La Casa di Cura privata Polispecialistica “Dott. Pederzoli” nasce nel 1947, a Peschiera del Garda, a indirizzo prevalentemente chirurgico per volontà del dottor Piero Pederzoli. Nel 1987 è divenuta Presidio Ospedaliero dell’Ulss 22: le è stato, cioè, riconosciuto un ruolo indispensabile nell’assistenza sanitaria pubblica sul territorio. Il futuro della Casa di Cura è anche pensato per far fronte alla crescente richiesta di strutture in grado di garantire continuità assistenziale dopo le dimissioni dall’ospedale e dare risposta ai bisogni dei malati di patologie croniche e oncologiche e delle loro famiglie. Una sensibilità “sociale” che ha portato il Presidio Ospedaliero Dott. Pederzoli a realizzare un nuovo complesso residenziale per pazienti non autosufficienti (RSA), al cui interno si svilupperà un nucleo destinato alla gestione di malati in stato vegetativo permanente/ persistente (SVP) e malati oncologici da accogliere in un’area dedicata alle cure “palliative” – “Hospice”.
La sfida
La Casa di Cura Dott. Pederzoli disponeva di due infrastrutture – Sistema Informatico Ospedaliero e Sistema Dipartimentale RIS/ PACS Servizio Diagnostica per Immagini – e per entrambe erano in scadenza i contratti di assistenza e manutenzione, come spiega Andrea Monastero, addetto Sistemi Informativi Sanitari. “L’infrastruttura su cui vengono eseguiti i server virtuali del Sistema Informatico Ospedaliero sfruttava l’hypervisor VMware nella versione ESXi 5.0.0. Tale versione non garantiva la compatibilità con i nuovi sistemi operativi Windows 2012 STD e l’hardware a disposizione non consentiva l’aggiornamento alla versione 6.0 di VMware. Entrambe le infrastrutture hardware erano distribuite su due siti fisici (primario e di disaster recovery), e a breve sarebbero state trasferite nelle nuove sale macchine costruite a norma in due moderni edifici all’interno del campus della Casa di Cura”. Negli ultimi due anni, per l’inevitabile evoluzione dei sistemi informativi, a seguito della crescita della dimensione e dei volumi di attività dell’azienda, l’infrastruttura hardware del sito di disaster recovery era ormai utilizzata come una seconda sala server, in quanto tutti gli applicativi e i dati della Casa di Cura non potevano essere contenuti in un unico sito.
“L’obiettivo era quello di realizzare un’infrastruttura ad alta affidabilità all’interno del campus della clinica, centralizzando in un’unica soluzione anche l’infrastruttura del sistema Dipartimentale del Servizio di Diagnostica per Immagini”, precisa il manager. “Il backup dei dati aziendali veniva effettuato utilizzando la modalità tradizionale, copiando semplicemente i dati applicativi ritenuti importanti per la struttura, non prendendo in considerazione la configurazione del server da cui venivano prelevati i file. Volevamo ottenere upgrade hardware e software senza interruzione dei servizi erogati e un’alta affidabilità in caso di guasti”.
La soluzione
“Dovendo prevedere la sostituzione degli storage di entrambe le infrastrutture hardware, la decisione è ricaduta sulla soluzione NetApp Metro Cluster”, afferma Andrea Monastero. “È in grado di assicurare alla Casa di Cura la presenza di un’infrastruttura ad alta affidabilità”.
È stato scelto il partner Elmec, la cui competenza si è perfettamente sposata con queste nuove esigenze, essendo in grado di proporre prodotti di alto contenuto tecnologico – come quelli NetApp – e di organizzare, disegnare e implementare l’architettura dei nuovi centri dati, vero cuore del progetto. Occorrevano infatti un sistema affidabile e una business continuity con RTO (Recovery Time Objective) e RPO (Recovery Point Objective) uguali a zero. Il servizio di business continuity doveva quindi essere impostato in modo che, se uno dei due siti avesse avuto un problema grave, l’altro sarebbe stato pronto per la replica in modalità sincrona e i dati sarebbero stati a disposizione in tempo reale. Grazie all’implementazione di un progetto gestito con Elmec, la Casa di Cura Dott. Pederzoli ha adottato, per i due data center principali, due NetApp FAS8020 in configurazione a 2 nodi attivi e con il software MetroCluster per alta disponibilità e disaster recovery. In un’altra sala CED, sempre all’interno del campus, è stato posizionato un sistema storage FAS2554 come repository di backup Veeam.
Benefici ottenuti
“Grazie all’adozione di questa nuova architettura, la Casa di Cura Dott. Pederzoli ha ottenuto una riduzione dei costi di gestione, avendo unificato le due infrastrutture in una unica ad alta affidabilità”, spiega Andrea Monastero, “e un miglioramento delle prestazioni dei server virtuali che lavorano su nuova infrastruttura. A gennaio 2016 con tale soluzione è stato possibile effettuare operazioni di manutenzione dell’infrastruttura di rete, spegnendo in orario lavorativo una delle due nuove sale macchine, senza che si verificasse alcun disservizio per l’ospedale”. Il sistema NetApp FAS8020 MetroCluster garantisce “zero” perdite di dati e protezione per le principali cause dei downtime: guasti di fornitura energetica, raffreddamento e rete, o disastri che dovessero colpire il data center. L’unione del clustering basato su array con il mirroring sincrono offre disponibilità continua e nessuna perdita dati, con ripristino trasparente in seguito a guasti e riduzione dell’overhead amministrativo e del rischio di errore umano. Elmec ha giocato un ruolo fondamentale nella progettazione e implementazione dell’architettura dei nuovi data center, tant’è che sono scaturiti altri progetti, come il rinnovo della parte networking e di managed service, ovvero la gestione di una parte infrastrutturale on premise.