Panasonic Business lancia in Europa la nuova tecnologia di riconoscimento facciale deep learning.
La piattaforma, appena aggiornata e migliorata, presenta un core engine per ‘deep learning’ che è stato riconosciuto come il più accurato ad oggi sul mercato, in seguito a tutti i test indipendenti svolti dal NIST. Il nuovo e avanzato Face Server di Panasonic è in grado di identificare i volti più difficili da riconoscere utilizzando le tradizionali tecnologie di riconoscimento facciale, ivi compresi i volti inclinati con un angolo fino a 45 gradi verso sinistra o destra o di 30 gradi verso l'alto o il basso, nonché i volti parzialmente nascosti da occhiali da sole o maschere facciali.
Combinata con la serie di telecamere iPro Extreme di Panasonic la tecnologia Face Server utilizza, inoltre, la modalità ‘iA’ (intelligent Auto) e la funzione ‘Best Shot’ (per la migliore ripresa). Ciò significa che le telecamere sono in grado di adattare automaticamente le impostazioni per fornire immagini ottimali. La funzione iA consente di eseguire l'analisi delle immagini sulle telecamere, anziché sul server. Di conseguenza, al server vengono inviate soltanto le immagini migliori, riducendo il volume dati locale e di rete, nonché quindi il costo complessivo del sistema.
Sviluppato congiuntamente con la National University of Singapore, il nuovo face server di Panasonic fornisce una capacità di elaborazione delle immagini in tempo reale che può arrivare fino a 20 telecamere per server e può eseguire scansioni e analisi, ad alta velocità, per un massimo di 30.000 volti registrati.
“Face Server cambia totalmente le regole del gioco in termini di precisione del rilevamento – ha affermato Gerard Figols, Category Manager di Panasonic Security -. Non solo assicura oltre il 90% di accuratezza per i volti parzialmente coperti da occhiali da sole o maschere sanitarie, ma è in grado persino di riconoscere volti da fotografie scattate fino a 10 anni prima”.
La piattaforma viene già utilizzata in Giappone presso l'Aeroporto Haneda di Tokyo dove, al termine di tre anni di test sul campo, ha permesso di sostituire le operazioni di riconoscimento impronte digitali presso tutti i gate di ingresso con passaporto.