La società sta cambiando, così gli stili di vita delle persone e le aspettative sulla qualità della vita. La sanità si trova così ad affrontare nuovi trend e nuove richieste, mentre aumentano i servizi e cambiano lo scenario e le esigenze del mercato.
La spesa Ict nel comparto sanità è in crescita e ammonta a 1.163 milioni ( + 2,8% secondo il 3°Osservatorio Assinform sull’Ict nella Pubblica Amministrazione Digitalizzazione PA realizzato a luglio 2016) e quindi pare finalmente cominciare a diventare un po’ più chiaro il ruolo che la tecnologia può giocare in ambito sanitario per il benessere dei pazienti, ma anche per facilitare il lavoro dei medici e della ricerca.
Ict e sanità sarà anche uno dei temi al centro della tappa milanese di Smau 2016, dal 25 al 27 ottobre, dove nell’ambito degli Smau Live Show non mancheranno momenti di confronto su tali tematiche, insieme alla proposta di startup e imprese innovative.
Tra le startup più interessanti troviamo Incibus, realtà torinese dal motto Eat Different!. Si tratta della prima piattaforma dedicata alle intolleranze alimentari e all’alimentazione consapevole. Trovare facilmente i locali dove mangiare per non rinunciare allo stare insieme, tramite App e QrCode puoi sapere cosa mangiare nel locale, filtrando per allergene nella ricerca in modo da sapere immediatamente cosa mangiare e cosa evitare.
Neuron Guard, startup modenese di ASTER e vincitrice del Premio Lamarck 2016 edizione di Bologna, sta sviluppando invece un dispositivo medico per il trattamento di ictus, arresto cardiaco e trauma cranico già sul luogo dell’evento. Una visione che ambisce a posizionare un kit Neuron Guard in tutti i luoghi pubblici, così come il defibrillatore automatico. Il dispositivo, basato sul principio neuroprotettivo dell’ipotermia terapeutica, si compone di un collare refrigerante, collegato a sua volta ad un’unità di controllo esterna in grado di selezionare il tipo di trattamento sulla base dei feedback ricevuti dal paziente, raccogliere i dati e trasmetterli ai sistemi di emergenza.
Sempre emiliana la startup Lumos Medica, che si pone l’obiettivo di innovare la ricerca in ambito biomedico basato su condivisione e cooperazione. Un futuro che può diventare realtà dando supporto ai ricercatori, coinvolgendo territori rurali e isolati, offrendo a contesti con risorse limitate la possibilità di partecipare nella ricerca, e promuovendo la partecipazione attiva degli stessi pazienti. lumos! è un Clinical Trial Management System e un Case Report Form software (CRF), basato su web, che semplifica la conduzione di ricerche in campo biomedico e di indagini rivolte a pazienti. lumos! offre strumenti per la progettazione di studi, il coordinamento ed il monitoraggio delle attività, la raccolta di dati online e offline provenienti da ricercatori (Clinician/Rater-Reported Outcomes) e pazienti (Patient-Reported Outcomes), e la collaborazione tra i partecipanti coinvolti nella ricerca. lumos! si rivolge principalmente a istituti di ricerca, dipartimenti universitari, servizi della Pubblica Amministrazione (come quelli inerenti la Farmacovigilanza e la Salute Pubblica), case farmaceutiche e Contract Research Organizations (CRO), medici organizzati in società scientifiche e/o gruppi di ricerca, associazioni di pazienti e fondazioni che promuovono il miglioramento della Salute in paesi in via di sviluppo (low- and middle-income countries).
Con Farmosa, startup romana di TIM #Wcap Accelerator, si parla di supporto al medico attraverso il Software Appropriatezza Prescrittiva, in grado di guidare il medico prescrittore nella scelta dei principi attivi da scegliere per un paziente. Il medico inserisce la terapia farmacologica del paziente e il gestionale calcola/registra, in tempo reale per ogni principio attivo rifacendosi a tutte le norme e note AIFA. E a supporto della struttura ospedaliera con STU nativa digitale Gestionale integrato per la creazione della Scheda di Terapia Unica ospedaliera: attingendo al database del prontuario ospedaliero, permette ai medici di creare con pochi clic la scheda di terapia farmacologica del paziente, prescrivere tempi e modi di somministrazione, indicare i parametri vitali da rilevare e con che frequenza, monitorare le somministrazioni, tenere sotto controllo l’incident reporting (mancata o difforme somministrazione), scegliere solo i farmaci presenti in armadio di reparto, segnalare l’urgenza, segnalare la necessità di farmaci extra PTO, lasciare indicazioni/note agli infermieri e contemporaneamente registrare tutti i dati a disposizione.
Infine calabrese è la startup Arcon che ha realizzato un Fonendoscopio che digitalizza i suoni auscultati e li rende disponibili per telemedicina e teleconsulto a distanza. STETHOTELEPHONE: interfaccia fonendoscopio-smartphone e app. dedicata al riconoscimento dei segnali sonori. Dispositivo innovativo che attraverso un connettore interfaccia il classico fonendoscopio digitalizzando i suoni auscultati, e comunica con uno smartphone, il quale, attraverso un’App. dedicata sarà capace di processare i suoni registrati, consentendo di: amplificarli con possibilità di selezione delle frequenze di interesse, adoperarli in applicazioni di telemedicina e teleconsulto a distanza; sarà inoltre in grado di riconoscere patologie in pre-diagnosi attraverso algoritmi opportunamente progettati, permetterà l’automisurazione domiciliare della pressione arteriosa con comune sfigmomanometro gonfiabile, da parte di pazienti con ipertensione, tracciandone attraverso utility dell’APP diagrammi temporali dell’andamento di pressione e frequenza cardiaca. L’uso di Stethotelephone ridurrà, per i sistemi sanitari, i contenziosi legali temerari e gli errori diagnostici; Inoltre contribuirà a formare il fascicolo sanitario elettronico e permetterà un maggior uso della ospedalizzazione domiciliare nelle cronicità. Sarà un dispositivo medico certificato.