Dalla pandemia in poi il settore scolastico ha subìto una trasformazione radicale. La tecnologia ha preso il sopravvento: laptop e tablet hanno preso il posto dei libri ti testo. Ma come ha influito questa realtà sull’apprendimento?
Una nuova ricerca commissionata da Epson in Europa mostra che il 68% degli insegnanti italiani (71% la media europea) desidera una maggiore diffusione di materiali cartacei in classe, un dato invece che si mantiene più basso fra i genitori italiani (21%) rispetto al dato europeo (63%). La notizia arriva dopo anni di investimenti in tecnologia per la scuola in tutta l’Europa occidentale, soprattutto in computer portatili per gli studenti.
Al momento gli insegnanti manifestano preoccupazione e il 33,5% (40% in Europa) ritiene che l’uso di laptop e tablet possa esercitare un impatto negativo sull’apprendimento, mentre il 62% dei genitori e il 68% degli insegnanti italiani ha constatato un impatto favorevole derivante dall’impiego in aula dei tradizionali libri di testo e dei materiali cartacei, percentuale che sale all’86% nella media europea.
Pro e contro dell’uso della tecnologia in ambito scolastico
“Le rilevazioni Invalsi”, ha commentato Massimiliano Singuaroli, professore di lettere e collaboratore della Dirigente Scolastica del Liceo Scientifico Statale “A. Volta” di Milano, “hanno certificato e misurato un calo degli apprendimenti sia in italiano sia in matematica nel periodo immediatamente successivo alla pandemia Covid, durante il quale l’uso della tecnologia è stato pervasivo, come anche una ripresa, anche se lenta, degli stessi risultati negli ultimi due anni scolastici, che hanno visto la didattica tornare interamente in classe, pur se integrata con l’utilizzo più diffuso delle tecnologie. I docenti, non solo quelli di italiano, ogni giorno hanno modo di constatare le difficoltà nelle competenze di scrittura e in quelle linguistiche (soprattutto nella proprietà lessicale) e nella capacità di organizzare pensieri e periodi complessi e logicamente argomentati da parte dei propri studenti. Tuttavia, l’uso delle tecnologie (non solo tablet e laptop, ma anche applicazioni e software educativi) ha reso possibile una didattica più inclusiva, più collaborativa, più laboratoriale. In questo sono ritornati anche gli strumenti cartacei e i libri di testo, ma soprattutto è tornato centrale il ruolo del docente come non solo fornitore di contenuti, ma organizzatore della didattica, mediatore nella ricerca delle informazioni e consulente dell’apprendimento“.
Le statistiche registrano nel contesto accademico una crescente consapevolezza sul fatto che gli studenti apprendono meglio sulla carta piuttosto che sugli schermi e alcuni governi europei stanno attualmente adottando misure in risposta a questa situazione.
“In contesti analogici e avvalendosi di strumenti tradizionali”, ha dichiarato nel febbraio 2024 Lotta Edholm, Ministro svedese per l’istruzione, “si conseguono le condizioni ottimali per promuovere lo sviluppo delle competenze fondamentali nella lettura e nella scrittura“.
Allo stesso tempo, il Ministro ha annunciato un investimento in libri di testo di circa 44 milioni di euro l’anno a partire dal 2024.
L’impatto di tablet e laptop in classe può portare a risultati inferiori degli studenti
Quando nell’indagine Epson svolta in Europa è stato chiesto di considerare l’impatto che i tablet e i laptop possono esercitare in classe, molti insegnanti italiani hanno segnalato una o più problematiche (tra parentesi il dato complessivo europeo): il 42% (39%) ha visto un declino nelle capacità di lettura, il 38% (27%) ha constatato ridotta conservazione delle conoscenze, il 22% (25%) ha notato una riduzione dell’impegno e il 15% (16%) afferma di aver visto una correlazione con una riduzione dei risultati.
In base alla ricerca, il 63% degli insegnanti italiani, in linea con la media europea, sostiene che i libri di testo e i materiali cartacei migliorano le capacità di lettura, mentre il 47% degli insegnanti (stessa percentuale europea) e il 36% dei genitori (42%) dichiara che consentono una maggiore conservazione delle conoscenze.
Dalla ricerca emerge anche che il 41% degli insegnanti (44%) e il 37% dei genitori (46%) afferma che questi materiali supportano meglio i diversi stili di apprendimento. Di conseguenza, il 43% dei docenti (40%) è d’accordo nel ritenere che i decisori politici debbano interrogarsi sull’opportunità di introdurre la tecnologia, quali laptop o tablet, come soluzione sempre valida, mentre il 47% (50%) sostiene che chi decide potrebbe non possedere una conoscenza sufficientemente approfondita del settore dell’insegnamento per formulare le raccomandazioni più appropriate. È chiaro che gli appalti pubblici nel settore dell’istruzione dovrebbero tenere conto anche di questi punti di vista.
La soluzione ideale? Un approccio ibrido all’apprendimento
Numerosi genitori dichiarano anche di avere frequenti discussioni con i figli perchè trascorrono troppo tempo davanti a uno schermo e il 55% (58%) concorda sul fatto che l’utilizzo di computer portatili a scuola complica la gestione del tempo trascorso in casa davanti allo schermo, in particolare quando i compiti vengono assegnati online.
Nella ricerca di una soluzione, oltre il 53% dei genitori (52%) e il 63% degli insegnanti (57%) ha espresso il desiderio di utilizzare la tecnologia nelle scuole in modo più equilibrato, impiegandola per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento piuttosto che come strumento fine a se stesso. Ciò richiede un approccio ibrido all’apprendimento, in cui le risorse digitali e cartacee vengano utilizzate insieme.
“La nostra ricerca”, ha spiegato Renato Salvò, Manager Business Management Home&Office di Epson Italia, “mostra che genitori e insegnanti desiderano raggiungere un equilibrio e continuare a usare anche materiale cartaceo in classe: può sembrare un’affermazione che ci si aspetta da parte di un produttore di stampanti, ma i risultati sembrano andare in questa direzione. La maggioranza ritiene che i materiali didattici come libri di testo e materiali cartacei migliorino le capacità di lettura: la tecnologia ha un ruolo prezioso ed è importante sviluppare la competenza digitale delle nuove generazioni, ma l’uso della tecnologia deve essere gestito con attenzione ed equilibrio per garantire supporto e non diminuzione dei risultati. È fondamentale che i responsabili delle politiche dell’istruzione prendano in considerazione anche questo punto di vista, dato che esistono ricerche accademiche secondo le quali i bambini imparano meglio sulla carta che sugli schermi. Allo stesso modo, i fornitori di tecnologia dovrebbero prendere atto della situazione e esaminare le prove per dotare le scuole degli strumenti di cui hanno bisogno per promuovere l’apprendimento“.