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    Sei qui:Home»Featured»Amazon taglia i distributori europei: il commento di Aicel

    Amazon taglia i distributori europei: il commento di Aicel

    By Redazione Top Trade27/02/2023Updated:28/02/20233 Mins Read
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    Andrea Spedale, presidente dell’Associazione italiana commercio elettronico dice la sua sul taglio dei distributori deciso da Amazon

    amazon

    Qui di seguito diamo voce alla dichiarazione resa da Andrea Spedale (nella foto), presidente di Aicel – Associazione italiana commercio elettronico, in merito alla recente decisione di Amazon di bypassare i distributori europei.

    La notizia, che ha fatto il giro di tutti i media, pare essere la risposta del colosso creato da Jeff Bezos per ridurre i costi e mantenere i prezzi bassi per i clienti.

    «La decisione di Amazon di bypassare i distributori europei ha una portata enorme sul settore dell’e-commerce. Saltando uno step della filiera di approvvigionamento, il colosso di Seattle potrà acquistare a prezzi sensibilmente ridotti e dunque ridurre i prezzi ai consumatori, mantenendo inalterati i suoi margini.

    Sarà sempre Amazon a decidere i prezzi nella piattaforma. Ciò significa che i distributori avranno come primo concorrente proprio chi fino a ieri era il loro primo cliente. Lo sbilanciamento del mercato è evidente: il primo competitor dei vendor è la stessa piattaforma che detta regole, usa algoritmi per visualizzare le offerte, ricorre a prezzi dinamici, premia le buy box, vende sponsorizzate e riceve una commissione su ogni vendita generata. Con la conseguenza che gli attuali venditori, già clienti dei distributori e della piattaforma, a breve si troveranno in una posizione di forte svantaggio competitivo, ma soprattutto vedranno azzerarsi i loro margini al punto tale che non solo non potranno più rimanere nel marketplace, ma vedranno messa a rischio la sopravvivenza della propria attività.

    Quindi chi non è produttore della merce, è bene che inizi a definire una “back home strategy”. Da tempo i marketplace si sono trasformati in “walled garden”, giardini chiusi di dati ed informazioni di forte rilevanza economica, costituendo di fatto un monopolio. Uno status che il Digital Markets Act, da poco approvato, sta puntando a contrastare in un’ottica di maggiore equilibrio e concorrenza del mercato».

    Non tarda ad arrivare anche una nota sulla posizione di Amazon, che spiega: “Come ogni azienda, rivediamo regolarmente il nostro approccio all’approvvigionamento dei prodotti con l’obiettivo di controllare i costi e mantenere i prezzi bassi per i clienti. Per questo motivo abbiamo deciso di concentrarci sull’approvvigionamento di alcuni prodotti per i nostri store europei direttamente dai proprietari dei marchi. Continueremo a rifornirci di prodotti da grossisti e distributori se questi sono proprietari del marchio o hanno diritti di distribuzione esclusiva. Saremo lieti di poter continuare a lavorare con grossisti e distributori che possono scegliere di vendere questi prodotti ai clienti direttamente sul nostro store attraverso il Marketplace di Amazon, in qualità di partner di vendita. Per aiutare i grossisti e i distributori a prepararsi, questo cambiamento non sarà implementato fino ad aprile“.

    Infine, riportiamo anche il commento di Roberto Liscia, Presidente di Netcomm (Consorzio del Commercio Digitale Italiano), che dice:
    “Questa decisione di Amazon è la legittima scelta di un retailer che cerca di contenere i costi nella sua catena di approvvigionamento e di tenere bassi i prezzi per i consumatori. Non si tratta necessariamente di un punto a sfavore dei distributori coinvolti che possono trasformarsi in seller e continuare a vendere i loro prodotti su Amazon e sfruttare la sua enorme base utenti internazionale per crescere, con più ampia autonomia nelle politiche di prezzo al consumatore, promozione, logistica e comunicazione”.
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