Comunicare. Si tratta un concetto semplice ed essenziale per la vita di ogni uomo o donna, ma che purtroppo per molti è diventato quasi impossibile: sono infatti circa 3 milioni nel mondo (200 mila in Italia) le persone colpite da afasia, disturbo che porta alla perdita della capacità di comporre o comprendere il linguaggio e spesso conseguenza di un ictus. Il 30% delle persone che ha subito un ictus riscontra infatti una lesione ad una zona del cervello chiamata area del linguaggio.
“A causa di aneurismi o occlusioni di arterie è possibile che venga colpito l’emisfero celebrale sinistro dove appunto risiedono le capacità di comunicazione di ogni persona. Esistono diverse tipologie di afasia: nel caso il danno riguardi la parte frontale, a subire ripercussioni sono le capacità espressive del linguaggio, mentre se coinvolge la zona posteriore dell’emisfero sinistro, il malato evidenzierà problematiche nella comprensione del linguaggio. Sono molto frequenti le lesioni che coinvolgano entrambe le aree e spesso l’afasia è associata a fenomeni di depressione poiché porta l’individuo ad un isolamento sociale” ha spiegato Elio Clemente Agostoni, Direttore del dipartimento Neuroscienze dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda.
A venire incontro a tutti i pazienti colpiti da questa patologia, ma anche alle persone affette da disturbi legati alla comunicazione verbale è Wemogee, app gratuita di istant messaging nata dalla collaborazione tra le filiali italiane di Samsung e Leo Burnett. La nuova applicazione, disponibile per iOS e Android, permette ai pazienti di esprimere idee, emozioni, concetti e frasi a familiari e amici. Come? Attraverso l’uso delle emoji! Più specificatamente, una serie di emoji digitate dal paziente (che le sceglie da un panel di opzioni visive) consente loro di creare frasi che vengono trasformate automaticamente in parole e inviate al ricevente. La persona non afasica riceve quindi il messaggio in forma testuale e potrà rispondere utilizzando parole scritte; allo stesso modo, il paziente afasico riceverà la comunicazione in forma di emoji. Wemogee è quindi una sorta di traduttore testo-emoji e viceversa. Attualmente sono disponibili più di 140 frasi relative a 6 aree: vita quotidiana; mangiare e bere; sentimenti; aiuto, attività ludico-ricreative, ricorrenze e celebrazioni.
“L’inserimento di risposte suggerite, di fronte a determinate domande, rappresenta un modello di interazione semplice, che agevola l’utilizzo da parte del paziente afasico limitando le sue possibilità di scelta e di conseguenza le possibilità di errore” ha aggiungo il Direttore Agostoni che ha seguito da vicino tutte le varie fasi di sviluppo scientifico di Samsung Wemogee.
L’applicazione può essere usata sia quando le due persone che vogliono dialogare si trovano nello stesso luogo fisico, ma anche qualora fossero in città o nazioni diverse. Inoltre è molto utile in fase di training, a supporto delle tradizionali metodologie di riabilitazione.
“La tecnologia è un abilitatore e acceleratore di opportunità: rappresenta uno strumento di inclusione che, attraverso il boom degli smartphone e delle applicazioni, è diventata una parte importante della nostra quotidianeità. Grazie a Wemogee anche le persone affette da afasia sono finalmente in grado di comunicare”.
Wemogee verrà costantemente migliorata grazie alla collaborazione con le diverse strutture ospedaliere nazionali così da risultare ancora più efficace a seconda della tipologia di afasia che ha colpito il paziente. L’App, disponibile a partire dal 28 Aprile, sarà usufruibile sia in versione italiana che inglese.