Intervista a Harald Jungbäck, Product Manager Sistemi di Cablaggio FO di Rosenberger OSI
Oggi i cavi in fibra ottica rappresentano il cuore pulsante dell’infrastruttura di comunicazione moderna e la scelta dei connettori è fondamentale per garantire prestazioni affidabili. Per saperne di più, ci siamo rivolti a un’azienda esperta di connessioni in fibra ottica, soluzioni di cablaggio e servizi infrastrutturali, presente sul mercato da oltre 30 anni: Rosenberger OSI.
La nostra redazione ha posto alcune domande su questo tema a Harald Jungbaeck, Product Manager Sistemi di Cablaggio FO (nella foto a destra).
Quale è, in sintesi, lo scenario dei connettori e quale l’evoluzione?
“Oggi più che mai la scelta accurata dei connettori non è solo una necessità, ma una vera e propria strategia per garantire ai clienti una buona performance delle infrastrutture. Ma c’è dell’altro: in un momento storico in cui non sia parla d’altro che di “risparmio”, i connettori giocano un ruolo cruciale anche nel massimo sfruttamento dello spazio disponibile nel data center, consentendo una densità di porte mai vista prima. In aggiunta ai noti connettori LC, SC e MU, assistiamo a un sempre maggiore utilizzo dei nuovi connettori VSFF, Very Small Form Factor, ossia a fattore di forma molto piccolo”.
Può fare una panoramica dei principali connettori in fibra ottica e delle loro caratteristiche?
“I connettori per fibre ottiche più diffusi, come LC, SC, MTP®/MPO , E-2000® , insieme ai nuovi arrivati CS®, SN® and MDC VSFF, condividono un principio fondamentale di funzionamento noto come “contatto fisico” (PC). Tuttavia, i connettori VSFF sono disponibili in due varianti: PC (0°) e APC (8°), per soddisfare diverse esigenze di connessione.
I connettori VSFF si distinguono per il loro design incredibilmente compatto e sono stati sviluppati proprio per aumentare la densità delle porte nei data center. Questi connettori modulari duplex consentono una versatilità senza pari”.
I connettori VSFF più comuni, quindi, esistono in tre varianti, CS, SN e MDC?
“Esatto, adesso ve li descrivo: il connettore CS® è stato uno dei primi VSFF disponibili sul mercato. Il suo utilizzo consente di raddoppiare la densità delle porte nei pannelli rispetto al connettore LC-Duplex ed è particolarmente adatto per ricetrasmettitori a lunga distanza. E’ caratterizzato da una linguetta push-pull che garantisce una gestione agevole e un’elevata densità di imballaggio.
Il connettore SN® di Senko è stato progettato per applicazioni breakout OSFP/QSFP-DD. Offre la flessibilità di cambiare la polarità in loco grazie alla variante SN® EZ-Flip, senza interrompere le fibre o riposizionare le ghiere. Grazie all’innovativo allineamento delle ghiere angolate, è possibile invertire la polarità dei connettori APC.
Il terzo tipo, il connettore MDC (Miniature Duplex Connector) di US Conec, è un vero connettore duplex push-pull. Anch’esso sfrutta la tecnologia della ferula completamente in ceramica da 1,25 mm, come il connettore SN. Questo connettore ha il potenziale per sostituire i connettori LC-Duplex nell’uso di massa”.
Si diceva nell’introduzione di questo articolo che i connettori VSFF offrono una maggiore densità di porte rispetto ai connettori convenzionali…
“Esatto: i connettori VSFF consentono di ottenere densità di porte superiori rispetto ai connettori tradizionali grazie alle loro dimensioni compatte e alle diverse configurazioni di accoppiamento. Nel caso di MDC e SN®, si può raggiungere una densità massima di 128 porte per unità di altezza in un pannello di distribuzione da 19″, il tutto senza necessità di strumenti. A confronto, con i connettori LC-Duplex si possono ottenere “solo” 96 porte per unità di altezza (SMAP-G2 UHD)”.
Ricapitolando, quali sono i vantaggi di questi nuovi connettori?
“Sicuramente garantiscono maggiori performance e un notevole risparmio di spazio nel datacenter, elemento di enorme importanza per l’impatto sul risparmio energetico. Questi connettori, combinati con altri elementi fisici all’interno dei datacenter quali i pannelli e i rack, contribuiscono in modo sostanziale a rendere il datacenter a prova di futuro”.