Per avviare un processo di virtualizzazione l’Università degli Studi di Brescia si è affidata a Citrix.
L’Università degli Studi di Brescia, istituita ufficialmente con Legge 14 agosto 1982 n.590, sorge con tre Facoltà: Economia e Commercio, Ingegneria, Medicina e Chirurgia.
L’offerta formativa dell’Ateneo si articola in quarantacinque corsi di laurea, tra triennali, magistrali e magistrali a ciclo unico nelle aree scientifiche di Giurisprudenza, Medicina e Chirurgia.
L’offerta formativa dell’Ateneo si articola in quarantacinque corsi di laurea, tra triennali, magistrali e magistrali a ciclo unico nelle aree scientifiche di Giurisprudenza, Economia, Ingegneria e Medicina ed Odontoiatria.
L’offerta post-laurea si compone di:
– 28 scuole di specializzazione (26 di area medica, 1 di area sanitaria e 1 di area giuridica), 15 Scuole aggregate di area medica con sede amministrativa presso altri atenei;
– 9 dottorati di ricerca (7 come sede amministrativa e due come sede consorziata);
– master, corsi di perfezionamento e summer school
Obiettivi diversi, esigenze diverse
La popolazione studentesca è di circa 15.000 iscritti, mentre il personale strutturato è di circa 1100 unità di cui metà personale tecnico amministrativo e metà personale docente e ricercatore.
La Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia si avvale della collaborazione di Spedali Civili di Brescia, uno dei più grandi ospedali italiani, per garantire l’assolvimento dei propri compiti istituzionali di didattica e ricerca. Al contrario Spedali Civili si avvale della collaborazione con l’Università per assolvere ai propri compiti assistenziali. La collaborazione tra Università e Spedali Civili produce inoltre un elevato numero di studenti specializzandi, attivi sia a livello universitario che ospedaliero. Le due istituzioni agiscono con scopi diversi: se per l’Università, il focus è rappresentato dalla didattica e dall’attività di ricerca, per l’Ospedale, dalla cura del malato, ragion per cui l’utilizzo dell’informatica risulta essere differente.
In moltissimo casi, per il singolo utente che opera all’interno di un unico contesto, non c’è distinzione tra lavoro didattico e lavoro medico. Tuttavia, se il medico si trova ad aderire alle regole ben precise dettate dai canoni della sanità, il ricercatore ha invece la necessità che queste regole siano meno stringenti in modo da poter esercitare più liberamente la professione di ricerca. La situazione dal punto di vista informatico era infatti caratterizzata dalla imposizione di regole nel tentativo di dominare la promiscuità di postazioni lavoro, attrezzature, licenze e risorse operanti nella medesima infrastruttura informatica. Situazione che, protraendosi per molti anni, ha portato ad una generalizzata insoddisfazione dell’utenza e spesso al tentativo autonomo da parte dei singoli di aggirare le regole che il mondo della sanità giustamente deve porre.
Si è quindi manifestata l’esigenza forte di adottare in modo trasparente – nel momento in cui si opera come docente e ricercatore – le policy universitarie in tutti gli ambiti: dall’utilizzo dei software, alla navigazione internet al supporto informatico.
La virtualizzazione per creare ordine
“La tecnologia ha rappresentato lo strumento fondamentale per risolvere o comunque mitigare il più possibile questa situazione – spiega Andrea Marinoni, Responsabile dei Sistemi Informativi dell’Università degli Studi di Brescia –. L’idea è stata quella di utilizzare apparecchiature gestite esclusivamente dall’azienda ospedaliera, consentendo a queste ultime l’utilizzo di macchine e risorse virtuali erogate dall’Università.
Abbiamo quindi scelto di virtualizzare macchine e applicazioni e acquisire un’infrastruttura virtuale gestita dall’università ma erogata anche all’interno dell’Ospedale Civile”.
“Prima di scegliere Citrix – continua Marinoni – abbiamo effettuato una selezione ed un confronto con altri vendor. Nel riscontrare che Citrix fosse decisamente più avanti per quanto riguarda le funzionalità e le modalità di gestione amministrativa e sistemistica, abbiamo anche appurato, in collaborazione con la struttura informatica di Spedali civili, che la sua tecnologia si adattava meglio all’infrastruttura di rete ospedaliera”.
L’Università di Brescia ha lavorato con Personal Data, Citrix Solution Advisor, selezionata attraverso una procedura competitiva di acquisizione. L’azienda bresciana ha quindi installato e gestito l’infrastruttura server presso il datacenter dell’Università, offrendo il supporto necessario per configurare tutto e garantendo presenza costante per l’assistenza. E’ stato sfruttato un dominio Microsoft esistente: tutti gli utenti che utilizzano il sistema sono all’interno del dominio stesso.
XenDesktop è la soluzione di Citrix scelta per l’erogazione del desktop; è stato concordato di erogare il desktop proprio per trasmettere all’utente l’idea della separazione netta tra utente universitario e utente ospedaliero.
Considerata l’esigenza primaria dell’istituto, si è lavorato affinché l’utente avesse sul proprio desktop una icona vera e propria (Citrix Receiver) che aprisse una finestra sul mondo universitario in cui trovare disponibili e sempre aggiornate le licenze software secondo le esigenze specifiche dei docenti e ricercatori.
Questo tipo di lavoro ha permesso altresì di erogare le medesime risorse anche in ambienti diversi al di fuori dalle strutture ospedaliere ed in mobilità.
In accordo con l’Ospedale Civile, Citrix Receiver è stato installato su un parco macchine di circa 3000 postazioni in modo generalizzato: ciascun utente che opererà all’interno dell’ospedale, troverà così la propria icona e potrà accedere, tramite username e password, all’ambiente universitario. “Questo permetterà di offrire agli utenti il livello di sicurezza e di flessibilità di cui hanno bisogno, senza mai compromettere la loro esperienza che continuerà sempre a essere fluida e senza alcun tipo di interruzione”, continua Marinoni.
La soluzione scelta di Moonshot HP per il deployment nell’ambito delle soluzioni Citrix – sia per quanto riguarda le applicazioni con l’utilizzo di XenApp, sia di VDI con l’utilizzo di Xendesktop – permette in fase inziale di distribuire un determinato numero di applicazioni e di VDI a circa 300/400 utenti. In futuro, però, la tecnologia Moonshot permetterà di gestire un livello di densità pari anche a 1500 utenti a soluzione/modulo, senza impattare sugli investimenti in storage o licenze e garantendo un’elevata efficienza, performance e scalabilità.
Progetti futuri
“All’interno dell’ateneo, gestiamo anche molti laboratori didattici e abbiamo esigenze di aggiornamenti frequenti – conclude Marinoni -. Per il futuro, vorremmo quindi fare sperimentazioni sui laboratori per arrivare ad allestirne di nuovi in poco tempo, considerando il fatto che un laboratorio comprende dalle 10 alle 50 macchine virtuali. Da qui ad allora, estenderemo il progetto che abbiamo in atto con Ospedali Civili anche ad altri enti ospedalieri della Lombardia” con i quali vi sono in atto convenzioni per la erogazione della didattica”.