Grazie alle telecamere è possibile vigilare su abitazioni ed aziende, parlare in videoconferenza da un capo all’altro del mondo, monitorare a distanza i pazienti nelle strutture sanitarie, ma c’è anche un rovescio della medaglia, perché come tutti i dispositivi connessi al web nell’Internet of Things, implicano anch’esse delle criticità e delle vulnerabilità che sempre più spesso vengono sfruttate da malintenzionati per spiare gli stessi proprietari che le hanno installate, e nel 2018 saranno quasi 1 miliardo in tutto il mondo.
Le sempre più frequenti notizie di cronaca, mettono di fatto in evidenza come siano costantemente in aumento violazioni del Codice della Privacy attraverso telecamere e webcam, anche se la colpa non è sempre da attribuire tutta agli hacker e ai criminali, come spiega Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy:
“Le mani in cui si affidano utenti e aziende che devono installare un sistema di videosorveglianza, spesso non possiedono competenze adeguate sulla security e tantomeno in materia di protezione dei dati personali. Per evitare gravi violazioni della privacy di cittadini e lavoratori, è necessario avvalersi solo di professionisti preparati non solo a livello tecnico, ma anche sul piano giuridico, e se possibile con competenze certificate – afferma Bernardi -. Inoltre, l’ultimo provvedimento generale in materia di videosorveglianza emesso dal Garante risale al 2010, ma nel frattempo la tecnologia si è evoluta freneticamente. Auspichiamo perciò che l’Authority emani al più presto regole aggiornate ed adeguate al contesto attuale.”
Per quanto riguarda le competenze dei professionisti della data protection, già dal 2011 Federprivacy ha promosso la certificazione delle competenze dei Privacy Officer con il TÜV Examination Institute, e da inizio di quest’anno è partito anche un percorso specialistico di secondo livello per la figura del “Consulente della Privacy del settore della Videosorveglianza”, che sta già vedendo buoni risultati non solo da parte degli addetti ai lavori, ma anche degli stessi installatori.
In Italia, TÜV certifica infatti i professionisti che, attraverso un corso formativo gestito da Ethos Academy e patrocinato da Federprivacy, documentano la loro esperienza in materia, e sostengono infine un esame con l’ente bavarese per dimostrare l’effettivo possesso delle competenze necessarie per assicurare un adeguato livello di protezione dei dati secondo quanto prescritto dalla normativa vigente in materia di privacy.