[section_title title=Privacy e sicurezza: il progetto VisiOn raccoglie le nuove sfide della Sanità – Parte 1]
Nell’ambito del progetto VisiOn, Business-e Spa, società del Gruppo Itway specializzata in sicurezza informatica, che si occupa di consulenza IT per migliorare la produttività e la sicurezza delle organizzazioni clienti, sta lavorando allo sviluppo di una piattaforma che permette alle organizzazioni di dialogare con i cittadini e di controllare meglio come sono gestiti i dati, soprattutto in ambito sanitario. Le organizzazioni potranno essere più trasparenti con i cittadini e, nel contempo, i cittadini potranno dialogare con le organizzazioni su come vogliono che vengano gestiti i loro dati controllandoli, venendo informati su cosa succede e dando indicazioni sui loro desiderata in termini di sicurezza e gestione. Il tutto all’insegna della massima semplicità. Loredana Mancini, Chief Operating Officer di Business-e, ci ha spiegato i dettagli dell’iniziativa e il contesto nel quale ha preso vita.
Con la sempre maggiore digitalizzazione delle informazioni anche in ambito sanitario dovuta all’introduzione della cartella clinica digitale ed al fascicolo sanitario elettronico, i dati degli utenti parrebbero essere più a rischio. Si tratta infatti di dati molto appetibili, tanto è vero che anche fonti come Ratheon/Websense parlano di una crescita del 600% negli attacchi informatici verso ospedali e organizzazioni sanitarie. Le cose stanno davvero così?
I dati personali in generale, e più in particolare quelli sanitari, sono informazioni importanti, appetibili, interessanti, di grande valore per chi li possiede. Soprattutto i dati più sensibili, come quelli riguardanti la salute, le idee politiche, la sessualità e così via, vanno trattati con particolare cura perché ci caratterizzano fortemente. E’ assolutamente vero che a livello globale si è assistito ad un incremento negli attacchi da parte dei cyber criminali per raccogliere questo tipo di informazioni, che hanno un valore importante.
La necessità di tutela di questi dati si contrappone però alle esigenze di semplicità e immediatezza nella loro fruizione da parte delle organizzazioni legittimamente destinate a gestirli…
E’ chiaro che se ci poniamo come pubblici cittadini, ma anche come utenti di una sanità pubblica e privata o di una banca, vogliamo una serie di servizi semplici, agevoli, immediati, come quelli cui siamo abituati grazie ai nuovi sistemi tecnologici con cui abbiamo a che fare tutti i giorni. Si cerca un’esperienza intuitiva e immediata, che permetta di avere tutte le informazioni che cerco nella maniera più facile possibile. Per poter però usufruire di questi servizi anche da parte della pubblica amministrazione i dati sensibili devono essere necessariamente condivisi tra le PA, tra le strutture sanitarie, tra la struttura e il titolare dei dati e anche i loro familiari qualora sia il caso, come nel caso di un paziente che deve essere seguito dalla famiglia. C’è la necessità di estendere la visibilità di questi dati ad una platea più allargata.
E’ proprio qui che entra in gioco il tema della privacy…
Sì perché a questi bisogni si contrappone la necessità di proteggere le informazioni sensibili. Una necessità sancita anche dalla legge: abbiamo infatti una legge sulla privacy che è stata recepita già da tempo anche in Italia e a dicembre è stato approvato il nuovo Regolamento UE che dovrà essere a regime nei Paesi membri dell’Unione entro due anni. Un passo avanti significativo che sancisce una legge uguale per tutti gli Stati dell’Unione, senza la possibilità di interpretazioni statuali, cosicché se ad esempio sono un cittadino italiano che va in vacanza in Spagna e si trova costretto a fare delle analisi specialistiche sul luogo il trattamento dei dati sarà soggetto a una medesima disciplina.
Il concetto di sicurezza quindi è sempre più protagonista?
La necessità di una maggiore protezione dei dati è ben chiara, tanto è vero che in ambito Agenda Digitale e Sanità Digitale se ne sta tenendo conto, come anche in relazione alla descrizione di nuovi servizi anche a livello del Governo. Ovunque è riportato in maniera chiara ed esplicita il concetto di sicurezza dell’informazione, di protezione dei dati dei cittadini. Lo stesso ministro Madia, in un intervento nel corso di un evento organizzato da Business-e, ha affermato con decisione che occorre muoversi verso l’innovazione ma rispettando il concetto di sicurezza. L’evoluzione, dunque, è naturale, non la possiamo fermare. Bisogna perciò sfruttare al meglio le competenze e gli strumenti che il mercato e le aziende italiane mettono sul campo per coniugare queste due esigenze: servizi snelli, agevoli e immediati da un lato e diritto alla privacy e alla sicurezza dei cittadini dall’altro.
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