La terza edizione degli MSP Day di Achab si è svolta online, come il trend di questo periodo impone, con una partecipazione in crescita rispetto all’anno precedente e con grande soddisfazione degli organizzatori.
L’evento, focalizzato sulle tendenze più forti attive nel mondo MSP e occasione per presentare le novità da parte del distributore italiano e dei suoi partner, si è aperto con la presentazione dei risultati di una survey sullo stato degli MSP in Italia, realizzata nel 2019 con i dati raccolti in relazione all’anno precedente.
Come sappiamo, l’Italia si trova in una posizione di fanalino di coda rispetto alla maturità degli MSP, ma le cose stanno lentamente iniziando a cambiare grazie anche al lavoro di educazione svolto da chi come Achab crede da tempo, sulla scorta di evidenti vantaggi, alla necessità di passare ad un modello MSP, dove MSP (Managed Service Provider) identifica i fornitori di servizi che gestiscono l’It in outsourcing in contrapposizione ai così detti Break/Fix che invece lavorano proprio in un’ottica opposta intervenendo ex post solo laddove in azienda si verifichino dei danni.
Uno scenario in trasformazione
La trasformazione digitale che vede coinvolta anche l’Italia e che ha subito una netta accelerazione con l’emergenza Covid-19, ha messo in evidenza come le esigenze del nostro tessuto imprenditoriale vadano nella direzione di una maggiore mobilità, connettività, sicurezza e remote working, protezione dei dati e compliance, oltre che verso il cloud, il disaster recovery ed il backup. Uno scenario che sembra chiamare sempre più in causa le competenze degli MSP, chiamati a mettere in campo i loro servizi a valore.
Il primo dato interessante che emerge dal sondaggio è la consapevolezza da parte degli MSP nostrani di investire in formazione con un 72% di loro che dedica un giorno al mese proprio ad attività formative (un 10% addirittura un giorno a settimana). Gli MSP cercano poi di essere sempre sul pezzo partecipando ad eventi di settore, dimostrando la loro volontà di crescere in termini di qualità e servizio.
Un altro punto importante è relativo alle dimensioni degli MSP italiani, che registra come gli MSP rispetto all’anno precedente siano un po’ meno micro imprese organizzandosi sempre di più come realtà strutturate, a riprova che grazie al modello MSP le piccole imprese si sono sviluppate. Rispetto allo scorso anno, la ricerca evidenzia che aumentano le aziende che gestiscono oltre 100 clienti e quelle che offrono contratti pluriennali. Un buon 30% infatti, si trova a dover gestire un parco macchine con 500 o più endpoint, numero critico che richiede il passaggio da una gestione artigianale a una gestione strutturata e organizzata, come il raggiungimento di un fatturato annuale oltre la soglia critica del milione, che ha riguardato 1/3 del campione.
Se ci focalizziamo sul target di clienti su cui lavorano gli MSP si scoprirà che operano in maniera orizzontale un po’ su tutti i mercati con una polarizzazione più spinta su studi professionali e aziende di produzione. Crescono i servizi offerti del settore della consulenza (68%) e delle scuole (30%).
Tra i problemi e le sfide principali, i Managed Service Provider che hanno preso parte alla ricerca concordano: oltre al reperimento di validi tecnici (47%), ad aumentare l’efficienza dei processi aziendali (40%), sono soprattutto la mancanza di consapevolezza dei clienti in tema di ransomware e cybersecurity (66%), la difficoltà a differenziarsi sul mercato (49%), e i lunghi tempi di risposta dei fornitori (72%) le criticità principali evidenziate
La ricerca mette inoltre in evidenza un andamento positivo relativo al 2019: il 57% degli MSP dichiara un aumento del proprio fatturato nell’ultimo anno, e di questi, quasi la metà lo ha incrementato di oltre il 10%. Per il 2020, il 50% prevede una crescita ulteriore del proprio fatturato.
Il modello MSP pare avere trovato una spinta anche dal diffondersi della pandemia globale perché rispetto ai Break/Fix che vendono a ore i fornitori di servizi gestiti hanno mitigato il colpo dovuto al rallentamento delle attività per covid-19. La crisi globale che siamo trovati ad affrontare ha infatti dimostrato che l’IT serve, ed anche l’IT distribuito, che la presenza non è necessaria e che soprattutto c’è un’esigenza molto forte, collegata anche all’affermarsi del modello del lavoro da remoto, di sicurezza e di efficienza.
Le novità dei vendor
A margine della presentazione del report Achab ha annunciato due nuovi ingressi nel proprio portafoglio. Entrano a far parte della famiglia Achab Cameyo, un digital workspace solution provider, e NeuShield, focalizzata sulla protezione e il ripristino dei dati colpiti da virus, ransomware e zero-day grazie a una tecnologia di mirroring.
Tra le novità dei vendor storici invece Webroot propone la Evasion Shield per la Endpoint Protection, che porta la loro soluzione ad evolvere per rispondere alle più attuali minacce.
Datto invece spiega come stia cercando di migliorare soprattutto nell’ambito dell’integrazione cercando di dare agli MSP una piattaforma unica per gestire tutti i servizi da erogare al cliente finale.
Per finire Reevo, cloud provider italiano, ha annunciato l’intento di estendere il perimetro della cyber sicurezza non solo nel proprio cloud ma anche all’esterno. Altra novità è la pacchettizzazione anche dei componenti di servizi gestiti per dare soluzioni chiavi in mano ai clienti.