Con la necessità di digitalizzarsi e il passaggio al multi-cloud le imprese si trovano a dover gestire una certa dimensione di complessità che è possibile affrontare solo affidandosi al giusto partner tecnologico. Avere a disposizione la tecnologia innovativa dei vendor è fondamentale ma questa forza deve essere veicolata sul territorio attraverso chi è presente in maniera capillare vicino al cliente. Qui raccontiamo la storia di successo di Coopservice che ha deciso di investire in maniera importante in innovazione affidandosi a Extra Red, partner storico di Red Hat, che ha affiancato il cliente nel suo percorso di trasformazione digitale.
I partner per Red Hat, d’altronde sono fondamentali: nel nostro Paese l’azienda veicola le sue soluzioni attraverso un modello di go-to-market piramidale con in cima gli enterprise account (circa 40), cui sotto stanno i corporate & emerging market, appena sopra alla base che è rappresentata dallo small & medium business, gestito totalmente in autonomia dai partner.
Tutti questi tre segmenti sono gestiti tramite il canale, che ha un ruolo assolutamente strategico per il business di Red Hat, che in gran parte in Italia transita proprio attraverso i partner, che negli ultimi anni sono passati da essere semplici rivenditori a fornitori di servizi presso il cliente finale, con la possibilità di agire come system integrator. Un ecosistema perfettamente skillato e competente che lavora in sinergia con Red Hat portando valore nei progetti a cui partecipa con un personale che viene percepito dai clienti come Red Hat.
L’ecosistema Red Hat segue un modello multi-tier che comprende tre diverse tipologie di partnership a seconda dei livelli di certificazione, dei casi di successo e delle persone abilitate. In cima troviamo i Premier Business Partner, cui seguono gli Advanced Business Partner e i Red Hat Ready Partner.
In Italia la focalizzazione sul canale dipende dalle capacità di ciascun verticale: i global system integrator, i system integrator locali e i cloud solution provider (hyperscaler) cui si aggiungono anche i regional cloud service provider.
Extra Red: chi è e come si è sviluppata la partnership con Red Hat
Extra Red, con sede in provincia di Pisa, in Toscana, vanta 70 collaboratori e un fatturato che nel 2022 ha toccato quota 7 milioni, collocandosi in cima alla piramide di Red Hat come Premier Business Partner.
“Operiamo come technology service provider – spiega la Sales Director Laura Pisano – e oltre alla storica partner con Red Hat, iniziata nel 2012, collaboriamo con IBM, Influxdata, Liferay (su tecnologia DXP) e AWS (su tecnologia IaaS e PaaS e sulla tecnologia a corredo, come i servizi per la blockchain e l’intelligenza artificiale). Con l’acquisizione di Red Hat da parte di IBM nel 2018 ci siamo specializzati sulla parte di hybrid cloud, AI e dati”.
Come accennato nel 2012 Extra Red diventa un partner Ready dopo che nel 2011 aveva lavorato col il colosso
dell’open source a un progetto per l’Ospedale Careggi. Nel 2017 diventa partner Advanced lavorando a più di 30 progetti in 12 Paesi diversi e continuando a investire nello sviluppo di competenze e di nuove risorse, diventando infine Premier Partner e un’azienda autonoma (prima era una business unit di Extra) che porta nel nome il suo rapporto privilegiato con Red Hat.
“Extra Red ha sviluppato competenze su tutta l’offerta Red Hat partendo dal middleware per poi spingersi sulle tecnologie emergenti come DevOps, cloud e automazione per arrivare infine alla parte di application migration & modernization” prosegue Pisano “. Oggi portiamo avanti progetti di business transformation e di sviluppo di hybrid cloud services così come lo sviluppo software per il cloud ibrido e l’automazione, insieme alla classica system integration. Lavoriamo per portare valore nei progetti dei nostri clienti, che prendiamo per mano dando valore primariamente alle loro esigenze per portare avanti insieme una progressiva crescita del business”.
Coopservice si affida a Extra Red per il suo percorso di digital transformation
La collaborazione con Coopservice nasce proprio sulla base di queste premesse: avviare un progetto completo di digitalizzazione basato su una digital strategy chiara, precisa, trasparente e efficiente.
Coopservice lavora con l’obiettivo di valorizzare i luoghi di lavoro portando benessere alle persone: in particolare Coopservice offre in concreto servizi di pulizia sanitaria per ogni tipo di ambiente (anche industriale), di sicurezza e vigilanza in ambito pubblico e privato, di logistica e trasporti fino all’energy e facility management. La società conta circa 6.400 soci e 18 mila dipendenti, con un fatturato che nel 2021 ha toccato i 700 milioni di euro.
“Il nuovo piano industriale per il 2026 è molto sfidante – racconta Gianfranco Scocco, CIO di Coopservice -: la società punta a raggiungere un valore di produzione di oltre 789 milioni e questo richiede una crescita organica accompagnata da una grande agilità operativa, efficienza e innovazione, il tutto a partire da un progressiva digitalizzazione degli asset basata su una forte cultura del dato”.
In concreto questo si traduce, nella strategia di Coopservice, nell’arrivare a digitalizzare in toto tutti i principali processi di business entro il 2024, portando un’azienda che rende servizi molto concreti ad essere digitale.
“Coopservice ha messo in piedi una strategia lungimirante – continua Scocco – iniziata nel 2018 con la scelta dell’hybrid cloud per ottenere una maggiore flessibilità sia in termini economici che operativi con l’integrazione di funzioni SaaS e PaaS e la scelta di orientarsi su Red Hat Openshift sia on prem che in cloud e su Red Hat SSO, mentre nel 2021 abbiamo deciso di abbracciare il concetto di sviluppo delle applicazioni basato sui microservizi”.
“Un’ulteriore step è la costruzione di componenti digitali riutilizzabili che espongono funzioni di business e siamo impegnati nello sviluppo di un ecosistema di Api capace di esporre le funzioni di business in sicurezza” conclude Scocco.
A declinare con maggiore pragmatismo la strategia di Coopservice è Fabio Pini, Enterprise Solutions Architect della società.
“La collaborazione con Extra Red ci ha portato all’impiego di Red Hat OpenShift per avere la possibilità di chiamare le Api che servono nel momento esatto in cui servono. Abbiamo inoltre implementato sistemi di single sign-on e altri sistemi per la change data capture e il real-time streaming, solo per fare alcuni esempio.Coopservice si è strutturata come una digital factory vera e propria gestita da un enterprise architect e che può contare anche su un Api Contact Center col supporto di Extra Red”.
“Tutto questo (sistemi di hybrid cloud, multicloud) che va ad abilitare la data integration, d’altro canto introduce una certa dimensione di complessità perché in azienda occorre dotarsi di soluzioni tecnologiche diverse che provengono anche da diversi vendor e che vanno anche manutenute nella maniera più corretta. Il know-how e il supporto di Extra Red sono fondamentali anche per indirizzare tematiche importanti come quella della security, dell’observability, della manteinance garantendo l’efficienza e l’efficacia complessiva di tutto il sistema”.
Per concludere, alla base della collaborazione tra Red Hat, Extra Red e Coopservice possiamo trovare quattro principi: quello della trasparenza, con sistemi open source sviluppati e manutenuti dalla community; la standardizzazione che deriva dall’adozione di formati, protocolli e pattern riconoscibili che vanno ad aumentare l’interoperabilità e la sicurezza; il supporto avanzato di Extra Red, un system integrator moderno che parte sempre e comunque dalle esigenze del cliente sia di delivery che operative; e l’adozione di architetture open e standard davvero capaci di utilizzare modelli di astrazioni che riescano a gestire la complessità.