Il robot collaborativo è sempre più diffuso nel mondo delle industrie.
Si tratta di uno strumento potente, flessibile, semplice e facile da programmare, nato e registrato nel 1999 e introdotto sul mercato soltanto nel 2008.
Il robot collaborativo, spesso chiamato semplicemente cobot, sta rendendo l’industria moderna un’industria 5.0 grazie alla sua abilità di automatizzare numerose applicazioni e azioni, muovendosi in maniera intelligente in ambiti che possono essere anche molto differenti tra loro.
Circa un decennio fa il robot collaborativo era una tecnologia non ancora affermata ed era soprattutto vista con sospetto in termini di efficienza e validità.
In realtà i dati attuali ci mostrano come i cobot siano un elemento della robotica industriale che sta crescendo a dismisura, soprattutto perché progettati e testati per lavorare con l’uomo in maniera efficace. Infatti, i cobots sono capaci di interagire in totale sicurezza con gli operatori con cui compiono specifici lavori.
Insomma, si tratta di strumenti che hanno completamente ribaltato la logica precedente, modificando gli standard di lavoro e di produzione e rendendoli sicuramente più efficaci.
Le caratteristiche dei robot collaborativi
I robot collaborativi si distinguono dai robot tradizionali per diversi motivi.
Primo fra tutti, i robot tradizionali hanno un tipo di automazione che risulta essere sicuramente più rigido. Per questo motivo, i robot tradizionale sono la miglior scelta soltanto se ci si confronta con volumi di produzione molto grandi.
In secondo luogo, ricordiamo l’aspetto della sicurezza: i cobots hanno un livello di sicurezza davvero elevato, tanto da poter operare senza la presenza di barriere di protezione.
Le principali caratteristiche dei cobot sono le seguenti:
- Compattezza
- Elevata sicurezza
- Semplicità di programmazione e utilizzo
- Rapida integrazione all’interno della filiera produttiva
- Estrema flessibilità
- Capacità di spostarsi da un posto all’altro senza una necessaria interruzione del lavoro
I robot collaborativi condividono tutti queste caratteristiche; tuttavia, possono essere anche molto diversi tra loro dal momento che possono essere distinti per capacità d’azione, dimensioni, flessibilità e costo.
Dubbi e limiti del robot collaborativo
Il robot collaborativo si diffonde sempre più velocemente nel mondo delle industrie pubbliche e private. Tuttavia, sono ancora molti i dubbi che ruotano attorno a questa innovativa tecnologia, la quale continua a diffondersi rapidamente e a raccogliere sempre più consenso.
Un limite dei cobot, ad esempio, emerge in quelle aziende che si occupano di lavori che richiedono una manualità raffinata. Un cobot, infatti, non è ancora progettato per lavorare componenti estremamente piccoli e delicati. Un’altra sfida è quella riguardante la necessità di prendere decisioni rapidamente durante la produzione, per evitare interruzioni.
Per questo motivo ci si muove in una direzione nuova: l’obiettivo attuale è quello di realizzare cobot che abbiano processori sempre più veloci, livelli di accuratezza sempre più elevati e che posseggano anche sistemi di visione integrata. Una bella sfida per un settore che continua a crescere per tutte le ragioni precedentemente individuate.
Risolvendo i limiti strutturali e funzionali dei robot collaborativi è possibile apportare dei miglioramenti notevoli, soprattutto in termini di risparmio, al lavoro nelle aziende.
Le aspettative per il futuro sono speranzose, soprattutto se si pensa a quanto la filiera di programmazione dei cobot punti da sempre a parametri di eccellenza, capaci di dare vita a robot collaborativi sempre più robotizzati e versatili.