I nuovi scenari tecnologici introdotti dall’Internet of Things, caratterizzata dalla capacità sempre più diffusa degli oggetti di comunicare tra loro, unita alla possibilità di integrazione con sensori di vario genere, rappresenta una notevole opportunità di sviluppo nell’ambito sanitario e socio-assistenziale. I progressi fatti sono sempre più evidenti e vanno ben oltre l’utilizzo di mobile apps per monitorare i propri parametri biomedici e migliorare le proprie prestazioni. Dalla diagnostica alla teleassistenza, dalla gestione ed elaborazione dei dati biometrici al rapporto tra medico e paziente, l’IoT potrebbe portare in tempi brevi a una rivoluzione nelle modalità consolidate di erogazione dei servizi legati alla salute delle persone.
In un’epoca in cui la popolazione è sempre più anziana e/o bisognosa di supporti assistenziali, una delle maggiori opportunità create dall’IoT è quella dei processi di “deospedalizzazione”, a favore di ricoveri nelle cosiddette residenze protette, ma ancor meglio facendo sì che le persone affette da patologie o disabilità croniche possano rimanere a casa, in un’ottica di continuità assistenziale che garantisca il massimo dell’autonomia possibile.
I vari dispositivi medici possono infatti raccogliere le informazioni sullo stato di salute del paziente e metterle a disposizione dello staff medico-riabilitativo, permettendo un miglioramento della cura e dei trattamento cui il paziente è sottoposto. Inoltre, i trattamenti effettuati con l’ausilio di tecnologie avanzate permettono la raccolta dei dati sull’evoluzione del percorso clinico-assistenziale e una sua continua messa a punto personalizzata.
Ad esempio, i robot riabilitativi mantengono il paziente sempre al centro del trattamento, le macchine si adeguano al suo deficit e amplificano il comando umano, potenziando le capacità residue del paziente. In altre parole, i sistemi robotici non solo aiutano il fisioterapista a comprendere gli scompensi e le necessità del paziente, ma riescono a misurarlo in modo oggettivo, naturalmente e in modo dinamico, registrando nel tempo, gli effetti del trattamento. L’esperienza della Fondazione Don Gnocchi dimostra che un altro punto di forza della “riabilitazione robotica” è la partecipazione del paziente che a differenza della riabilitazione tradizionale vive a pieno l’esperienza tecnologica, si cala in una realtà più stimolante che – è dimostrato – contribuisce notevolmente ad aumentare l’efficacia del trattamento.
In sintesi, la tecnologia deve essere l’estensione potente della volontà del paziente e della capacità del terapista. Capofila in questo particolare progetto è il Centro “S. Maria della Provvidenza” della Fondazione Don Gnocchi di Roma, insieme ad altri Centri della Fondazione Don Gnocchi in Italia. Il supporto della tecnologia continua anche a casa con soluzioni di teleriabilitazione – ora in sperimentazione alla Fondazione Don Gnocchi – in un’ottica di vera continuità assistenziale.
Ma c’è dell’altro: la Predictive Analytics applicata ai Big Data avrà un ruolo fondamentale. La quantità enorme di dati rilevati dai sensori – non solo sul singolo ma anche sull’aggregazione di ampi campioni di persone – e opportunamente elaborati con avanzati sistemi di analisi consentirà sempre più di agire preventivamente.
La domanda che si pone allora è con quali modelli gestionali l’innovazione resa possibile dall’Internet of Things nel contesto socio-sanitario possa avvenire introducendo benefici in termini economici e di efficacia.
Il Convegno Smart Health presenterà soluzioni e case history della Fondazione Don Gnocchi e di startup vincenti e innovative, nonché l’esperienza e le applicazioni di Microsoft. In sintesi, il workshop porterà alla luce il modo in cui la tecnologia ha cambiato e cambierà sempre più il modo di fare assistenza e cura.
Il convegno fa parte del palinsesto di Disruptive Week Milan, settimana di appuntamento per operatori delle tecnologie in ambito IoT, Wereable, Energy, Healthcare, Industry 4.0, Cybersecurity, Smart Home, Robotica.