Rimandato al 2021 l’appuntamento ConVENTIon Island – VENTI di Novità, che avrebbe dovuto tenersi alla fine di maggio in Sardegna, Passepartout ha portato online l’annuale evento con i partner e la stampa di settore per annunciare le novità del 2020 in corso.
Un anno, a quanto pare, funestato da un’emergenza sanitaria trasformatasi in pandemia per il resto del mondo ma in opportunità per la software house di San Marino che, negli ultimi mesi, ha messo al lavoro gli sviluppatori per aprire nelle sue soluzioni gestionali “finestre più ampie per far entrare più luce, condutture più moderne per un’erogazione più efficiente, prima di mettere mano a un nuovo arredamento”…
La metafora è di Stefano Franceschini, Presidente e anima di Passepartout che, dallo smart working è passata allo smart meeting in occasione del quale ha annunciato una nuova azienda, rinnovata nel management (Paolo e Mauro Franceschini sono stati nominati a dicembre 2019 Vice Presidenti – ndr) ma, soprattutto, una nuova versione delle proprie soluzioni software.
Un intervento radicale, che ha comportato la riorganizzazione (non facile) di dati e usabilità «per dare vita a soluzioni “moderne” sia nella rappresentazione che nelle funzionalità, per rispondere alla crescente richiesta di duttilità imposta dal mercato».
Parole d’ordine “semplificazione” e “rinnovamento funzionale”
Consapevole che rinnovare un prodotto stabile, con oltre 30 anni di storia e funzionalità alle spalle, può appesantire il risultato finale, Passepartout ha agito, in primis, su Mexal e PassCom, mantenendone le peculiarità che li hanno resi celebri sul mercato per dare il benvenuto a Mexal 20.20 e PassCom 20.20.
Non di meno, ha fatto per Ho.Re.Ca. e Retail annunciando nuove app e funzionalità utili a interpretare un mercato e-commerce in crescita, dove la sfida sarà sempre più giocata dalle capacità di controllo sul delivery.
Il tutto in un momento storico in cui Passepartout sfiora i 200 dipendenti e il fatturato 2019 è cresciuto poco meno del 50% rispetto all’esercizio precedente.
Come, infatti, dettagliato nel suo intervento da Andrea Rosa, Direttore Commerciale di Passepartout, all’incremento di fatturato ha contribuito, per il 12,66%, la parte dei professionisti, mentre nel retail la crescita ha addirittura sfiorato i 18 punti percentuali, con gli ottimi risultati messi a segno sia da Menu (+21,38%) che da Welcome (+19,91%), e i servizi a giocare la parte del leone con un incremento del 54,04% e un cloud, che ha riportato un +22,79% rispetto all’esercizio precedente.
Nel 2019, le installazioni totalizzate hanno superato le 29.000 unità (erano 27.709 nel 2018), per un numero totale di utenti pari a 85.403 (80.479 nel 2018).
Da Passepartout anche nuovi servizi integrati alle sue soluzioni
Numeri a parte, però, a tenere banco nel meeting virtuale organizzato questa mattina per l’edizione 2020 del consueto evento annuale è stato l’annuncio della partnership con WorkInvoice, una piattaforma che mette in collegamento le aziende che voglio cedere i propri crediti commerciali (per incassarli ragionevolmente prima) con investitori istituzionali che li acquistano.
Composta da un team di 4 persone provenienti sia dalla finanza che dal mondo delle tecnologie applicate alla finanza, il marketplace di WorkInvoice può, infatti, contare su un nutrito parterre di investitori composti dai principali fondi di investimenti del mondo, che comprano le fatture commerciali delle aziende.
Va da sé che, una alleanza come quella appena annunciata, porta nell’universo dei partner Passepartout nuove opportunità, considerato che, nel mercato italiano, la presenza di PMI poste in costante difficoltà da tempi di pagamento decisamente lunghi, potrebbero trovare una soluzione molto più rapida e flessibile rispetto ad altre forme di credito commerciale tradizionali.
Appena uscite dalla fase emergenziale post-Covid19 ma in piena emergenza finanziaria, le aziende che ricorrono a WorkInvoice possono rivolgersi a fondi di investimento esterni al sistema bancario, che oggi più di ieri, ha ulteriormente ridotto il credito alle aziende.
Un imprenditore riduce così i tempi di pagamento e ottiene, contemporaneamente, una fonte addizionale rispetto al credito bancario senza sottrarre tempo prezioso al business per rincorrere i clienti insolventi ma migliorando, invece, il proprio flusso di cassa a fronte di un minor indebitamento.
Passepartout fa rotta verso la Blockchain
Infine, direttamente da Hangzhou, la quarta città più grande della Cina, Mauro Franceschini, che (caso più unico che raro!) due anni fa ha ottenuto il brevetto di pilota di linea dalle autorità cinesi, sta studiando da vicino le aree pilota per i progetti Blockchain.
Gli stessi di cui in Italia (da un anno a questa parte) la Consob sta ancora solo parlando.
«Se questa tecnologia può davvero abbassare il costo della certificazione delle transazioni e favorire la creazione di nuovi marketplace – ha sottolineato il figlio maggiore di Stefano Franceschini – potete star certi che Passepartout ne sonderà tutte le possibilità per assicurare ai suoi clienti la continuità dell’evoluzione tecnologica e funzionale dei suoi prodotti».
Passepartout c’è. L’infrastruttura pure.
E i partner? Lo dirà il mercato nei mesi a venire.