Restituire la possibilità alle persone paralizzate di camminare di nuovo, correre, giocare. Quello che fino ad oggi era solo poco più che una chimera potrebbe ora essere vicino dal realizzarsi.
Il sogno potrebbe trasformarsi in realtà grazie ad e-Dura, una cyber protesi realizzata dai ricercatori della Ecole Polytecnique Fédérale de Lausanne (EPFL) che riuscirebbe laddove la tecnologia attuale continua inesorabilmente a fallire.
Gli attuali impianti che stimolano il midollo spinale infatti provocano ancora danni o infiammazioni ai tessuti nervosi, un problema che la cyber protesi Made in France andrebbe a risolvere, come dimostrato dal sperimentazione che gli scienziati francesi hanno realizzato su topi paralizzati, riportandoli alla motilità.
Questo piccolo dispositivo, flessibile ed estensibile, è stato posizionato nei roditori sotto la dura madre, la parte più esterna delle membrane che avvolgono l’encefalo e il midollo spinale, e funziona integrando elementi elettronici che stimolano quest’ultimo nel punto danneggiato. Il substrato in silicone è ricoperto con tracce in oro che conducono elettricità, mentre gli elettrodi sono costituiti da microsfere in silicone e platino. Un microcanale permette di iniettare sostanze farmacologiche, in questo caso neurotrasmettitori, che rianimano le cellule nervose del tessuto danneggiato.
Il punto di forza che differenzia e-Dura dagli impianti tradizionali è che, avendo le stesse proprietà della dura madre, la protesi può rimanere sul midollo spinale per un lungo periodo di tempo. La sua elasticità riduce al minimo l’attrito e quindi il rischio di infiammazioni.
L’impianto ha consentito ai topi di riguadagnare l’uso degli arti posteriori dopo poche settimane di riabilitazione, una notizia che ha del miracoloso e che infonde un po’ di speranza a tutti coloro che sembravano essersi ormai rassegnati a una vita inchiodata sulla sedia a rotelle.
Le premesse, quindi, ci sono tutte. Prima di diventare un dispositivo medicale pronto per la commercializzazione eDura dovrà essere testato sugli essere umani. La speranza, oltre che di risolvere il problema della paralisi, è quella di usare il dispositivo anche per monitorare gli impulsi elettrici del cervello in tempo reale, per l’epilessia e per il morbo di Parkinson.