Secondo i dati Istat riferiti all’anno 2022, quasi una persona su due fa acquisti online. Lo shopping online è cresciuto del 6,5% tra il 2020 e il 2021 contando utenti dai 14 anni d’età in su che pesano per il 48,2%. Il 77,5% della popolazione dai 6 anni ha usato Internet nei tre mesi precedenti all’indagine e il 65,1% si connette quotidianamente. Oltre il 90% delle persone tra 11 e 54 anni si è connessa alla Rete negli ultimi tre mesi. Il presidente dell’Associazione italiana commercio elettronico (Aicel), Andrea Spedale, evidenzia alcuni aspetti significativi degli ultimi dati Istat sul commercio elettronico.
“I dati mettono in evidenza il fenomeno dell’uso dei servizi su internet da parte dei minori, che richiede grande sensibilità, non ancora ben valutato dal settore – afferma Andrea Spedale, presidente di Aicel (Associazione italiana commercio elettronico). – Si tratta di giovani, spesso con meno di 16 anni, che sono già consumatori e fruitori di servizi online. In molti casi senza la supervisione dei genitori utilizzano i loro account e/o wallet di pagamento. Dal punto di vista dei venditori, esiste un problema di identificazione, con le relative problematiche legali. Riteniamo che tali aspetti debbano essere regolamentati, soprattutto per alcuni settori caratterizzati da una maggiore complessità per la tipologia di beni, come le bevande alcoliche e i parafarmaci”.
L’indagine, in riferimento al solo 2021, mostra inoltre che ben l’87% dei consumatori ha fatto compere sul web senza riscontrare problemi. Di questi, il 13,5% ha indicato la mancanza del rispetto dei tempi di consegna. “Siamo molto soddisfatti del risultato che dimostra come acquistare online oggi sia facile e sicuro” – prosegue Spedale. Tuttavia, non sempre i ritardi nella consegna della merce sono responsabilità del venditore. La carenza di infrastrutture, la conformazione geomorfologica, il problema trasporto su gomma e la necessità di interventi strutturali sul territorio sono altri elementi da tenere in considerazione”.
Le problematiche segnalate riguardano invece principalmente consegne mancate o erronee o merci difettose (5,5%). Aggiunge il presidente di Aicel: “È molto probabile che tali disagi si verifichino con vendite effettuate tramite dropshipping”. Si tratta generalmente di siti creati in tempi rapidi e altrettanto velocemente dismessi che sfruttano la possibilità di vendere beni poi realmente gestiti da una terza azienda (spesso fuori UE). Il prezzo è interessante per vari motivi (mancata applicazione IVA, qualità inferiore, ecc.). Il venditore riceve l’ordine e provvede a sua volta ad aprire l’ordine verso la terza azienda, chiedendo la spedizione al consumatore. Le formule di pagamento possono essere di ogni tipo. La spedizione viene effettuata dalla terza azienda e spesso accompagnata con fattura simple o gift con valore simbolico. Tra i rischi principali, il fermo del bene alla dogana che può applicare costo fisso sdoganamento e richiesta IVA.
A seguire, i compratori online hanno segnalato problemi tecnici sul web durante l’ordine o il pagamento via Internet (4,3%) e difficoltà nell’inoltrare reclami e/o risposte non soddisfacenti (3,9%).
Aicel si adopera ogni giorno con i propri associati affinché l’esperienza d’acquisto sia sempre più spesso positiva. Tra le attività, l’associazione eroga consulenza gratuita per migliorare gli standard di servizio e per certificare i merchant con il sigillo SonoSicuro, una garanzia di affidabilità per i consumatori. Il marchio SonoSicuro è concesso solo dopo uno scrupoloso processo di verifica e di selezione a cura di un team interno di avvocati e commercialisti di Aicel che, come realtà super partes, monitora costantemente il comportamento dei negozi certificati cui è assegnato un numero identificativo unico e univoco.