HikMicro è la business unit di Hikvision dedicata alla termografia, una tecnologia che oggi trova un ampio campo di applicazioni (dalla prevenzione degli incendi, al manufacturing passando per le attività venatorie) e che cresce in maniera costante e continua, sostenuta da una legislazione italiana ed europea abbastanza all’avanguardia e da possibili nuovi impieghi anche nella battaglia contro la crisi energetica.
Forte del core business legato alla security della casa madre, HikMicro sta guadagnando progressivamente sempre più punti sul mercato portando la sua tecnologia ai clienti finali e lavorando affinché questa sia fruibile e comprensibile per tutti, secondo lo slogan “See The World in a New Way”.
Amedeo Basile, Business Development Manager Thermal Outdoor – Termography – Security di HikMicro, ci ha spiegato il percorso fatto dalla divisione dalla sua fondazione nel 2020: percorso affrontato impiegando un numero crescente di risorse e sempre tenendo conto delle richieste che arrivano dal mercato.
Come è cambiata HikMicro dalla sua fondazione due anni fa?
“Dal 2020 HikMicro si è impegnata per seguire il suo piano di business, calato nel contesto del nostro territorio nazionale. In prima battuta, HikMicro ha correttamente suddiviso le macro famiglie di prodotti, differenziando i mercati e i partner, studiando strategie differenziate a seconda dei diversi settori.
Concretamente, la società ha integrato nel team di HikMicro Italy, un BDM Outdoor completamente focalizzato nella promozione del Brand e dei prodotti nel mercato della caccia, dove si registra un largo utilizzo di visori termici per le pratiche venatorie e sportive. HikMicro è oggi un marchio riconosciuto e di riferimento per il settore armiero, tra i leader di questo mercato. In parallelo la BU ha lavorato allo sviluppo di strategie per la promozione della sua termografia portatile, intesa come strumentazione, lavorando alle azioni necessarie alla branding promotion sui canali dedicati come magazine online e offline verticali. Il tutto mantenendo sempre alto il livello di attenzione e di presenza nel mercato della security, chiaro core business della nostra azienda madre, Hikvision”.
Da quello che racconti HikMicro ha lavorato molto allo studio e all’interpretazione del mercato. Quali sono le esigenze che la termografia può soddisfare?
“Ponendo l’attenzione sulla termografia di precisione, sempre più i clienti dimostrano le necessità di verificare lo stato di funzionamento di determinati componenti, macchinari e prodotti funzionali al loro business. Molto spesso la misura della temperatura superficiale di questi componenti è il dato principale di uno studio più articolato, che deve però partire dal risultato di una diagnosi ispettiva realizzata con strumentazione termografica e finalizzata alla raccolta di informazioni di dettaglio legata ai valori di temperatura appunto”.
In concreto chi sono i clienti di HikMicro? A chi vi rivolgete?
“Sicuramente per HikMicro il cliente per antonomasia è l’End User inteso come azienda, industria dall’alimentare alla siderurgica, passando per la farmaceutica, l’Oil&Gas e così via, frutto ovviamente della nostra esperienza nel settore. Consideriamo che in questo ambito la termografia può rispondere ad una duplice necessità: quella di soddisfare l’impellente richiesta di tenere alto il livello di Business Continuity e la continua ottimizzazione dei protocolli di Safety.
Provo a fare degli esempi brevi per chiarire i due concetti.
Riguardo al primo: estremizzare il concetto di efficienza e rendimento significa monitorare costantemente il livello produttivo, a tutti i livelli. I macchinari e/o i loro componenti si usurano nel tempo e possono essere soggetti a rottura. Il processo di usura molto spesso si evidenzia con un surriscaldamento, motivo per cui risulta così importante misurare la temperatura con termocamere portatili piuttosto che fisse. Riuscire a programmare controlli regolari al fine di implementare procedure di manutenzione predittiva sicuramente innalza il livello di capacità produttiva mantenendolo costante. Molto spesso, inoltre, la termografia interviene nel controllo produttivo al fine di verificare anche la qualità del componente prodotto, dalla piadina bruciata alle imperfezioni della carta, dalla imperfetta saldatura dei tappi delle confezioni di farmaci allo stato di funzionamento dei singoli pannelli fotovoltaici.
Riguardo al secondo esempio, invece, sempre più spesso la termografia viene impiegata nella prevenzione incendi: i contatti lenti di un interruttore possono portare alla creazione di un innesco di incendio in un quadro elettrico non sorvegliato; i pannelli fotovoltaici installati sui tetti di edifici pubblici/privati industriali e non, a causa dei loro apparati attivi possono surriscaldarsi e prendere fuoco, con conseguenze molto gravi, per non parlare del rischio presente negli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti, dove purtroppo costantemente la cronaca ci parla di incendi con impatti devastanti per l’uomo e l’ambiente. Aumentando il controllo sicuramente possiamo ridurre il rischio e quindi gli effetti dannosi.
Ovviamente in tutti questi scenari, si configura anche un’altra figura intesa come cliente: il professionista che esegue le ispezioni, piuttosto che l’azienda installatrice che realizza gli impianti fissi utilizzando la tecnologia termografica”.
Tematiche queste molto interessanti, ma come vengono viste dalla normativa italiana le tecnologie termografiche?
“L’impianto normativo italiano è molto complesso ma anche abbastanza completo e soprattutto attento all’innovazione tecnologica.
La termografia è molto presente nella nostra legislazione, forse più di quanto si possa pensare.
Le aziende, per esempio, possono redigere ogni anno il modello OT23 per la riduzione del premio INAIL medio annuo: l’azienda si impegna ad eseguire una serie di attività che le consentiranno di ottenere un punteggio, ad esempio 100 punti minimo, per richiedere questo sgravio. Di questi 100 punti ben 60 sono rilasciati se l’azienda dimostra di aver eseguito nell’anno in corso una ispezione con termografia ai componenti dell’impianto elettrico mediante un consulente certificato operatore di termografia II livello.
Già questo presuppone la possibilità di far risparmiare all’azienda del denaro ma anche di eseguire una serie di controlli a tutela di quella che è la safety in azienda e quindi del patrimonio umano e aziendale.
In più il codice di prevenzione incendi prevede l’utilizzo di tecnologie efficaci ed efficienti ai fini della prevenzione incendi, secondo i criteri della progettazione alternativa e l’applicazione dell’approccio ingegneristico FSE. A riprova dell’efficacia della termografia in ambito prevenzione incendi, è di questi giorni, a novembre, l’emanazione della nuova regola tecnica verticale recante l’approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per gli stabilimenti ed impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti, dove tra gli impianti tecnologici viene fatto esplicito riferimento alla misurazione della temperatura secondo due tipologie di strumentazione termografica manuale ed automatica”.
Come abbiamo visto le applicazioni della termografia sono molteplici ma un suo impiego molto utile si potrebbe avere anche nella battaglia contro la crisi energetica con l’uso di tecnologia di questo tipo ad esempio negli impianti fotovoltaici, e quindi nel quadro della promozione di fonti di energia rinnovabili…
“Assolutamente sì: come già accennato poco fa molto si può fare in ambito fotovoltaico, dove con le telecamere termiche per perimeter protection HikMicro sorveglia impianti fotovoltaici per diverse centinaia di MegaWatt di produzione, andando a ridurre i rischi di furti e danni di fermo impianti e andando anche ad intervenire sulla necessità di mantenere un campo fotovoltaico pienamente efficiente.
In più la termografia permette anche l’ispezione dei singoli pannelli per verificare l’efficienza degli stessi e quindi mantenere elevato il loro rendimento. Anche inverter e unità di accumulo vengono controllate al fine di evitare rischi di malfunzionamenti e fermi produttivi. L’efficientamento energetico deve anche prevedere questi strumenti di controllo per ridurre al minimo le perdite ed i costi di gestione, nell’ottica di realizzare un effettivo risparmio energetico (pensiamo agli impianti civili ma anche a quelli industriali o ad edifici adibiti al pubblico come le scuole).
Se vogliamo, anche le aziende che eseguono le verifiche sull’impianto elettrico ai fini del modello OT23 dell’INAIL che abbiamo citato prima, possono rendersi conto da quest’analisi di consumare di più a causa di componenti usurati o malfunzionanti. Intervenendo in seguito all’ispezione in modo mirato è possibile per le aziende risparmiare da un punto di vista di costi. In quest’ottica addirittura i dispositivi HikMicro possono inserirsi in un processo industriale Industry 4.0, includendosi come componente di servizio all’interno di un ciclo produttivo”.
Non va dimenticato un altro settore, completamente lontano dal vostro, cioè la Building Thermography. Spiegaci meglio…
“Per la certificazione energetica degli edifici si ricorre all’utilizzo della termografia ispettiva, al fine di controllare le dispersioni, i distaccamenti, valutare e implementare miglioramenti edilizi al fine di ottimizzare gli involucri edilizi e permettere il risparmio energetico agli utilizzatori finali. L’obiettivo è quello di avere una struttura, intesa come facciata componente primaria, che isola in maniera corretta l’interno dall’esterno facendo si che, se è realizzata in maniera corretta, tutto ciò che l’utente va a investire in riscaldamento o raffrescamento sia conforme a quello che è un corretto utilizzo degli impianti adibiti a queste finalità senza incorrere in dispersioni e quindi a problematiche legate al mancato risparmio energetico.
Pertanto, professionisti, ingegneri e architetti conoscono bene i plus della termografia e sempre di più inseriscono nel loro parco strumentazione macchine termografiche portatile di alta precisione e risoluzione”.
Lo dicevamo prima: un tema molto forte su cui vi siete sempre focalizzati anche perché core business della casa madre Hikvision è quello della sicurezza. Da questo punto di vista come si è mossa HikMicro?
“La security per Hikvision rappresenta il core business declinato in BU differenti. Anche HikMicro contribuisce al raggiungimento di determinati obiettivi: uno fra questi sicuramente la security intesa come protezione perimetrale.
In particolare, HikMicro lavora con il medesimo approccio professionale su due segmenti di prodotto: Solution e HeatPro.
Il primo (Solution) è la termografia per il mercato delle soluzioni integrate, per la realizzazione di progetti complessi dove occorre creare il layout di una soluzione fianco a fianco con il System Integrator, valutando insieme le necessità e realizzando le soluzioni quasi tailor made. Qui si estremizzano i concetti di ricerca e sviluppo, dove la nostra azienda esprime tutto il suo immane potenziale tecnologico.
Il secondo (HeatPro) ci sta dando importanti soddisfazioni nel mercato entry level, ma con dimensioni sicuramente maggiori: mercato fatto di piccolo industriale, piccolo commerciale e tanto residenziale, dove l’esigenza di salvaguardare il patrimonio aziendale e personale è molto sentito e dove nelle soluzioni per l’esterno proponiamo la soluzione ottimale nell’antintrusione perimetrale esterna combinando sensore termico e telecamera visibile nello stesso dispositivo. In questo modo HikMicro fornisce sistema di sorveglianza e di sicurezza convergenti tra loro ma anche integrati con centrali di allarmi proprietarie come AXPRO, oppure integrati in centrali di terze parti”.
Fino qui ci siamo concentrati sui passi fatti nei due anni dalla vostra nascita. Quali sono invece le nuove sfide per HikMicro?
“La sfida più grande che ci poniamo è rispettare il piano di business che ci siamo prefissati a lungo periodo: ci sono degli step già stabiliti e dobbiamo affrontarli passo dopo passo. In termini di risorse umane, siamo partiti l’anno scorso in due e chiudiamo il 2022 in quattro grazie all’inserimento di due nuove figure, un BDM Outdoor ed un Junior social & web designer. Ulteriori due figure seguono esclusivamente il nostro mercato direttamente dal nostro Head Quarter in Cina e due nuove figure sono già state selezionate ed entreranno nel team ad inizio anno 2023, per un totale di otto persone completamente dedicate al mercato italiano”.
Dal punto di vista dell’evoluzione della proposta tecnologia HikMicro cosa dobbiamo aspettarci?
“In termini di prodotto e soluzioni, la security ci vedrà sempre più proiettati sulla protezione e monitoraggio del territorio, dalle zone boschive e montuose con i nostri sistemi di rilevazione incendi boschivi al controllo costiero. Numerose le novità tecnologiche che lanceremo il prossimo anno, per le quali manteniamo ancora un minimo di riserbo per dare la giusta importanza ad ognuna di esse.
La termografia portatile vedrà incrementati gli investimenti in termini di marketing e comunicazione per promuovere ulteriormente la gamma, le applicazioni e le novità, che vedranno nuove termocamere per la misurazione di altissime temperature, piuttosto che nuove telecamere acustiche per la rilevazione di guasti in sistemi ad aria compressa o stazioni elettriche.
L’Outdoor ci vedrà ulteriormente impegnati nella diffusione dei prodotti in ambito Emergenza e Soccorso, ma anche in ambito security.
Lo slogan di HikMicro, ormai noto a tutti, è “See The World in a New Way”: questo lo facciamo non solo perché utilizziamo sensori termici, ma soprattutto perché stiamo andando oltre i limiti di questo mercato, diffondendo questa tecnologia e spiegandola in maniera semplice e fruibile per tutti”.