Lo smartphone è sempre più medico. Il numero di app dedicate alla salute è in continuo aumento: contano i passi, le calorie consumate, monitorano il battito cardiaco e prevedono addirittura le fasi dell’ovulazione. Grazie a tutti quelli che, dopo aver cercato i piani tariffari più convenienti servendosi di un servizio di comparazione online come quello offerto da SuperMoney, scaricano le applicazioni sul proprio smartphone, queste ultime rappresentano un grandissimo database per i medici, che infatti possono utilizzare i dati per ricerche e diagnosi. Dopo l’era delle app destinate al fitness, è quindi giunta quella dell’assistenza sanitaria, che vede i professionisti medicali in prima linea.
Un settore in rapida crescita
Per capire quanto sia in espansione il settore delle analisi di assistenza sanitaria, basti pensare che nel 2013 era un mercato da 4.430 milioni di dollari, e nel 2020 secondo le stime dovrebbe arrivare a 21.346 milioni. L’obiettivo è migliorare tempi di ricerca e gestione dei pazienti, riducendo al contempo i costi. Secondo l’ultima ricerca della società di analisi Juniper Research entro il 2018 la telemedicina e il controllo da remoto dei malati genererebbero un risparmio di 36 miliardi di dollari nel mondo. Proprio per questo i giganti tecnologici iniziano ad entrare nel settore.
Il primo competitor ad entrare in questo mercato è stato Apple, che nel mese di marzo ha lanciato ResearchKit. Esso consiste di una piattaforma opensource che offre l’opportunità al possessore dell’iPhone di offrirsi volontario per dei testi medici, i cui dati saranno poi trasmessi agli istituti di ricerca. Istituti che annoverano pezzi da novanta come Stanford, che sta studiando la correlazione fra attività fisica e malattie cardiovascolari. Tutto questo permetterà di fornire in maniera semplice grandi quantità di dati ai centri medici. Per quanto vi siano delle incognite (come quelle legate alla privacy), la novità è stata apprezzata, con conseguenti download dopo il lancio.
Google non crea, ma investe nella sanità
Google ha invece investito in due società che si occupano di assistenza sanitaria. La prima si chiama 23andMe, ed è stata lanciata nel 2006 dall’ex moglie di Sergey Brin, che insieme a Larry Page è fondatore di Google. L’azienda, grazie ai kit di test dna da 99 dollari, dispone ora di un database di 850.000 codici genetici, e si lancia ora nel mercato farmaceutico. La seconda impresa è Calico, società fondata nel 2013 con lo scopo di ricerca sulle malattie legate all’anzianità.
L’arrivo di Google ed Apple sul mercato diventa decisivo per lo sviluppo della salute online su smartphone, e rappresenta solo l’inizio. Sembra che anche Samsung stia lavorando a una piattaforma dedicata all’assistenza sanitaria. L’azienda sudcoreana si sta muovendo per finanziare start-up e avviare partnership con centri di ricerca americani.