Si è conclusa l’ottava edizione del “Premio Ricoh per giovani artisti contemporanei” con la premiazione dei vincitori che si è tenuta presso il Mondadori Megastore di Piazza Duomo (Milano).
Nato nel 2010, il Premio è un progetto che coniuga arte contemporanea e Responsabilità Sociale ed è organizzato da Ricoh Italia con la collaborazione di Regione Lombardia e Mondadori Store e il patrocinio del Comune di Vimodrone. L’obiettivo del Premio è promuovere la cultura e dare ai giovani la possibilità di esprimere la propria creatività.
La giuria – presieduta da Giorgio Grasso, critico d’arte e curatore del Padiglione Armenia alla Biennale di Venezia 2017 – era composta da Davide Oriani (CEO di Ricoh Italia), Mirko Bianchi (Past President di Ricoh Italia), Francesco Riganti, Direttore Marketing Mondadori Retail, Rino Moffa (editore e Amministratore Unico di Tnv), Sabrina Ravanelli (artista), Vincenzo Gornati, Direttore iniziative editoriali del Comune di Vimodrone, Alessandro Papini, Presidente del Gruppo di lavoro per la selezione di mostre, opere d’arte ed esposizioni culturali/informative per la valorizzazione delle sedi di Regione Lombardia.
La giuria ha decretato:
• Vincitore assoluto: Daniele Di Girolamo con l’opera “Più in alto nel cielo, più profondo nel cuore”
• Vincitore per la sezione pittura-disegno-grafica: Veronica Liverani con il video “Solitudini sconosciute”
• Vincitore per la sezione scultura-installazione: Andisheh Bagherzadeh con l’opera “Unanime”
• Vincitore per la sezione fotografia-video, digital art: Graziana Conte con il dittico di fotografie “Piovra” e “Paguro”
• Vincitore per la sezione Pop Art: Rubens Fogacci con l’opera “Ritratto di Mina”
Agli artisti è stato chiesto di esprimere, attraverso le loro opere, i valori Ricoh così riassumibili: “Lo sforzo verso l’innovazione, che semplifica la vita e il lavoro, salvaguardando nel contempo l’ambiente e in generale i principi della responsabilità sociale d’impresa”.
L’azienda come identità unica ma allo stesso tempo molteplice
Andisheh Bagherzadeh (Accademia delle Belle Arti di Firenze) ha vinto la categoria scultura-installazione con l’opera “Unanime”. Si tratta di una installazione composta da 99 elementi in terracotta smaltata che l’autore spiega in questo modo: “Il mio progetto si concentra principalmente sul concetto di identità. Un’identità che fondendosi con la collettività diventa un corpo unico. Nonostante siano incomplete, le figure riescono a creare una forma solida e insieme resistente; questo concetto è coerente con quello che, secondo me, rappresenta l’unità di un’azienda, di un’organizzazione, composta da numerose idee, caratteri e personalità dalle quali nasce un’identità unica, solida ed insieme molteplice e collettiva. A mio avviso anche Ricoh, basandosi su tali principi e percorrendo questo dinamismo, sempre con l’attenzione rivolta al fattore umano, riesce a evolversi, promuoversi e migliorarsi sempre di più”.
Alla ricerca di una nuova visione della realtà
Graziana Conte (Accademia di Belle Arti di Lecce) ha primeggiato nella sezione fotografia-video, digital art con il dittico di fotografie “Piovra” e Paguro”. “Questo dittico – commenta l’artista – è parte della serie ‘Le Metamorfosi’. Tale progetto è finalizzato alla ricerca della mia identità. Utilizzo il mio corpo come inchiostro e colore, con differenti combinazioni di me stessa, per rappresentare una cosa che amo profondamente, un’altra realtà, come quella dei profili degli animali. Il mio corpo diventa il mezzo per raggiungere questo obiettivo, tanto da scomparire per far emergere il soggetto. La successione di trasformazioni privilegia l’esigenza della varietà e dell’antitesi, ma anche dell’analogia, della contiguità e dell’ambiguità. Elementi onirici e fantastici si fondono in un mondo impregnato di realtà e denso di particolari fortemente realistici. Questo improvviso richiamo alla concretezza del reale può determinare una sensazione di disorientamento, e l’incertezza che ne deriva fa sì che non si sappia più a cosa dare credito, se alla fantasia creativa o alle istanze di realtà che ci raggiungono. Si assiste cosi ad un continuo gioco di rimandi tra il fantastico e il reale. E si assiste anche a una fusione tra fotografia, grafica e pittura digitale. Credo che tutto ciò incontri i valori di Ricoh verso l’innovazione, la novità della visione e la ricerca”.
L’innovazione è “pop” e sostenibile
Con l’opera “Ritratto di Mina” Rubens Fogacci ha vinto la categoria Pop Art, una nuova sezione trasversale introdotta quest’anno per la prima volta e promossa da Mondadori Store. “La mia ricerca artistica è improntata all'innovazione e al guardare oltre ciò che si vede. Cerco di far percepire all’osservatore una visuale d’insieme, facendolo soprassedere dal cercare e dal soffermarsi solo su un particolare. Il naso allungato è una scusante per dire che dobbiamo avere spirito di osservazione, ma pensare in maniera globale. In questo modo avremo la possibilità di crescere interiormente e migliorare la nostra vita, riuscendo a interagire tra noi in maniera più umana e a sensibilizzarci l’un l’altro. Questa opera è stata realizzata con materiali atossici e con una resina all'acqua salvaguardando così l’ambiente. Trovo sia questo aspetto tecnico sia la mia poetica, così come l'ho descritta, riscontrabile nello spirito dell’azienda Ricoh”.
Le cinque opere vincitrici entrano a far parte della collezione d’arte Ricoh, nata nel 2010 con la prima ediziona e allestita presso la sede di Vimodrone (Milano).