Si è da poco conclusa l’edizione 2024 di InnoWeek, evento nazionale sulle tematiche dell’innovazione e che ha visto la vicepresidente dell’Associazione italiana commercio elettronico (Aicel) Manuela Borgese intervenire sul tema del mercato unico digitale. Un momento di confronto tra cittadini, pubblica amministrazione, associazioni, imprese e startup organizzato a Girifalco (CZ), in Calabria dove anche Aicel ha una sede, presieduta proprio dall’avvocato Borgese, che si affianca a quella principale nel bresciano a Flero.
Il punto di vista della Vicepresidente di Aicel
Manuela Borgese è intervenuta sul tema “European digital strategy e single market: le normative comunitarie a servizio del rilancio dell’innovazione e della competitività”, affrontando lo scenario di opportunità del mercato unico digitale europeo. Platfom economy, valorizzazione dei dati e doppia transizione sono alla base di una strategia commerciale che merita un ulteriore approfondimento e una critica riflessione delle parti coinvolte.
“Oggi un milione di imprese europee vendono beni e servizi tramite piattaforme online”, ha detto la Vicepresidente di Aicel nel suo intervento dedicato al mercato unico digitale. “Il 47% di loro utilizza almeno un tipo di social media per promuovere il proprio brand e/o commercializzare beni e servizi. Mentre l’82% delle Pmi si affida ai motori di ricerca per attività promozionali. I dati indicano una progressiva digitalizzazione del canale di vendita e il maggiore coinvolgimento dei consumatori nel contesto digitale, ma non vi è ancora un’adeguata consapevolezza dell’ecosistema digitale che ne sovrintende il funzionamento. In particolare, manca ancora un’adeguata percezione delle tutele e delle opportunità presenti in normative quali il Digital Package, il GDPR, l’AI ACT, il regolamento Platform to Business e i regolamenti sulla Governance dei dati e sui dati (DGA e DA). Queste norme rappresentano la svolta nella creazione di incentivi alle imprese, nella circolazione di dati e servizi, in un panorama di tutele, sicurezza e sostenibilità che, secondo le previsioni, comporterà un incremento di 270 miliardi di euro di PIL per gli Stati membri dell’Ue entro il 2028. Purtroppo, non conoscere queste normative significa perdere l’opportunità di beneficiare pienamente di un rinnovato mercato digitale, competitivo e sostenibile”.
In questo scenario è centrale il ruolo dell’e-commerce, chiave fondamentale sull’internazionalizzazione e sull’espansione del business per le PMI europee, il cui potenziale non è ancora pienamente espresso visto che, secondo i dati pubblicati nel 2020 dal Consiglio dell’Ue, solo il 7% delle PMI vende online in un altro Paese europeo.
Per l’evoluzione del mercato unico digitale servono competenze e il contributo delle istituzioni
Prosegue l’avv. Manuela Borgese: “L’e-commerce è da considerare la modalità più dinamica per collegare individui e piccole e medie imprese da località remote all’economia globale. In un mondo digitale sempre più vasto e ricco di sfaccettature, il commercio elettronico facilita la concorrenza e l’accessibilità territoriale. L’evoluzione del mercato unico digitale richiede in modo sempre più rilevante l’aggiornamento di competenze e l’acquisizione di nuovo know-how per adempiere al quadro di obblighi descritto. Per le imprese, soprattutto per gli operatori medi e piccoli, si tratta di investimenti che incidono notevolmente sui loro bilanci sebbene siano forieri di significativi vantaggi”.
La soluzione? Secondo la Vicepresidente di Aicel: “Per poter concretamente trarre tali benefici, le imprese necessitano di formazione e sostegni economici. Pertanto, il coinvolgimento delle istituzioni e l’individuazione di percorsi e soluzioni ad hoc potrebbe contribuire a creare un vero e proprio cambiamento. Un allineamento su una scala di priorità obiettivamente realizzabile, sui limiti e sulle reciproche priorità, così che gli obiettivi siano più consoni alle possibilità degli operatori, nell’ottica di un avanzamento socio-economico concreto e sostenibile”.