Uno strumento che supporta le decisioni cliniche portando a una riduzione della mortalità, a una diminuzione dei tempi di degenza e a un miglioramento generale della qualità delle prestazioni ospedaliere. E’ UpToDate, la piattaforma di Wolters Kluwer destinata al mercato sanitario, che è nata, cresce e continua a svilupparsi grazie a una community di 6.300 autori e revisori per il benessere dei pazienti e per facilitare il lavoro dei medici regalando una maggiore efficienza alle strutture sanitarie. Sono più di 10.500 i topics contenuti nella piattaforma, suddivisi in 24 aree di specializzazione. Giulia Cucuzza, Regional Marketing Manager Sud Europa e MEA UpToDate Wolters Kluwer ci ha spiegato meglio cos’è la soluzione e come il suo utilizzo impatta all’interno degli ambienti sanitari.
“UpToDate è una risorsa di supporto alle decisioni cliniche che ha come obiettivo quello di fornire delle risposte a dei quesiti clinici dei medici al point of care, quindi al letto del paziente – esordisce Cucuzza -. La soluzione è evidence-based, cioè basata sulle evidenze, ed è soggetta ad un continuo processo di revisione da parte di un team di medici interni e internazionali che si occupano di sviluppare e rivedere i contenuti giorno per giorno, man mano che la disciplina si evolve.
Di quanti medici stiamo parlando?
La squadra che lavora ad UpToDate è composta da oltre 6.300 medici in tutto il mondo, selezionati sulla base di criteri precisi: queste figure devono essere esperte in un determinato settore, devono svolgere un’attività a livello accademico e devono essere ancora medici praticanti.
Da dove provengono questi medici?
Il prodotto nasce a Boston e quindi la maggior parte dei medici è statunitense ma c’è una copertura a livello internazionale notevole, tanto è vero che sono circa 50 i Paesi coinvolti. In Italia sono una cinquantina i medici che fanno parte del team che si occupa di creare e sviluppare i contenuti.
I contenuti in che lingua sono redatti?
I contenuti sono redatti in inglese ma c’è l’opportunità di effettuare le ricerche all’interno di UpToDate in varie lingue, compreso l’italiano. E’ possibile inoltre impostare tutta la navigazione in italiano.
Uno dei punti di forza di questa soluzione è la possibilità di integrarlo all’interno della cartella clinica elettronica…
Esattamente. Abbiamo sviluppato degli accordi commerciali con alcune aziende in particolare (Cerner, Intersystems e Siemens) ma l’integrazione è possibile con qualsiasi tipo di cartella elettronica.
E qual è il plus della soluzione rispetto a prodotti simili?
Senza dubbio ciò che differenzia UpToDate da soluzioni simili è il fatto che si tratta dell’unica risorsa a supporto delle decisioni cliniche alla quale è stato associato e provato un miglioramento degli esiti a livello ospedaliero.
Ad oggi esistono più di 80 ricerche che hanno studiato UpToDate e da alcune di queste è emerso che esiste un collegamento reale tra l’utilizzo della soluzione e il miglioramento delle prestazioni ospedaliere di assistenza ai pazienti. Nessun’altra risorsa, inoltre, ha una copertura altrettanto ampia.
Di che studi stiamo parlando?
In particolare mi riferisco a uno studio condotto nel 2011 presso l’Università di Harvard su un numero elevato di ospedali statunitensi che utilizzavano UpToDate da tre anni che ha evidenziato come l’utilizzo della soluzione fosse legato a tre parametri molto importanti a livello ospedaliero: una riduzione della mortalità, una diminuzione dei tempi di degenza e un miglioramento generale della qualità delle prestazioni ospedaliere.
Quindi c’è la prova effettiva che UpToDate interviene con vantaggi e benefici sia per i medici, sostenuti nella loro attività clinica, sia in ultima istanza per i pazienti…
Proprio così. Perché in effetti UpToDate fornisce risposte ai quesiti dei medici nel momento esatto in cui si trovano di fronte al paziente con una sessione di consultazione che dura in media 60 secondi. La possibilità di rivolgersi a questo strumento sia prima di affrontare il paziente in corsia, che dopo, quando si elabora il caso, produce in molte occasioni – nel 37% secondo i ricercatori del National University Hospital di Singapore – un cambiamento in quella che sarebbe stata la decisione del medico.
Quindi UpToDate incide in maniera concreta sullo svolgimento della pratica medica. Finora abbiamo parlato soprattutto degli Stati Uniti, dove lo strumento è nato, ma l’uso della soluzione è diffuso in tutto il mondo. In Italia dove è implementato?
In Italia, a differenza che in Spagna, non esiste un accordo con il Ministero della Sanità per far sì che tutti i medici nelle strutture pubbliche utilizzino il nostro strumento e quindi operiamo vendendo UpToDate a livello di singolo ospedale, a livello di ASL o a livello regionale.
Nel nostro Paese abbiamo una buona copertura a livello regionale con Emilia Romagna, Liguria, Sardegna e Trentino Alto Adige e abbiamo tra i nostri clienti singole strutture sanitarie o ASL come il Policlinico Gemelli e l’ASL della provincia di Ragusa e del Lazio.
Sono 24 le aree specialistiche consultabili.
Il prodotto comprende oltre 10.500 topics, per 24 specialità, l’ultima delle quali quella relativa alla medicina del sonno. E’ un prodotto molto complesso perché c’è anche una parte di letteratura destinata all’utente finale che è il paziente, oltre che un database per scoprire le interazioni tra farmaci in tempo reale per valutare se un medicinale ha particolari controindicazioni o se interagisce con altri farmaci che fanno già parte della terapia del paziente.
UpToDate contiene poi oltre 30mila immagini ma anche algoritmi e calcolatori che aiutano il medico a prendere decisioni.
Alla base della soluzione c’è quindi un immenso processo relazionale…
Assolutamente: per ogni topic sono citati all’inizio autori, redattori e revisori paritari. Un punto di forza di UpToDate è l’assoluta imparzialità ed estraneità da qualsiasi forza economica, tanto è vero che non accettiamo alcuna forma di pubblicità o inserzione.
Per ciascun topic si trova inoltre riportata anche l’ultima data di aggiornamento. I medici aggiornano il contenuto ogni volta che viene pubblicato un nuovo studio che può avere un impatto sulla pratica.
Quali sono i topics e le aree tematiche più cercate in Italia?
I cinque topics più cercati sono relativi a epidemiologia e patogenesi del virus ebola; gestione della pancreatite acuta; valutazione e gestione di sepsi grave e shock settico negli adulti; cause dell’iponatriemia negli adulti; e il trattamento del clostridium difficile negli adulti.
Andando ad analizzare i topic più richiesti si può vedere quali sono le malattie più diffuse. Come influisce questo sull’organizzazione sanitaria?
Il cliente è in grado grazie ad UpToDate di vedere quali sono le sue criticità e intervenire per porvi rimedio, anche a livello di formazione.
UpToDate è proprio anche uno strumento impiegato nella formazione dei medici?
Sì, e consente la maturazione dei crediti obbligatori per il processo di aggiornamento continuo di chi esercita l’attività medica. Abbiamo raggiunto un accordo con Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali) per cui navigare all’interno dello strumento per un certo numero di minuti consente di maturare dei certificati equiparati ai crediti che i medici devono maturare ogni anno, con un’equivalenza al 50%: il 50% dei crediti sviluppati attraverso UpToDate sono riconosciuti da Agenas.
Un tema fondamentale che sta diventando sempre più importante al giorno d’oggi è quello della sicurezza? Come fate a garantire l’integrità dei dati contenuti in questo database?
UpToDate non contiene dati sensibili, non ha dati dei pazienti. Ad ogni modo ci siamo attrezzati con tutti gli strumenti del caso. La connessione al sito e alla app UpToDate, infatti, utilizza un trusted server certificate per HTTPS validi. Questo certificato garantisce l’identità del computer remoto (il server UpToDate) e dimostra l’identità dell’utente a quel server. Il certificato di sicurezza è rilasciato da Symantec per una “classe 3 Secure Server CA-G4”. Viene utilizzata una chiave RSA di 2048 bit.
Di recente è stata lanciata in Italia anche l’applicazione UpToDate Anywhere e quindi è diventato possibile accedere alla piattaforma anche dal telefonino. I medici italiani si affidano ai device mobili?
L’utilizzo dello smartphone tra il personale medico è molto aumentato sulla base della nostra esperienza, conformemente ai dati che vedono l’Italia come uno dei Paesi dove il telefonino intelligente sta prendendo sempre più piede, con una media di tre device a testa a disposizione. Molti dei nostri clienti hanno inserito l’icona della nostra app tra le preferite in maniera da potervi accedere in maniera più rapida. Una chiara dimostrazione di quanto la comunità medica abbia apprezzato l’arrivo sul mercato di UpToDate Anywhere.
La possibilità di accedere via device mobile ha di fatto reso UpToDate uno strumento da utilizzare proprio al point of care.
E come pensate di muovervi per promuovere un’ulteriore adozione di UpToDate?
Noi abbiamo una strategia che si muove a livello regionale. Puntiamo molto sul fatto che l’impiego di UpToDate, riducendo i tempi di degenza, porta effettivamente a una diminuzione dei costi per la struttura ospedaliera. Il ROI della nostra soluzione è uno dei maggiori punti di forza, tanto è vero che degli studi dimostrano come il costo di UpToDate si ripaga in 90 giorni. I vantaggi vanno dalla produttività del personale, al miglioramento dell’efficacia delle cure e a una maggiore efficienza nei test diagnostici. UpToDate è uno strumento importante anche nella medicina difensiva per evitare la prescrizione di esami, analisi e visite che non sono davvero necessarie. Un altro dato importante è che in Italia UpToDate è utilizzato da circa il 50% delle facoltà di medicina sia per la formazione sia come supporto nei primi momenti in cui un giovane medico si trova in corsia.
Stiamo infine organizzando una serie di eventi per evangelizzare la comunità medica sull’utilizzo di UpToDate, come quello organizzato in Sardegna in collaborazione con la Biblioteca Scientifica Regionale”.