Secondo l’edizione 2014 del Barometro Mondiale dei furti nel retail, promosso da un fondo indipendente di Checkpoint Systems e condotto da The Smart Cube ed Ernie Deyle, le differenze inventariali incidono per oltre 96 miliardi di euro a livello globale. Tali perdite includono furti, frodi ed errori di amministrazione e rappresentano l’1,29% di tutte le vendite retail. Il costo medio per furto, in Europa, varia da 14 euro a 180 euro a persona in più per le aziende.
I dati
L’indagine ha coinvolto 24 paesi e 222 operatori, che hanno generato 560 miliardi di euro in vendite nel 2013. Dallo studio emerge che le differenze si stanno riducendo, in parte grazie alla maggiore attenzione per i metodi di prevenzione delle perdite, in parte per le migliori prospettive economiche, soprattutto nel Nord America. In paesi come l’Italia, che hanno un tasso di differenze non elevato, gli investimenti in prevenzione sono aumentati.
L’Italia
Il dato italiano è migliorato rispetto allo scorso anno e si attesta all’1,09% delle vendite, per un valore di 3,1 miliardi di euro in totale e 94 euro a persona. Nello specifico, oltre il 75% delle differenze inventariali sono da ricondurre a furti compiuti dai clienti per il 53,4%, dai dipendenti per il 22%; seguono poi gli errori amministrativi (16,3%) e le frodi dei fornitori (8,3%).
Il nostro paese si segnala per gli investimenti sostenuti per arginare il fenomeno: oltre 2,5 miliardi di euro nell’ultimo anno, cifra che ci pone tra i più virtuosi nel rapporto tra differenze inventariali e spesa in prevenzione delle perdite.
Chi ruba e cosa ruba
Il taccheggiatore medio ha tra 18 e 45 anni, mentre in Italia la fascia si restringe a 30-45 anni. Il settore più colpito e l’alimentare: vini e superalcolici guidano la classifica degli articoli più rubati, seguiti da carne e formaggi. Smartphone e videogames, fashion e health & beauty continuano anch’essi a essere l’oggetto di molte attenzioni da parte dei ladri.