Sharp Italia ha partecipato alla terza edizione della Fiera Didacta, il più importante appuntamento fieristico sul mondo della scuola in Italia e spin off della fiera tedesca, che si è svolta gli scorsi giorni a Firenze.
Obiettivo: offrire sostegno e sviluppo alla scuola perché diventi protagonista utilizzando al meglio servizi e tecnologie per innovare i propri processi.
Nello specifico, secondo quanto espresso in una nota ufficiale da Carlo Alberto Tenchini, direttore del marketing e della comunicazione Sharp Italia: «La scuola si inserisce in un contesto territoriale, trovando in realtà come Sharp un partner affidabile e all’avanguardia che potenzia e sviluppa ciò che il mondo della formazione italiana ha al proprio interno. Un circolo virtuoso che mette la scuola in connessione con il territorio facendo emergere le intelligenze presenti nel proprio tessuto sociale, valorizzandone la creatività e costruendo un buon clima di sviluppo e cooperazione».
Diversi, infatti, i momenti che hanno visto l’azienda coinvolta: da un workshop su tecnologia e formazione all’esempio virtuoso di un istituto innovativo e aperto al digitale, fino al racconto in diretta di una sperimentazione biennale che ha visto l’IC3 dotarsi di tecnologie digitali fornite da Sharp Italia, rivoluzionando il modo di fare formazione, all’insegna della condivisione e della proattività.
Imparare a imparare
Sempre Carlo Alberto Tenchini è stato poi protagonista dell’appuntamento organizzato da Skillman Network su come sviluppare le competenze del futuro andando oltre a quelle acquisite durante gli anni di formazione. Una volta c’erano competenze etero-definite e processi ben delineati che si pensava potessero formare il futuro lavoratore per tutta la vita. Oggi la scuola non basta da sola a preparare i lavoratori del futuro. Viviamo uno scenario di rottura generazionale e di crescente ignoranza funzionale che impone al mondo dell’impresa una rapida trasformazione e alle persone continui processi di aggiornamento.
Secondo Tenchini è indispensabile «abituarsi all’idea che la formazione permanente sia l’unico paradigma possibile per costruire un modello sociale efficiente e in grado di rinnovare continuamente le competenze, ma anche disinnescare il rischio di questa rottura generazionale e dello smarrimento che deriva dall’esplosione delle tecnologie».