Nato nel 2010, il “Premio Ricoh per giovani artisti contemporanei” è un progetto che coniuga arte e Responsabilità Sociale promuovendo la cultura e dando ai giovani la possibilità di esprimere la propria creatività. Questa iniziativa è organizzata da Ricoh Italia con la collaborazione di Regione Lombardia e Mondadori Retail e il patrocinio del Comune di Vimodrone.
La giuria – presieduta da Giorgio Grasso, Presidente della Fondazione Arte Contemporanea – era composta da Davide Oriani (CEO di Ricoh Italia), Mirko Bianchi (Past President di Ricoh Italia), Francesco Riganti (Direttore Marketing Mondadori Retail), Rino Moffa (editore e Ambassador Progetto Unesco sui Cambiamenti Climatici e Politiche Sostenibili), Maria Grazia Mattei (Fondatrice e Presidente “Meet Digital Culture Center”, Fondazione Cariplo), Fran Bull (Artista), Marco Egidio Albertini (Assessore alla Cultura e Istruzione del Comune di Vimodrone) e Alessandro Papini, (Presidente del Gruppo di lavoro per la selezione di mostre, opere d’arte ed esposizioni culturali/informative per la valorizzazione delle sedi di Regione Lombardia).
La giuria ha decretato:
• Vincitore assoluto: Karina Castorani Gosteva con l’opera “Meduse quantiche” (stampa digitale su carta fotografica di cotone su Di Bond con dettagli in effetto dorato)
• Vincitore per la sezione pittura-disegno-grafica: Melissa Marinozzi con un’opera realizzata con carte di riviste di moda su tela (Senza Titolo)
• Vincitore per la sezione scultura-installazione: Andrea Agati che ha realizzato una scatola utilizzando legno e vari materiali (Senza Titolo)
• Vincitore per la sezione fotografia-video, digital art: Fabiola Vizzini con la fotografia “Amarcord”
• Vincitore per la sezione Pop Art: Oriana Galopin con l’opera “Green grass” (olio su tela).
Agli artisti è stato chiesto di esprimere, attraverso le loro opere, i valori Ricoh così riassumibili: “Lo sforzo verso l’innovazione, che semplifica la vita e il lavoro, salvaguardando nel contempo l’ambiente e in generale i principi della responsabilità sociale d’impresa”.
Condividere la bellezza e il rispetto per l’ambiente
È Karina Castorani Gosteva (NABA, Milano) il vincitore assoluto della nona edizione del Premio Ricoh. L’artista commenta così la sua opera: “Sono rimasta affascinata dalla bellezza delle meduse che una volta ho visto galleggiare nel mare di Nizza. Ho deciso di immortalarle per condividere con altri la bellezza di quei colori. Per poter ancora godere di spettacoli naturali simili dovremmo amare di più il mondo in cui viviamo cercando di rispettare l’ambiente. Partendo quindi da uno scatto fotografico, ho creato un modulo allover mediante photoshop dando un effetto caleidoscopico. Questo ha dato vita ad altre forme che sono diventate infinite all’interno dell’opera. Infinite sono anche le probabilità nella fisica quantistica e da questo concetto ho tratto ispirazione per il titolo “Meduse quantiche”. Dopo aver stampato l’opera, ho dipinto alcuni dettagli sbriciolando foglie d’oro per darle più luce e renderla unica. L’utilizzo dell’oro non è dovuto però solo a scelte estetiche: a livello simbolico l’oro indica ricchezza e abbondanza, per cui si tratta di un augurio di positività e di elevazione spirituale. In quest’opera ho cercato di unire le mie tre passioni più grandi: la fotografia, la progettazione di stampe allover e la pittura”.
La ricerca artistica incontra innovazione e sostenibilità
A vincere la sezione pittura-disegno-grafica è Melissa Marinozzi (Accademia di Belle Arti di Macerata) con un’opera realizzata con carte di riviste di moda su tela. La vincitrice spiega: “La mia opera sposa i valori di Ricoh di ecosostenibilità e innovazione, in quanto nella mia ricerca artistica ho intravisto nel riciclo della carta di riviste moda il potenziale più adatto alla mia poetica. Elevandosi ad opera d’arte, l’oggetto di scarto porta con sé la traccia del suo tempo e quindi della nostra epoca. Lo scopo delle mie opere è principalmente estetico, ma a volte capita che qualche lettera o parola, emergano più di altre e prendano il sopravvento lasciando, oltre alla traccia visiva, anche un messaggio. In quest’opera emerge in particolare la parola “futuro”, tema sul quale noi tutti ci interroghiamo”.
Una scultura surrealista metafora della responsabilità sociale
Andrea Agati (Accademia di Belle Arti di Messina) ha vinto nella sezione scultura-installazione realizzando una scatola fatta di legno e vari materiali che l’autore spiega in questo modo: “Ho voluto ispirarmi a un noto artista surrealista, Joseph Cornell, il quale era solito creare scatole. Ho assemblato questa scatola dedicandola a Milano. Si tratta di una scultura prettamente surrealista ma che riunisce anche altri movimenti artistici, diventando così metafora dell’unione tra persone in un’ottica di responsabilità sociale”.
Nuove prospettive per una crescita sostenibile
Fabiola Vizzini ha primeggiato nella sezione fotografia, video, digital art con la fotografia “Amarcord”. L’artista spiega: “Da una antica visione nostalgica e surreale, quasi sognante, ci ritroviamo oggi catapultati in una realtà cruda e spietata, che richiama l’attenzione sull’importanza di una crescita sostenibile inclusiva, stabile, basata sulla lotta alla povertà, sul rispetto dei diritti umani, del lavoro e dell’ambiente. Occorre pertanto evitare pratiche sleali e promuovere una reale prospettiva anche grazie all’innovazione tecnologica e al rispetto delle persone. A queste ultime appartiene l’ambito artistico, inteso come capovolgimento, ormai compiuto, fra parole e immagini per distinguere un luogo dal resto dello spazio, un periodo dal resto del tempo”.
Coinvolgere le nuove generazioni per salvaguardare l’ambiente
Con “Green Grass” Oriana Galopin ha vinto la categoria Pop Art, una sezione trasversale promossa da Mondadori Store. “Ho dipinto un contesto cittadino, un ambiente troppo antropomorfizzato e grigio. Le auto in lontananza rappresentano il consumismo che tende a entrare in contrasto con il rispetto verso la natura. In un mondo in cui domina la tecnologia, una bambina utilizza una stampante per riportare la strada a ciò che era un tempo, creando un tappeto di fogli erbosi che vogliono dare speranza agli occhi di chi guarda il dipinto. L’opera vuole ricordare l’importanza dell’amore per la natura, l’educazione che dovrà estendersi alle generazioni future e la previsione ottimistica di nuove tecnologie che sappiano trovare un leale compromesso tra le necessità umane e la tutela dell’ambiente”.