Elettrodomestici connessi a Internet e più genericamente “dispositivi che si interfacciano in rete” sono le definizioni più spesso associate al termine IoT da parte dei consumatori, mentre se si va a indagare il reale utilizzo si rileva che, nonostante il dichiarato, non arrivano al 50% le persone, in Italia, che hanno sperimentato un oggetto connesso (smartphone escluso, ovviamente).
Sono queste le prime evidenze che emergono dalla ricerca Retail Transformation 2.0, realizzata da Digital Transformation Institute e CFMT.
Rispetto ai risultati del 2018, dunque, poco è cambiato. L’identikit dell’utente che afferma di conoscere il termine IoT, Internet delle Cose, si conferma lo stesso: uomo, giovane, con grado di istruzione elevato, competenze digitali avanzate ed elevata autostima digitale.
IoT: poco conosciuto, troppo poco sperimentato
La ricerca Retail Transformation 2.0, che ha indagato anche quest’anno il rapporto delle persone con le tecnologie nel settore retail, conferma come siano ancora poche le donne a conoscere questo termine (il 29% a fronte del 49% di uomini), le persone con più di 55 anni (33% contro il 49% della fascia 18-34), quelle con grado di istruzione bassa (27% contro un 53% di più istruiti) e gli intervistati con competenze digitali dichiarate basilari (26% a fronte di un 60% avanzate).
Ad aver sperimentato una interazione smartphone-TV in modo regolare sono soltanto il 14% degli intervistati, con un 42% che dice di aver provato (un 7% in più rispetto al 2018). Sono un 44%, invece, quelli che non hanno mai sperimentato la cosa, in calo del 10% rispetto allo scorso anno.
Se si guarda alla sharing mobility e alla possibilità di accedervi da smartphone, appena il 6% degli italiani dice di usare il proprio telefono per condividere un mezzo di trasporto con regolarità, mentre un 29% lo ha solo provato (in aumento dell’8% dall’anno scorso). Un 65%, in calo rispetto allo scorso anno, invece, la percentuale di quelli che non hanno mai provato, sebbene un 36% si dica interessato.
Nonostante gli intervistati associno a IoT il termine elettrodomestico, a fruire regolarmente di oggetti di domotica sono l’11%, a cui si somma un 31% che dichiara di aver provato (in aumento del 7% rispetto al 2018). Tra gli “sperimentatori” il 44% dice di sentirsi completamente a proprio agio, mentre un 12% non è soddisfatto. A non aver provato nessun apparecchio di casa connesso a Internet il 58% degli italiani, nonostante la quasi totalità (il 56%) si dichiari interessato.
Tra difficoltà di utilizzo e paura per la sicurezza domestica
A frenare i consumatori in questo, come in altri casi, le difficoltà di utilizzo e la paura. Paura per la sicurezza domestica o per il fatto che gli elettrodomestici si attivino da soli mentre si è fuori casa. Se si guarda a un’altra possibile e interessante applicazione, come il mobile contactless, anche in questo si registrano numeri bassi: un 13% degli utenti dice di usarlo regolarmente, un 31% lo ha sperimentato e un 56% (in calo del 5% rispetto al 2018) non lo ha mai provato.
Nemmeno la fruizione culturale da smartphone risulta, secondo la ricerca, così praticata: solo un 6% degli italiani usa il telefono regolarmente per fare questo; un 42% afferma di aver provato e un 52%, ovvero più della metà, non si è mai avventurato in questa cosa, benché interessato (48%).
Come riferito in una nota ufficiale da Stefano Epifani, presidente del Digital Transformation Institute: «I dati ci parlano di un’Italia che da una parte è vorace consumatrice di tecnologia, si pensi alla diffusione degli smartphone e dei social media, dall’altra arranca, complice la scarsa consapevolezza diffusa, quando si tratta di andare oltre il “like” su Facebook. Siamo ancora diffidenti rispetto a strumenti invece sempre più diffusi, e non riusciamo ad abbandonare un timore che però fatica a trasformarsi in spinta verso la comprensione di fenomeni che stanno cambiando la nostra vita».