Di seguito condividiamo un articolo di Massimiliano Grippaldi, Regional Sales Manager di PFU Italia dedicato alla raccolta e alla trasmissione delle informazioni. È un processo che è cambiato nel corso dei secoli e oggi un dispositivo che ha sicuramente cambiato questo processo e di cui non possiamo fare a meno, è la tastiera. Il manager condivide qualche curiosità sulla sua evoluzione.
Buona lettura!
Dall’argilla al cloud: l’evoluzione della comunicazione e dell’acquisizione delle informazioni
Possiamo far risalire la nascita della comunicazione non verbale – espressioni facciali, suoni e comportamenti – a circa 100.000 a.c. In seguito all’origine della parola si è invece sviluppata la tradizione orale di raccolta e trasmissione delle informazioni e, man mano che il linguaggio si è evoluto, la creazione di segni, la scrittura, la stampa e le odierne comunicazioni digitali sono diventati nuovi metodi per catturare e diffondere le informazioni. Dai segni sull’argilla delle antiche civiltà ai sofisticati software odierni, indipendentemente dal mezzo utilizzato, il principio è lo stesso: come raccogliere e condividere le informazioni in modo che altri possano accedervi in modo efficace ed efficiente?
L’evoluzione dell’acquisizione dei dati va di pari passo con lo sviluppo degli strumenti necessari per svolgere il proprio lavoro. Un dispositivo che si è affermato nel tempo e di cui probabilmente non potremmo fare a meno è la tastiera, presente in molti device di uso quotidiano come il computer e il telefono, è ormai diventata un mezzo di riferimento per l’inserimento di dati all’interno di un sistema. E anche se esistono metodologie di input differenti, in primis quelle vocali, ricopre ancora un ruolo fondamentale nella vita, personale e professionale, di ognuno di noi.
Dalla tastiera QWERTY alla tastiera HHKB: perché si chiamano così?
La tastiera standard è definita QWERTY per via delle prime sei lettere in alto a sinistra. Si tratta di una sequenza di tasti che potrebbe non avere senso per chi non ha mai usato una macchina da scrivere meccanica, ma all’inizio questo design aiutava a evitare che i martelli metallici delle lettere usate di frequente si aggrovigliassero tenendoli ben distanziati. E la tastiera da computer ha ereditato il layout della vecchia macchina da scrivere meccanica.
Negli anni ‘90 un professionista UNIX, il professor Eiiti Wada, capì l’importanza delle tastiere per gli amministratori di sistema, gli sviluppatori e per gli utenti professionali. Intuì inoltre come le crescenti esigenze di queste professionalità stessero portando al limite il comfort e l’ergonomia delle tastiere esistenti ed eliminò 10 tasti funzione non necessari, rendendo il layout ancora più efficace.
Ma l’evoluzione non si è fermata e anche il design a 10 tasti si è evoluto, come dimostra la tastiera HHKB, realizzata da PFU. Originariamente creata da e per i programmatori utilizzando il layout di base del professor Wada, è stata adattata per soddisfare le esigenze dei moderni stili di codifica, che con l’avvento delle interfacce grafiche richiedono sia l’immissione di testo che le funzionalità di puntamento. Immaginate una tastiera dotata sia di pad gestuali che di funzionalità mouse, e avrete un dispositivo in grado di offrire un’esperienza di tastiera ottimizzata a creatori come editor di film e grafica e sound designer, oltre che agli sviluppatori. Per molti il mouse o il touchpad è semplicemente un dispositivo di puntamento. Ma per i professionisti della creatività è un’estensione delle mani e uno strumento essenziale per sfruttare la creatività.
I dispositivi aziendali continueranno certamente a evolversi, ma la costante rimane quella di investire e ricercare il dispositivo più adatto a consentirci di svolgere al meglio il nostro lavoro.
di Massimiliano Grippaldi, Regional Sales Manager di PFU Italia