[section_title title=SAP promuove le assunzioni di persone affette da autismo – Parte 2]
Robison ha finto di essere un neo laureato del college per ottenere il suo primo impiego nel settore tech (professori di ingegneria che conoscevano l’eccellenza della sue capacità lo hanno raccomandato, anche se non ha mai frequentato le loro lezioni). Per paura di essere scoperto, ha poi lasciato un remunerativo contratto a progetto per riparare automobili nel proprio vialetto per alcuni anni, prima di tornare a lavorare nell’IT. Nel 2013 è stato assunto come accademico al William and Mary College per insegnare e studiare la neurodiversità, supportando l’integrazione delle persone affette da autismo negli Stati Uniti e nelle nazioni Unite. Robison afferma che gli autistici eccellono nel “ learning by doing”. Ad esempio, John è stato bocciato a un corso di matematica di scuola media, ma afferma di poter tenere a mente l’immagine delle onde di un impulso elettromagnetico generate da un’esplosione atomica, e modellarne circuiti nella sua mente, riducendo quelle onde a linee elettriche. “Questa è matematica messa in pratica” ha detto alla platea.
La rinascita dell’autodidattica attraverso corsi digitali ha reso la vita più semplice ad alcune persone autistiche, ma i reparti di reclutamento delle aziende spesso rimangono ancora diffidenti. “Io insegno in un college che non mi ammetterebbe come studente”, ha concluso Robinson “Ho stilato contratti di lavoro di alto livello per aziende che non mi assumerebbero. Il sistema esclude le persone come me”. Cambiare le tattiche di assunzione aziendale è la chiave.
Come Velasco in SAP e altre persone con ruoli chiave nel supportare professionisti autistici, l’IT executive danese Thorkil Sonne, lo ha capito dopo che a suo figlio Lars di 19 anni è stato diagnosticato il disturbo all’età di 3.
“Era molto intelligente, affidabile, premuroso. Ma all’asilo vedevano un bambino che cercava riparo negli angoli più silenziosi, sull’altalena nel giardino. Non c’è molto spazio per bambini così all’asilo” ricorda Sonne. “L’alto livello di attività, fa apparire il tutto come un campo di battaglia al bambino”. I dottori hanno chiamato l’autismo di Lars “una disabilità permanente”. Come genitori, dovemmo cambiare i nostri piani familiari. Sarebbe stato preso di mira a scuola. Probabilmente non avrebbe mai trovato lavoro perchè “non avrebbe potuto vendere le proprie qualità”. Questo non è stato abbastanza per Sonne. “Ho pensato: magari non è Lars. Forse possiamo cambiare il mercato del lavoro”. Sonne ha quindi fondato Specialisterne, un’azienda dedicata a facilitare il percorso di assunzione per gente come Lars. Dopo la chiamata di SAP Sonne si è trasferito negli uffici di Delaware, vicino a SAP e altre grandi aziende, per aiutare l’azienda a sviluppare il proprio programma per l’autismo.
“E’ importante per noi assumere persone che ragionano in altri modi, che vedono la realtà in maniera diversa, per aiutarci ad essere innovatori”, ha dichiarato Anka Wittenberg, chief diversity e inclusion officer SAP. “Siamo una delle compagnie leader nel settore tech nel mondo. E’ nostro dovere offrire soluzioni”.