Si chiama Esprinet4others e, in soli tre mesi della fase pila, ha coinvolto 148 dipendenti, per un totale di 28 giornate fuori dall’ufficio durante l’orario di lavoro l’ultima iniziativa messa a punto da Esprinet.
Nel corso del 2018, infatti, il più grande distributore di informatica ed elettronica di consumo in Italia e in Spagna ha attivato un progetto di volontariato di impresa rivolto ai dipendenti di tutte le società del Gruppo invitandoli a dedicare una giornata lavorativa in attività di solidarietà rivolte alla comunità.
10 sono state le associazioni del territorio a cui è stato dato supporto: ADMO, Ayurville, Casa San Giuseppe, CIAI, Creda, La casa di Emma, LILT, Nocetum, Pane Quotidiano, Vita da cani.
A conferma della natura partecipativa del progetto, a chiusura dei tre mesi di prova, è stato valutato il gradimento dei dipendenti sull’iniziativa tramite una survey interna. Il 100% di chi ha partecipato all’esperienza non solo la ripeterebbe ma la suggerirebbe a un collega, il 67,4% ha valutato come eccellente l’esperienza e il 30,3% buona, il 15,9% ha dichiarato di voler proseguire privatamente con le attività di volontariato e il 10% ha suggerito nuove associazioni con cui collaborare.
Fare bene fa bene
Esprinet4Others ha portato benefici sia internamente all’azienda, in termini di miglioramento del clima aziendale e del lavoro di squadra, oltre a un maggior coinvolgimento e fidelizzazione dei dipendenti, sia all’esterno, incrementando la reputazione aziendale e presenza sul territorio.
Come riferito in una nota ufficiale da Giovanni Testa, Business Operations Manager del Gruppo Esprinet in Italia: «Siamo molto orgogliosi del successo che ha avuto il progetto di volontariato d’impresa e dell’entusiasmo dimostrato dai nostri dipendenti nel parteciparvi, per questo abbiamo deciso di confermarlo anche per tutto il 2019 ed estenderlo anche alle aziende del Gruppo con sede in Spagna. L’iniziativa Esprinet4Others ci permette di coinvolgere le nostre persone in progetti rivolti alla comunità, attraverso non solo il trasferimento delle proprie competenze, ma diventando gli ambasciatori della nostra cultura aziendale».