Meno hardware, più software. E’ un momento di profonda rivoluzione quello che sta vivendo Avaya, che entro fine anno sarà fuori dalla procedura di Chapter 11, e che si sta ristrutturando per partire con una nuova proposizione e un focus che si discosta da quello tradizionale. Quello che succederà dopo sarà una sorpresa, ma quello che è certo è che la società si presenterà con un assetto totalmente rinnovato e una strategia nuova che cambierà il suo approccio al mercato e la sua proposizione.
“La nostra strategia si andrà sempre più focalizzando sul cloud e sul mondo applicativo – esordisce Simone Bini, Video Sales Leader Europe di Avaya, che abbiamo incontrato in occasione di Smau -. Il mondo sta cambiando e i temi che sono sulla bocca di tutti sono quelli del cloud, della digital transformation e della user experience”.
La nuova offerta parte dalla piattaforma Breeze, che costituisce la base della proposta Avaya sulla quale la società sta costruendo tecnologie di nuova generazione. Breeze permette di essere agili e di rispondere in maniera rapida all’esigenza di introdurre nuove funzionalità del software. “Ad esempio – spiega Bini – ci ha permesso di inserire velocemente le funzionalità Web RTC nei nostri sistemi di comunicazione standard”.
Sopra a Breeze siedono Avaya Aura con Equinox, le piattaforme Avaya per la comunicazione, che consentono ai clienti di usufruire di tutte le tecnologie di UC e mobility sul web, via pc, telefonino o tablet, ottimizzando l’esperienza dell’utente a seconda del mezzo adoperato.
Il messaggio rivoluzionario della trasformazione digitale, secondo Bini, è quello di proporre soluzioni su misura, perfettamente customizzate. “Non è più il vendor che insieme al partner porta all’azienda cliente un altro sistema It che deve imparare ad utilizzare. Oggi è il singolo dipendente all’interno dell’azienda che a seconda delle sue abitudini e delle sue esigenze utilizza il mezzo secondo le sue finalità, che saranno diverse a seconda ad esempio della funzione svolta o dell’età. Ognuno fruisce della tecnologia a seconda delle sue esigenze o preferenze. Solo così entra in gioco il concetto di un effettivo aumento della produttività perché l’esperienza tecnologica è fatta su misura e non è più necessario per l’azienda spendere in formazione”.
La proposta di Avaya è quindi quella di una piattaforma che a 360° copre tutte le esigenze di collaborazione e comunicazione (quindi client, chat, presenza, collaborazione dati sul web, su video, con la possibilità di poter mischiare tutti questi canali, legandosi quindi anche al mondo dei contact center con il concetto di omnicanalità).
Openness quindi, che con Breeze si traduce anche in apertura alle interfacce applicative, garantendo al cliente la possibilità di interfacciarsi direttamente ad esempio con Salesforce, con cui la partnership è storicamente molto forte. Si aprono così anche nuove possibilità per i partner, che possono, se opportunamente skillati, personalizzare il funzionamento della piattaforma.
Parlando proprio di canale, Avaya ha un motto: si aggiunge ma non si lascia indietro nessuno. Uscendo dalla propria “comfort zone” accanto al canale classico, ci sarà la possibilità, per alcuni canali, di evolvere con la società. “In questo momento di trasformazione il nostro obiettivo resta quello di valorizzare i canali che abbiamo e aggiungerne di nuovi per fronteggiare gli scenari futuri che si stanno prospettando”.
Un discorso, quello dell’apertura, che si applica al mondo della videocollaborazione, ma valido anche per la telefonia e la messaggistica.
La nuova Avaya strizza un occhio anche alle tecnologie emergenti, anche se, precisa Bini “oggi si parla tanto di intelligenza artificiale ed IoT, ma siamo ancora in una fase embrionale e bisognerà stare a vedere come si evolverà lo scenario”. La società comunque si sta attrezzando sperimentando nuove applicazioni. Ad esempio un reparto verticale dedicato alla sicurezza e alla prevenzione ha portato avanti un progetto di interfacciamento dei sistemi di comunicazione Avaya con droni di nuova generazione, che permette al drone di alzarsi in volo, localizzare l’emergenza tramite una geolocalizzazione su telefonino e verificare cosa sta succedendo, per poi prendere le misure più appropriate senza sprechi di tempo e di risorse.
Tra le altre applicazioni, interessanti quelle in ambito sanitario nei servizi di emergenza sulle ambulanze, dove il personale intervenuto sul posto può comunicare già dall’ambulanza ai medici in ospedale dati sul problema del paziente e parametri vitali, facendo risparmiare tempo e incrementando così le possibilità di sopravvivenza.
“Nostri sistemi di collaborazione sono presenti anche nelle sale operatorie, dove un sistema di videoconferenza che permette una comunicazione a due vie consente al medico in carico di consultarsi in tempo reale con esperti in ogni angolo del globo, contemporaneamente garantendo anche la possibilità di assistere all’operazione ad un gruppo di studenti universitari”.
Le applicazioni sono dunque moltissime. Si tratta di un mondo ancora da esplorare, ma quello che è certo è che la strategia di Avaya si sta predisponendo al cloud per portare in campo un’offerta as-a-Service, accanto a quella on-premise, per soddisfare insieme ai partner ogni esigenza dei clienti.