Monitorare a distanza la condizione di ipertensione arteriosa nei soggetti ipotesi potrebbe essere un passaggio importante che se non va a sostituire la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto medico-paziente, ma che la integra per potenzialmente migliorare efficacia, efficienza ed appropriatezza.
Un progetto di questa portata si sta svolgendo presso il Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università Cattolica, Policlinico Agostino Gemelli, dove, diretto dal prof. Raffaele Landolfi, è in corso uno studio sul Telemonitoraggio della pressione arteriosa. Condotto dal Direttore del Centro di Ipertensione del Policlinico Gemelli, dr Marco Mettimano, in collaborazione con la società GESI (Gestione Sistemi per l’Informatica di Roma) e iHealth, la linea di dispositivi medici all’avanguardia tecnologica distribuiti in Italia in via esclusiva da Gima, l’esperimento ha come fine la valutazione dei vantaggi derivanti dal monitoraggio a distanza dell’Ipertensione Arteriosa in soggetti ipertesi.
“E’ cambiato il rapporto tra Ospedale e paziente – spiega il dr Marco Mettimano -. Il cittadino affetto da patologie croniche non è più costretto a recarsi dal medico o in ospedale ma, grazie alla telemedicina, può procedere dopo avere effettuato l’automisurazione della pressione arteriosa HBPM ed inviare i suoi dati per via telematica ad un’unità centrale che, dopo attenta lettura, provvede alla teleassistenza garantendo un monitoraggio continuo e, se necessario, provvedendo a una riformulazione farmacologica.
La tecnica di misurazione pressoria HBPM (Home Blood Pressure Monitoring), che non deve dare mai adito a “nevrosi” da automisurazione nè tantomeno a decisioni terapeutiche non concordate con il proprio medico, presenta numerosi vantaggi, tra cui: l’assenza dell’“effetto da camice bianco”, la possibilità di numerose misurazioni nel tempo assieme alla facilità di utilizzo e al basso costo.
Le categorie di pazienti che più degli altri possono trarre vantaggio da questa metodica sono gli anziani, le donne in gravidanza o in menopausa, i pazienti diabetici e, come già detto, assieme ai pazienti affetti da ipertensione da camice bianco, quelli affetti da “ipertensione mascherata”, condizione meno rara di quanto si possa pensare, in cui all’esatto opposto dell’ipertensione da camice bianco, l’ipertensione è normale in ambiente medico ma alta nelle misurazioni domiciliari.
L’automisurazione pressoria, come dimostrano recenti studi clinici, correla meglio con il danno d’organo cardiaco e cerebrale e produce innumerevoli vantaggi pratici: maggiore consapevolezza della propria malattia, migliore aderenza alla terapia, migliore qualità di vita e, infine, assieme ad uno snellimento delle strutture centrali, un notevole risparmio per il SSN“.
“Il rapido evolversi del quadro epidemiologico a livello nazionale, ove le malattie croniche e degenerative stanno sostituendo per volume ed importanza le malattie acute e infettive assieme ai processi tecnologici, stanno conducendo ad una radicale modifica dei progetti assistenziali; in un prossimo futuro alcune tecnologie considerate complesse perche basate su apparecchiature ad alto costo avranno probabilmente una diffusione di massa e saranno gestite a casa direttamente dai pazienti
Il nostro studio, che rappresenta uno dei primi progetti di questo tipo, ci suggerisce di amplificare l’uso della telemedicina, come ’arma in più a favore della salute delle persone” conclude il dr Mettimano.