Dall’analisi approfondita dei data center di molte organizzazioni aziendali si evince spesso un modello legacy molto complesso che si riflette su tutta la struttura IT e crea delle sfide importanti nell’area della gestione, della sicurezza, della scalabilità e dell’efficienza dei costi dell’infrastruttura informatica di qualsiasi azienda.
Le direzioni IT possono oggi scegliere tra un’ampia varietà di tecnologie in ambito center per favorire l’economia digitale e rispondere alle esigenze di una forza lavoro sempre più attenta a questi aspetti; in alcuni casi hanno costituito addirittura team dedicati per area tecnologica – storage, server, networking – al fine di individuare le migliori soluzioni tecnologiche; ciò, tuttavia, è appannaggio delle sole aziende enterprise a scapito delle realtà più piccole ove ai comparti IT si impone un orientamento multidisciplinare e la necessità di affrontare non solo gli aspetti strategici ma anche quelli operativi.
Uno degli approcci alla gestione della complessità dei data center e dell’IT, attualmente più diffuso è rappresentato dall’implementazione di un’infrastruttura convergente o, recentemente, iperconvergente insieme a tecnologie emergenti di architetture software defined, l’analisi operativa e i big data.
In particolare, le infrastrutture convergenti sono ormai un affermato mercato in crescita e rappresentano una notevole opportunità per il canale per proporre una soluzione preconfigurata, integrata, che combina i principali componenti hardware all’interno di una configurazione progettata in modo intelligente, collaudata e installata come una singola unità coesa e non “messa insieme” con la versione digitale del nastro adesivo.
Un’infrastruttura convergente offre, inoltre:
- Unico punto di supporto: il fornitore risponde a tutti i problemi, indipendentemente dal fatto che essi siano all’interno dello stack IT
- Soluzione certificata e collaudata: tutte le attività di certificazione e collaudo vengono effettuate in anticipo per verificare quali configurazioni funzionano meglio;
- Manutenzione e supporto continuativo: la manutenzione è certificata e include anche gli aggiornamenti di sistema per i singoli componenti;
- Piattaforme virtualizzate scalabili e flessibili: progettate per sostenere tutti i carichi di lavoro delle applicazioni enterprise e diverse decine di migliaia di utenti, conservando il controllo e la sicurezza.
In sintesi, realizzando un’infrastruttura convergente le organizzazioni possono ridurre la complessità, semplificare l’implementazione e l’integrazione, ridurre le spese e migliorare la capacità di utilizzo delle tecnologie per trasformare le esigenze e non solo per far funzionare la macchina.
Al fine di potersi muovere con profitto in questo mercato e quindi offrire un livello di servizio adeguato ai propri clienti, gli operatori di canale devono affrontare alcuni cambiamenti:
- Gestire le nuove tecnologie emergenti: i sistemi legacy sono rigidi e complessi e rendono difficile l’integrazione delle nuove tecnologie IT come quelle per la mobilità e il cloud computing;
- Eliminare i gap nelle competenze: un’infrastruttura convergente multi-vendor prevede l’integrazione di più elementi tra cui storage, reti e software per l’elaborazione e l’orchestrazione. Se da un lato le “reference architecture” semplificano la parte di integrazione e installazione, sotto il profilo operativo, la gestione è abbastanza complessa e molte organizzazioni non hanno le competenze interne per gestire tutto questo. Quindi, il canale deve costruire le competenze necessarie per offrire questo tipo di soluzioni e servizi.
- Gestire risorse limitate: spesso ci sono vincoli di budget che si traducono in una ridotta disponibilità di risorse per la gestione dei sistemi IT. L’infrastruttura convergente riduce questo tipo di problema in quanto si basa su una tecnologia concepita per l’integrazione, che può essere gestita in modo più semplice e integrato.
- Gestire le infrastrutture legacy: la gestione e la manutenzione dell’infrastruttura possono essere complicate, soprattutto se viene coinvolta un’infrastruttura legacy che aggiunge un livello di complessità ulteriore e rende difficile – o impossibile – una gestione efficiente, senza un aumento dei costi e una limitazione della produttività. La standardizzazione permette di semplificare la gestione e l’infrastruttura convergente deve essere vista non solo come un costo IT, ma come uno strumento per la riduzione della complessità e dei costi operativi nel tempo.
- Assicurare la continuità: la business continuity è diventata un fattore chiave e questo non significa solamente il salvataggio dei dati per evitare la perdita ma anche la gestione quotidiana dell’IT. Infrastrutture diverse a seconda delle sedi rendono più complessa la pianificazione del disaster recovery, semplificata, al contrario, dall’infrastruttura convergente in quanto permette di lavorare con un modello standard indipendente dalla sede e ridurre il numero delle variabili.
A queste sfide, si aggiunge il fatto che il ritmo del cambiamento nei data center è molto rapido verso architetture sempre più scalabili e questo spiega perché l’infrastruttura convergente e le tecnologie emergenti come mobilità, cloud e software defined networking (SDN) sono argomenti di discussione per l’IT. Contemporaneamente, le aziende devono allineare costi e prestazioni dell’infrastruttura IT, assicurandosi del fatto che i picchi di domanda vengano soddisfatti senza dover aumentare gli investimenti. Questo spinge le direzioni IT a enfatizzare le capacità di analisi e di previsione nonostante sia sempre più difficile per le nuove tecnologie emergenti dei data center.
La convergenza tra la tecnologia dei data center e quella delle reti è alla base di questa evoluzione e nonostante siamo ancora nella prima fase di adozione di queste tecnologie, stiamo già assistendo a un cambiamento nella progettazione e nell’implementazione delle infrastrutture per i data center. Gartner ha pubblicato una ricerca secondo la quale “la crescita sarà limitata dalla mancanza di competenze sui data center a partire dal 2016“, per cui suggerisce di risolvere il problema “aggiustando il numero delle risorse richieste dagli altri servizi, per evitare un sovraccarico dell’infrastruttura IT“.
Spiega Massari “Tutto questo, come anticipato, rappresenta un’importante opportunità per il canale; il reseller, infatti, avrà la possibilità di integrare le competenze IT che mancano alle aziende e aiutarle a comprendere come e perché le nuove tecnologie riducono la complessità dell’IT, offrono vantaggi economici e maggiore agilità alla struttura sia oggi sia in futuro, e quindi inserirsi con la propria proposta a valore aggiunto. Un cambiamento analogo è imposto anche al distributore nei confronti dei partner. Il distributore, infatti, dovrà adottare un approccio consulenziale e saper trasmettere e erogare competenze e formazione”.