Parallelamente alla crescita del mercato degli smartphone, resa possibile anche dalla possibilità per i consumatori di mettere gli abbonamenti cellulare incluso dei diversi operatori a confronto per un acquisto rateizzato dei dispositivi più costosi, anche la rosa delle applicazioni relative si allarga a dismisura.
Le app sanitarie, come Ictus 3R per conoscere e prevenire la malattia o come Mocaheart, il cardiologo smart, si diffondono d’altronde sempre più spesso e sempre più velocemente andando a colmare le mancanze della sanità pubblica italiana e garantendo nuove opportunità sia per i cittadini che per le imprese del settore.
Il mercato health care offre alle aziende buone prospettive di crescita non solo all’interno dei confini nazionali ma in un’ottica apertamente internazionale e globale. Il 65% delle imprese dichiara, infatti, di aver iniziato ad operare, e in brevissimo tempo, anche su mercati esteri prima inesplorati espandendo la base dei clienti e aumentando i ricavi.
Primeggiano ovviamente le aziende con progetti di app sanitarie che si aggiudicano l’enorme fetta di smart-user interessati alla propria salute. Imprese e brand pronti a cavalcare l’onda del mobile-health sembrano infatti ottenere un successo sicuro anche grazie al sostegno delle istituzioni pubbliche.
In questa direzione, d’altronde, si muovono gli interventi specifici di agevolazione fiscale per le attività di ricerca e sviluppo o relativa al costo del lavoro. Ed è anche a questi che Pier Carlo Padoan ha potuto definire la Legge di Stabilità come “un provvedimento equilibrato e con importanti misure volte a stimolare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro”.
Sembra quindi che non ci sia proprio nulla da opporre ai benefici che le aziende health care producono sul mercato del lavoro. E lo stesso vale per gli innumerevoli vantaggi in termini di efficacia e tempestività delle cure, di comodità e prevenzione che le app sanitarie possono offrire a cittadini e pazienti interessati alla salute propria o dei propri cari.
D’altronde la preoccupazione principale per chi fa quotidianamente uso di app sanitarie, non riguarda tanto i discorsi etici relativi alla speculazione delle aziende o quelli politico-sociali dell’inefficienza della sanità pubblica, quanto la questione della sicurezza e della tutela della privacy in ambito m-health.
Sulla base dei risultati di una consultazione condotta dalla Commissione Europea su un campione di 200 persone, infatti, è proprio la protezione dei dati personali a interessare più di ogni altra cosa gli utenti. Si rende quindi necessario un sistema che rafforzi la legislazione europea in materia di sicurezza dell’utente e di trasparenza delle informazioni mediche. E Bruxelles si è subito messa all’opera in questo senso per la redazione di norme relative alla crittografia dei dati e al rafforzamento delle misure già esistenti.