A cura di Oliver Guy, Retail Industry Director di Software AG
Le nuove tribù della cosiddetta “Amazonizzazione”
Ci si troverà di fronte ad un’ulteriore “Amazonizzazione” del settore retail, con nuove realtà entranti sul mercato che – così come i retailer già presenti – troveranno nuovi modi per vendere, soddisfare e consegnare prodotti a clienti esigenti, nonché spesso impazienti.
Non sarà necessario un telecomando per fare zapping
I retailer si adatteranno rapidamente e si connetteranno a nuovi canali per coinvolgere i clienti, sfruttando anche il “conversational commerce” – Amazon Echo o i Bot su Facebook Messenger.
I nuovi approcci
La completa visibilità del magazzino e delle scorte in tempo reale diventerà concreta: molti retailer realizzeranno che un programma rip-and-replace per i principali sistemi di merchandising, stoccaggio e assortimento dei punti vendita non rappresenta la soluzione migliore né la più rapida. I più intraprendenti cercheranno di ricorrere ad altri approcci, come l’utilizzo dell’in-memory caching insieme al messaging ad alta velocità al fine di fornire in tempo reale i livelli di giacenza lungo ogni sede, canale, negozio e spedizione.
La tecnologia per attrarre i clienti
I clienti si aspettano di trovare articoli, dispositivi e servizi tecnologici quando si recano in negozi fisici e i retailer si stanno attrezzando in tal senso, ricorrendo ad innovazioni come robot in grado di fornire indicazioni, chioschi per gli ordini in-store e “specchi magici” per provare i vestiti.
L’IoT in cucina
L’IoT diventerà parte integrante delle cucine con dispositivi quali Amazon Echo, Hiku e altri ancora che permettono ai clienti di aggiungere prodotti alle loro liste della spesa. Il conversational commerce sarà un precursore dell’Intelligenza Artificiale e del “cognitive commerce”, che si diffonderà negli anni a venire.
Anticipare i desideri dei clienti
L’avvento della “customer experience preventiva” permetterà ai retailer di gestire le aspettative dei clienti sempre più all’inizio del processo di vendita. Ciò, a sua volta, potrà aiutare i retailer a consolidare l’attaccamento emotivo al loro marchio, grazie alla possibilità di offrire ai clienti quello che desiderano prima che essi si rendano conto di volerlo.
Oliver Guy conclude: “I retailer che sfrutteranno al meglio questo ‘retail moment’ saranno, pertanto, coloro che riusciranno a disporre di una visibilità completa delle scorte in tempo reale, introdurre dispositivi tecnologici nei loro negozi per attrarre nuovi clienti e prevedere quello che questi ultimi vogliono già nelle fasi iniziali del ciclo di vendita. Tutto ciò implicherà l’essere capaci di orchestrare i sistemi in modo tale da poter soddisfare le promesse al cliente”.