Cosa sono i core web vitals
Google, a partire dal 2020 ha annunciato l’introduzione di una serie di parametri per valutare la “user experience” di un sito web, ossia per misurare il livello di fruibilità di un sito internet da parte degli utenti. Tali fattori stanno alla base dei Core Web Vitals: metriche in continua evoluzione nel corso del tempo che, nell’ottica dell’incremento costante degli standard di qualità di un portale, sono in grado di influenzare anche il posizionamento sui motori di ricerca.
I parametri “Core” essenziali su cui si misura la qualità dell’esperienza web sono attualmente tre: LCP (velocità di caricamento della pagina), FID (livello di interattività della pagina) e CLS (intesa come visual stability).
Come funzionano e come misurarli
Le principali “metriche” alla base dei Core Web Vitals come anticipato appartengono a tre categorie.
La prima, o LCP si riferisce alla velocità di caricamento dell’elemento più grande presente sulla pagina e dovrà essere inferiore a 2,5 secondi dal momento del reindirizzamento; intervalli compresi tra i 2,5 e i 4 secondi sono ritenuti accettabili mentre oltre tale tempistica un sito è considerato lento. Gli altri parametri considerati nella valutazione LCP sono: elementi di tipo immagine (img), elementi video, elementi caricati tramite Url, elementi di blocco contenenti testo o altro.
Giova ricordare che la metrica dell’LCP non tiene in considerazione l’intero tempo di download ma soltanto la quantità di “spazio” che quel determinato contenuto occupa all’interno della finestra dell’utente. Un LCP può risultare alto, e dunque scadente, in una serie di casistiche: File multimediali pesanti, CSS e Javascript che bloccano il reindirizzamento, tempi di risposta del server lenti, database o codice non correttamente ottimizzati.
La seconda variabile da considerare è il FID ossia il livello di interattività della pagina e consiste nel tempo che intercorre tra la prima interazione dell’utente su quella pagina (ad esempio con un “click”) e le tempistiche che impiega il browser a rispondere a quel “comando” o input. Il primo click rappresenta il cosiddetto input delay, anche chiamato segnale iniziale, essenziale per fornire una prima risposta all’utente che sarà molto spesso predittiva di quella che diverrà l’esperienza di navigazione su quel portale in termini di affidabilità e qualità.
Per una User Experience soddisfacente l’utente dovrebbe poter interagire con la pagina in tempo non superiore ai 100 millisecondi. Le cause principali di un FID scarso sono da ricercare nel javascript non adeguatamente ottimizzato su cui si dovrà agire con tempestività per assicurare una migliore esperienza d’uso.
La terza metrica Core Web Vitals è il CLS ossia un parametro incentrato sull’utente che mira a misurare la “stabilità visiva” monitorando la frequenza con cui si verificano cambi di layout improvvisi sulla pagina. E’ evidente che più il layout è stabile e dunque più il CLS risulterà basso maggiore sarà il livello di soddisfazione nella navigazione. Ciascuna pagina web infatti dovrebbe essere progettata puntando al massimo dell’usabilità, ma in alcune circostanze Il CLS potrebbe avere valori appena soddisfacenti oppure addirittura insoddisfacenti. Ciò accade se si verificano alcune condizioni quali: iframe, annunci, embed senza dimensioni, caricamento di font web che causano problemi di rallentamento, contenuti iniettati (contenenti cioè parti di codice che non appartengono alla pagina). In tutti questi casi la soluzione ottimale è intervenire con rapidità attenendosi a quelle che sono le “buone prassi” di Google.
L’importanza dell’ottimizzazione dei core web vitals per la SEO
Assodato che migliori performance del sito web comportano una migliore l’esperienza di navigazione rendendo più “felici” gli utenti e dunque, incrementano il traffico su una pagina a tutto vantaggio del profitto, la domanda chiave è: che rapporto esiste tra Core Web Vitals e posizionamento SEO?
Le analisi dimostrano che pagine web con una buona user experience guadagnano almeno un punto SEO rispetto alla media mentre, al contrario, domini con una user experience carente perdono all’incirca 4 punti.
Il compito dell’Agenzia SEO sarà quindi anche analizzare e impostare eventuali azioni correttive per migliorare i Core Web Vitals, al fine di migliorare le performance del sito web e ottenere un miglior posizionamento.
Tralasciare i questi aspetti infatti potrebbe significare perdere il 5% del traffico organico, a vantaggio dei competitor.
Conclusione
Lavorare costantemente sui Core Web Vitals non solo comporta vantaggi a livello di ranking ma consente anche di incrementare il conversion rate.
Ottimizzare il proprio portale consente quindi di generare maggior traffico sulle pagine, favorire interazioni più lunghe diminuendo il “rimbalzo” (relativamente agli utenti che lasciano subito il sito web), accrescere il livello di soddisfazione complessivo dei fruitori.
Per questi motivi si tratta di un aspetto fondamentale da prevedere all’interno della propria strategia di digital marketing.