Si è svolto negli scorsi giorni OPEF – Oracle Partner Executive Forum, l’appuntamento annuale con l’ecosistema di Oracle in Italia, che ha visto la partecipazione di Fabio Spoletini, Regional SVP e Country Manager, che ha dato il benvenuto ai partner, ISV e system integrator intervenuti all’evento ricordando come questo periodo abbia richiesto – e ancora richieda – un’accelerazione spinta della trasformazione digitale data-driven, in particolare attraverso il cloud.
Per Spoletini: «Per favorire e accelerare la ripresa Oracle mette a disposizione dei partner e dei clienti un’offerta quanto mai vasta, che va dalle soluzioni SaaS cloud-native fino ai sistemi hardware che supportano al meglio la gestione di dati e applicazioni. In particolare, a nostro parere, la modernizzazione delle aziende deve passare attraverso un ripensamento dei processi aziendali e di business in ambito cloud, per essere più agili e rispondere alle importanti sfide del momento – cosa che comunque permetterà un cambio di marcia anche nell’immediato futuro. Tutto questo è reso ancora più potente dall’impegno di Oracle nell’estendere la propria offerta di cloud infrastrutturale con una rete di Cloud DataCenter che si va espandendo a un ritmo molto veloce, e che toccherà molto presto anche l’Italia».
A sua volta, Robert Scapin, Leader di Alliance & Channel Technology & Cloud Systems per il Sud-Europa, ha messo l’accento sulle competenze e sull’expertise necessarie ai partner Oracle per l’implementazione di soluzioni data-driven, che vengono premiate da Oracle con una diversa incentivazione percentuale a seconda della certificazione raggiunta, da un lato, e della cloud consumption relativa all’implementazione.
Come sottolineato da Scapin, che ha anche ricordato come lungo tutto lo scorso anno fiscale e nella prima metà di quello in corso (chiusosi a febbraio 2021) ben il 70% del fatturato di Oracle Italia sia stato realizzato in collaborazione con i partner: «La parola chiave per l’Oracle Partner Network, in tutti gli ambiti rimane expertise. In questa prima metà dell’anno si è inoltre assistito a una crescita del cloud Iaas e Paas del +100% rispetto allo scorso anno (2x), e del +700% (8x) della soluzione, unica di Oracle, denominata Exadata Cloud at Customer, ovvero l’implementazione del cloud pubblico gestito da Oracle – attraverso i sistemi Exadata – all’interno del datacenter del cliente, preservando così la sovranità o residenza dei dati e godendo di tutti i benefici di sicurezza by-design, bassa latenza e prestazioni tipiche del cloud di seconda generazione di Oracle».
Gli ha fatto eco Laura Lorenzini, Leader di Alliance & Channel per le soluzioni SaaS di Oracle in Italia, che ha rimarcato come anche il cloud applicativo abbia visto nello scorso anno fiscale un’accelerazione del fatturato con i partner con ben il 70% dei progetti SaaS sviluppato proprio attraverso l’ecosistema.
Per Lorenzini: «Quest’anno abbiamo la possibilità di catturare insieme ai partner un mercato potenziale ancora più ampio, incrementando i volumi di business e dando anche una spinta alla ripresa dell’economia italiana, attraverso le aziende più lungimiranti. Già tanti progetti hanno avuto successo grazie a voi: Poste Italiane, Mondadori e Gruppo Trevi con HCM; Mapei con ERP e HCM insieme, CEGOS ed EdiliziAcrobatica con ERP/EPM e CX, solo per ricordarne alcuni».
Verso l’adozione di applicazioni SaaS più agili e “intelligenti”
Luigi Scappin, VP Solution Engineering per le soluzioni tecnologiche e Cloud nel Sud-Europa, ha, poi, raccontato con chiarezza e dovizia di particolari la duplice sfida che le organizzazioni di tipo enterprise si trovano a dover affrontare in questo periodo, tra sistemi on-premise, spesso preda dell’obsolescenza e del debito tecnologico, ma ancora depositari di dati e applicazioni mission-critical, e la necessità di modernizzare il business con applicazioni SaaS più agili e “intelligenti” e con lo sviluppo cloud-native.
«Oggi quasi tutte le aziende con cui lavoriamo sono alle prese con quello che io chiamo la “doppia azienda” – ha detto Scappin -: da un lato la maggior parte del business attuale gira sugli attuali sistemi “business critical”, a volte chiamati anche sistemi “legacy”, che spesso stanno nei datacenter dell’azienda».
Ma l’innovazione non può più aspettare, perché i rischi di rimanere indietro, in questo momento di già grande incertezza, sono troppo elevati.
Ancora per Scappini: «Le applicazioni digitali hanno bisogno dei dati che stanno nei sistemi, e ne hanno bisogno in tempo reale – con problematiche enormi di “data gravity”, coerenza e capacità di utilizzo di modelli di dati diversi e al contempo devono rimanere “disaccoppiate” dai sistemi on-premise sia per proteggerli dai picchi di workload per cui non sono progettati, sia per evitare che la loro rigidità si propaghi alle applicazioni».
La risposta è Oracle, che sia lato sistemi e database, sia lato applicazioni, offre una piattaforma virtualmente completa per far lavorare insieme le due parti dell’azienda, e come ha detto Scappin “cloudificare persino il fin qui non cloudificabile” senza perdere la coerenza dei dati, da immettere poi in real-time nelle applicazioni per renderli “azionabili” attraverso AI e Machine-Learning.
Oracle e il ruolo fondamentale del cloud computing
Ovviamente in tutto ciò il cloud gioca un ruolo fondamentale, e Oracle pensa che sia giunta l’ora dei sistemi di back-end mission-critical e data-intensive.
Secondo Oracle, le grandi aziende non cercano solo lo spostamento sul cloud delle applicazioni legacy, ma vogliono sfruttare il salto per innovare, per cui la componente SaaS è parte integrante della strategia.
Per questo, Oracle ha costruito un cloud di seconda generazione appositamente studiato per carichi di lavoro mission-critical che devono avere un comportamento predicibile, e vanta ormai più di 30 cloud region in tutto il mondo.