Tuttavia, l’enorme volume di dati rimane difficile da gestire per le aziende, e la velocità con cui vengono generati è in costante aumento. Secondo IDC, nel 2025 la mole di dati prodotti dalla sola Internet delle cose (IoT) sarà pari alla quantità complessiva di tutti i dati generati nel 2020. Come far fronte a tale situazione?  L’Intelligenza Artificiale può venirci in aiuto. In base a quanto emerso dalla nostra ricerca, infatti, l’82% degli imprenditori ritiene che l’intelligenza artificiale cambierà il modo di pensare ed elaborare i dati.

    Sebbene l’AI possa senza dubbio aiutare le imprese ad ottenere il massimo dai dati, molti miti che la circondano devono ancora essere sfatati. Questa è un’opportunità per il canale, che può supportare i clienti a superare le resistenze all’adozione di queste tecnologie.

    Mito 1: L’AI è una tecnologia del futuro

    L’intelligenza artificiale non è un concetto futuristico né tanto meno una tecnologia fantascientifica. L’AI è disponibile adesso. Tuttavia, nel ricercare soluzioni di AI, i clienti possono perdersi nei meandri di applicazioni troppo all’avanguardia e in una terminologia scientifica complessa. Per contrastare questo fenomeno, il Canale deve essere in grado di mostrare casi utente con risultati concreti.

    Detto ciò, molte di queste tecnologie sono nuove, il che implica nuove competenze e terminologie con le quali confrontarsi. Il nostro studio ha rilevato che il 37% dei leader aziendali considera la mancanza di risorse formate come una barriera all’adozione delle tecnologie di intelligenza artificiale, e con la ben nota carenza di competenze in ambito tecnologico, questo è un problema che non sembra destinato ad essere superato tanto facilmente.

    Per affrontare questa situazione è necessario che il Canale investa sulla formazione a partire dal proprio personale. I rivenditori devono garantire che i propri team siano pienamente formati e competenti in materia di AI, in modo da poter consigliare/educare e aiutare i clienti ad assumere decisioni più consapevoli. I percorsi di formazione dedicati all’AI devono partire ora in modo da poter supportare i clienti nel miglior modo possibile nel breve e nel lungo periodo. Meglio preparare quindi i propri team attraverso training sul campo e accertarsi che siano composti da figure professionali idonee a comunicare i benefici di queste tecnologie ai vari livelli – che si tratti di C-Suite, IT Manager o anche di data scientist.

    Mito 2: Hollywood e la realtà dei casi d’uso

    La percezione dell’Intelligenza Artificiale deriva spesso da come viene presentata attraverso i media. Prendiamo ad esempio i film di Hollywood; il concetto di “rivoluzione robotica” contribuisce a far sì che le persone ci pensino due volte prima di esplorare le possibilità dell’AI. In realtà il termine è oggi usato in riferimento a tecnologie come l’automazione, il Machine Learning e il Deep Learning. Questo è ciò che vediamo oggi nell’industria, dove compiti che richiedono un ampio dispiego di tempo vengono eliminati grazie a tecnologie che consentono di elaborare grandi quantità di dati ad enorme velocità.

    Pendiamo l’assistenza sanitaria, ad esempio. L’AI viene utilizzata per la diagnosi e l’analisi di grandi quantità di dati in pochi secondi – attività che richiederebbero giorni se svolte dal personale – aiutando a curare malattie precedentemente ritenute incurabili. Ci sono innumerevoli altri esempi di tecnologie che hanno un impatto positivo in quasi tutti i settori. L’Intelligenza Artificiale sta aiutando le compagnie di assicurazione ad analizzare le immagini di auto incidentate o di danni alla proprietà per fornire una stima istantanea per la liquidazione di un sinistro, e in alcuni paesi, i negozianti stanno applicando l’AI al video per riconoscere e comprendere meglio il comportamento dei clienti.

    I partner di Canale devono essere in grado di dimostrare le reali applicazioni dell’AI, dall’automazione al Machine Learning e i benefici che possono portare alle imprese. Creare delle demo per i clienti è un ottimo modo per farlo. Solo quando le aziende potranno osservare casi utenti reali e le implicazioni di queste tecnologie, saranno inclini ad adottarle. Poter osservare da vicino casi studio di queste tecnologie aiuterà inoltre i dirigenti aziendali a farne comprendere appieno i benefici all’interno delle proprie aziende.

    Mito 3: Cambiare lavoro

    Per molti, il tema dell’AI è direttamente connesso al timore di essere sostituiti nelle proprie mansioni– situazione spesso riportata da alcuni titoli sensazionalistici. Un esempio è lo studio del Centre for London secondo il quale, entro i prossimi 20 anni, a Londra, quasi un terzo dei posti di lavoro potrebbe essere potenzialmente svolto da macchine. Affrontare i dubbi e le preoccupazioni dei lavoratori su questo argomento potrebbe costituire un’ulteriore barriera all’adozione dell’AI.

    Tuttavia, laddove ci sono delle sfide, ci sono anche delle opportunità, e il discorso deve passare dalla “sostituzione” alla “valorizzazione” del lavoro. Ci sono altrettanti studi che evidenziano i benefici che l’AI avrà sulla forza lavoro, mentre la ricerca di Gartner indica che l’AI creerà effettivamente più posti di lavoro.

    I dirigenti e i lavoratori dovrebbero invece concentrarsi su come l’intelligenza artificiale possa accrescere e migliorare i loro ruoli – ed anche in questo caso, il Canale può svolgere un ruolo importante. I rivenditori possono offrire programmi di istruzione e formazione su queste nuove tecnologie, non solo per garantire che l’azienda possa utilizzare queste tecnologie al massimo del loro potenziale, ma anche per dissipare le preoccupazioni che riguardano l’AI. E’ questo genere di servizi che posizionerà i rivenditori come veri e propri partner commerciali.

    L’AI non è poi così lontana, e sta portando un concreto impatto positivo. Con tante opportunità quante sono le sfide (come con qualsiasi nuova tecnologia), molti business leader si rivolgeranno ai propri partner di canale per essere guidati attraverso di essa. Se i rivenditori di canale riusciranno ad informare i clienti circa i benefici dell’AI, dimostrarne l’impatto sulla vita reale e comunicare a tutti i livelli aziendali, allora potranno diventare  aiutare le aziende nel loro percorso di trasformazione digitale.

    canale Intelligenza artificiale Pure Storage
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